L'orsacchiotto
di
Georges Simenon
Edizioni
Adelphi
Narrativa
Pagg.
160
ISBN
9788845937507
Prezzo
Euro 18,00
Una
vita insoddisfacente
Il
professor Jean Chabot, medico ginecologo, è un professionista
affermato, con una clinica di proprietà e un incarico
all´università. Dovrebbe, pertanto, essere un uomo appagato, ma
non lo è, perché conduce un´esistenza di assoluta monotonia,
fatta di clinica, casa e amante. E´ un individuo incapace di
relazionarsi con passione con gli altri, compresi i suoi familiari e
anche la segretaria, ultima delle amanti in ordine di tempo. Ciò
nonostante tutto sembra procedere regolarmente in questo percorso
esistenziale in cui l´abitudine regna sovrana. Come chiuso in un
bozzolo vive senza particolari entusiasmi e patemi d´animo, in un
un crescendo di monotonia di cui pare non accorgersi fino a quando
apprende di una giovane suicida ripescata nella Senna, una ex
inserviente della clinica con cui aveva avuto un amplesso fugace una
notte e che gli era sembrata, semi addormentata come lo fu in
quell´occasione, un orsacchiotto nel letto di un bimbo. Se i
motivi del tragico gesto non erano noti, certa era la sua gravidanza,
giunta al quarto mese, di cui con ogni probabilità era da ritenersi
responsabile Chabot. In un´altra persona sarebbe subentrato un
senso di rimorso, nel nostro professore invece si incrina qualcosa,
comincia a fessurarsi quel bozzolo di certezze in cui è rinchiuso.
Inizia così una progressiva discesa all´inferno, contraddistinta
da tanti piccoli episodi, come un´incertezza nel corso del
travaglio di una partoriente, di cui il medico non trova ragione
senza darsi pace, fino a quando si rende conto di quanto la sua vita
sia insoddisfacente. Incapace di un effettivo trasporto verso i suoi
familiari e addirittura anche verso la sua sua segretaria e amante
comprende l´inutilità della sua esistenza, consapevole che quella
posizione di prestigio raggiunta con la sua professione non può
assolutamente garantirgli il piacere di vivere. Non vado oltre, per
non togliere al lettore il piacere di una lettura che lo porterà,
assai interessato, a un finale logico, anche se in un certo senso
imprevisto.
Con
un personaggio come Chabot e con una trama così Simenon, abilissimo
nella fine analisi psicologica, è andato sicuramente a nozze e in
effetti non si possono che apprezzare i vari approfondimenti. C´è
però anche un altro piano di lettura, non infrequente nelle opere di
Simenon, e cioè la condanna di una borghesia falsa e vacua, una
classe sociale che lo scrittore belga, nonostante ne sia parte,
francamente detesta.
Per
il resto ritroviamo le consuete note positive relative alle
descrizioni dei luoghi e alla capacità di ricreare, senza sbavature,
la giusta atmosfera.
Quindi,
la lettura, sebbene non facile, è indubbiamente consigliata.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato
centonovantatre romanzi
pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e
racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature»
e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da
Henry Miller a
Jean Pauhlan,
da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli
autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André
Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande
e il più autentico che
la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «... leggo ogni nuovo
romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline:
«Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli