Il
tribunale del Duce.
La
giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943)
di
Mimmo Franzinelli
Arnoldo
Mondadori Editore S.p:A.
Storia
Pagg.
303
ISBN
9788804673705
Prezzo
Euro 22,00
Come
stroncare il dissenso
Il
Tribunale speciale del fascismo, fortemente voluto, oltre che dal
duce, anche dall´Ovra, l´organizzazione volontaria per la
repressione dell´antifascismo, entrò in funzione il primo di
febbraio del 1927 e continuò a operare fino al 25 luglio del 1943.
Superati, non senza patemi d´animo, gli effetti nefasti del delitto
Matteotti, il regime vide la necessità di stroncare qualsiasi
velleità di oppositori ormai clandestini per ottenere, se non il
pieno consenso del popolo italiano, almeno la possibilità di
dominare senza il benché minimo ostacolo e la nuova istituzione
giuridica, alla cui guida erano chiamati fascisti di comprovata fede,
andava bene allo scopo, contribuendo ad alimentare un´atmosfera di
sospetti e di terrore tipica di tutti i totalitarismi ed
indispensabile per potersi reggere. Nel solo primo decennio giudicò
ben 10.693 imputati, assolvendone tuttavia 7.581 e irrogando pene,
compresa quella di morte, per la differenza (76 furono le condanne a
morte, di cui 58 eseguite). Non si creda tuttavia che questo
tribunale avesse piena autonomia decisionale, perché in effetti in
non pochi casi concertò con il duce condanne e relative pene.
Restavano
tuttavia in mano al collegio giudicante ampi poteri, quasi sempre
sfruttati a vantaggio personale, il che accentua il senso di disgusto
che prende il lettore nel leggere questo interessantissimo saggio di
Mimmo Franzinelli. La circostanza che tuttavia più sgomenta è che,
a liberazione avvenuta, con il decreto di amnistia di Palmiro
Togliatti i componenti del Tribunale speciale non solo non ebbero a
patire conseguenze penali, ma furono reintegrati nella magistratura
ordinaria, mentre i loro condannati continuarono a essere trattati
come sovversivi. Si spiega così l´immaturità di un popolo
incapace di fare i conti con il proprio passato e così pronto a
ricadere nei medesimi errori. Il saggio di Franzinelli è ben
strutturato e aiuta non poco a comprendere come era questo tribunale
e come ebbe a funzionare. Di capitolo in capitolo ( Una giustizia
speciale, I tre presidenti, Magistrati in camicia nera, I processi
per gli attentati a Mussolini, Plotone d´esecuzione, Gli
irriducibili, Delitti d´opinione, Segreti e retroscena, Donne alla
sbarra, Il Tribunale in guerra e Soppressione ed eredità del
Tribunale speciale) si ha un quadro completo del famigerato Tribunale
speciale e di certo non basato su illazioni, ma supportato da prove
documentali come sempre espressamente citate in appendice.
Quel
che stupisce però nel libro è che alla completezza della disamina e
delle notizie si accompagna una narrazione organica e chiara, tale da
rendere la lettura veramente gradevole, elemento non frequente nel
caso di saggi storici e che impreziosisce notevolmente l´opera.
Mimmo
Franzinelli (Cedegolo,
1954) studioso del fascismo e dell´Italia repubblicana, componente
del comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del
Movimento di Liberazione "Ferruccio Pari", è autore di
numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I
tentacoli dell´Ovra (1999,
premio Viareggio 2000), Rock
& servizi segreti (2010)
e Autopsia
di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della
storia (2011);
per Mondadori, L´amnistia
Togliatti (2006), Il
delitto Rosselli (2007), Beneduce.
Il finanziere di Mussolini,
con Marco Magnani (2009), Il
Piano Solo (2010), Il
prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018);
per Rizzoli, La
sottile linea nera (2008).
Con Feltrinelli ha pubblicato: La
Provincia e l´Impero. Il giudizio americano sull´Italia di
Berlusconi,
con Alessandro Giacone (2011), Delatori.
Spie e confidenti anonimi: l´arma segreta del regime fascista (UE
2012), Il
Giro d'Italia. Dai pionieri agli anni d'oro (Feltrinelli,
2013), - per gli Annali della Fondazione Feltrinelli - Il
riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle
parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964),
con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo
anno zero (Mondadori
2019).
Renzo
Montagnoli