Sale
e tabacchi
di
Piero Chiara
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
Pagg.
317
ISBN
9788804324393
Prezzo
Euro 10,76
Di
tutto, di più
“Il
Traina, noto pregiudicato e beffatore del mio paese, essendo detenuto
in un carcere mandamentale dove era di casa, trovò l’occasione
propizia alla fuga e ne approfittò. Il guardiano, che se ne
accorse troppo tardi, lo inseguì gridandogli: <<Traina,
cosa fai? Torna indietro! Mi rovini. Perdo il posto!>> Sempre
fuggendo, il Traina gli urlò: << Prendi il mio, che è
libero>>.”
Strano
libro, questo, inclassificabile univocamente sulla base dei suoi
differenti contenuti e credo che per spiegare cosa esso sia non ci
possa essere di meglio della nota introduttiva di Federico Roncoroni,
non tutta però, perché troppo lunga, bastando secondo
me una sintesi. Vi si dice che Piero Chiara, già consapevole
dell’esito infausto della sua malattia (che lo avrebbe infatti
portato alla morte) si sia posto a metter ordine nei cassetti,
facendo una divisione fra ciò che era da buttare e quello
invece che era opportuno conservare. Fece una cernita
nell’epistolario e poi fra i giornali, le riviste e i periodi a
cui aveva collaborato trasse quanto di salvabile vi fosse in queste
sue collaborazioni. Riunito il risultato del pubblicabile nacque così
Sale e tabacchi, appunti di varia umanità e di
fortuita amenità come ebbe a chiamarli lo scrittore. C’è
di tutto e infatti troviamo aforismi, dotte citazioni, riflessioni
sulla vita e su fatti di cronaca, battute nate improvvisamente e
fissate sul taccuino, spunti di racconti e di romanzi, apologhi,
insomma una miscellanea che si fa apprezzare per l’estrema
varietà non solo seriosa, ma anche con note umoristiche, e di
queste un assaggio è quanto ho riportato sopra virgolettato.
Se voleva lasciare un ricordo della sua ecletticità, il libro
è quanto di meglio sia stato riservato in proposito non solo
ai l lettori potenziali all’epoca viventi, ma anche agli
attuali.
Per
fornire un ulteriore esempio di queste amenità riporto queste
poche righe: ”In una auspicabile raccolta di lapidi eccezionali
non bisognerà dimenticare neppure quest’altra, che
figura sulla casa dove nacque Silvio Pellico a Saluzzo. Qui nacque
Silvio Pellico / il 24 giugno 1789 / Per volere del Municipio.”
Ce
n’è per tutti i gusti, anche semplici, ma argute
osservazioni, come quella che segue “Si è sempre detto
che gli amici dei nostri amici sono nostri amici, almeno
potenzialmente. Ma più certo è che i nemici dei nostri
nemici siano nostri amici. Essi infatti lavorano per noi”.
Si
sorride, qualche volta anche si ride, si riflette, si condivide,
insomma una lettura di tanti articoletti, quasi sempre brevi, se non
brevissimi, ma con tante verità, su cui si potrà essere
più o meno d’accordo, ma mai in disaccordo. Inoltre c’è
il vantaggio che non sono mai impegnativi; si dicono delle verità,
frutto dell’osservazione attenta degli esseri umani, ma senza
intenti moralistici e in ogni caso senza contorsionismi mentali. E’
scritto in chiaro, in modo semplice, accessibile a tutti.
Quindi
è più che conseguente il mio consiglio di leggere
questi appunti di varia umanità e di fortuita amenità.
Piero
Chiara nacque
a Luino nel 1913 e morì a Varese nel 1986. Scrittore tra i più
amati e popolari del dopoguerra, esordì in narrativa
piuttosto tardi, quasi cinquantenne, su suggerimento di Vittorio
Sereni, suo coetaneo, conterraneo e grande amico, che lo invitò
a scrivere una delle tante storie che Chiara amava raccontare a voce.
Da Il
piatto piange (Mondadori,
1962), che segna il suo esordio vero e proprio, fino alla morte,
Chiara scrisse con eccezionale prolificità, inanellando un
successo dopo l'altro. E' stato autore particolarmente fecondo e fra
le sue numerose pubblicazioni figurano Il
piatto piange (1962), La
spartizione (1964), Il
balordo (1967), L'uovo
al cianuro e altre storie (1969), I
giovedì della signora Giulia (1970), Il
pretore di Cuvio (1973), La
stanza del Vescovo (1976), Il
vero Casanova (1977), Il
cappotto di Astrakan (1978), Una
spina nel cuore (1979), Vedò
Singapore? (1981), Il
capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1986).
Renzo
Montagnoli
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