CUBA PARTICULAR
Sesso all'Avana
di Alejandro Torreguitart Ruiz
Traduzione di Gordiano Lupi
Edizioni Stampa Alternativa
Narrativa – romanzo
Pagg. 141
ISBN: 978-88-7226-985-5
Prezzo: € 10,00
Di Alejandro
Torreguitart Ruiz, giovane
autore cubano, avevo già letto il racconto lungo La
marina del mio passato, che mi aveva impressionato favorevolmente per
la capacità di creare un'atmosfera di malinconica esistenza con un'esplicita
riaffermazione della libertà individuale contro ogni imposizione del regime.
Là era una narrazione dove l'elemento
centrale era un vecchio rassegnato che trovava rifugio solo nel suo mare, con
pagine finali di intensa commozione e di un lirismo che forse per questo l'ha
fatto accostare al ben più noto Il
vecchio e il mare di Hemingway.
Con Cuba Particular Ruiz
cambia completamente registro, fornendoci una cronaca nuda e cruda della realtà
del suo paese, una sorta di verismo che non può lasciare indifferente il lettore.
Le case particular,
a Cuba, sono quelle autorizzate dal governo a ospitare turisti stranieri e
quella di Isabel, ex comunista che ha perso ogni
fiducia in ciò che credeva, è ancora più particular,
perché la vecchia villa di calle veintitrés è una
sorta di alcova, dove vanno e vengono personaggi di varia natura, ma tutti
legati da un unico scopo: fare sesso.
C'è così un ampio campionario di
turisti, ben delineati nelle loro caratteristiche, che si alternano a occupare
le stanze della casa.
L'occhio di Torreguitart
ce li descrive anche impietosamente, nella loro veste di colonizzatori del
sesso, ma non c'è mai disprezzo e solo fra le righe si può intuire un certo
sdegno per chi in fondo non è capace di amare.
Su un livello diverso si trovano le
occasionali, o anche fisse, compagne di questi uomini; sono ragazze cubane
costrette dalla necessità a vendersi, con la speranza per qualcuna di arrivare
anche a sposarsi, per lasciare quel mondo di giorni sempre uguali, dove
incontrastata domina la rassegnazione.
Come nelle
telenovela nascono rapporti, sbocciano speranze, crescono illusioni,
crollano certezze, e poi tutto ricomincia, in un'atmosfera in cui i sentimenti
veri, quando ci sono, vengono impietosamente mortificati da paure per il passo
che si vuol compiere, da quel desiderio inconscio di preferire il pressoché
certo niente a un futuro forse migliore, ma più spesso brumoso.
Isabel, la
proprietaria, osserva, consiglia, organizza come una regista e finisce con il
diventare il fulcro di tutto il romanzo, la voce fuori campo che commenta.
Sua è la frase “Questo ha prodotto la rivoluzione. Ai tempi di Batista Cuba era il
casino degli americani. Adesso è il casino del mondo.”, suoi sono certi
atteggiamenti e giudizi come il fatto che solo lei possa criticare il regime,
perché presente e perché ha creduto a una rivoluzione che nel tempo si è
tramutata in una dittatura da caudillo sudamericano.
Torreguitart ha un
occhio di riguardo per questa donna che ha vissuto gli anni pieni di speranza
del regime castrista e che ora si limita a gestire la casa particular,
per sopravvivere, anche se lei, a differenza delle ragazze che la frequentano,
nate dopo, può contare sul ricordo di un ideale, pur se tradito, e questo le
permette di vivere, in uno con l'amore, non interessato, per il suo compagno
Paco.
Per chi è venuto al mondo nel periodo
speciale, quello della ristrettezza economica, non c'è memoria di un passato,
ogni giorno si apre solo con la certezza che nulla cambierà e che se si vuol
sopravvivere bisogna gettare
in fondo al pozzo la propria dignità di essere umano.
In fin dei conti, il romanzo di Torreguitart, pur nel suo drammatico realismo, finisce con
il diventare un omaggio alla rivoluzione cubana, ai suoi ideali, che nel tempo
un regime dispotico, lontano dai suoi stessi cittadini, ha per primo tradito.
Alejandro Torreguitart Ruiz (L'Avana, 1979) scrive poesie e racconti per la rivista El Barrio, è poeta repentista e cantautore. Suona in un gruppo rock
chiamato Esperanza. Ha esordito in Italia con il romanzo breve Machi di carta - confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa, 2003) che ha avuto un buon successo di
critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il
romanzo breve La Marina del mio passato
(Edizioni Nonsoloparole -
Napoli) e a maggio 2005 il romanzo di ampio respiro Vita da jinetera
(Il Foglio - Piombino) sul mondo della prostituzione. Alcuni suoi racconti di impronta politico-esistenziale
sono stati pubblicati da quotidiani e riviste. Tra questi: Il Tirreno, Il
Messaggero, La Comune, Container, Progetto
Babele, Il Filo, L'Ostile, Happy Boys. Gordiano Lupi è il traduttore e il
titolare per lo sfruttamento dei diritti sulle sue opere in Italia e per
l'Europa.