Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Recensioni  »  Amarcord Mantova, di Renzo Dall'Ara, edito da Tre Lune 03/08/2024
 

Amarcord Mantova

di Renzo Dall´Ara

Tre Lune Edizioni

Storia locale

Pagg. 197 con ill.ni

ISBN 9788831904155

Prezzo Euro 14,00



Un´autobiografia condivisa



A consigliarmi la lettura di questo libro è stata mia cugina che, nata alcuni anni prima di me, ha ritrovato nelle pagine un po´ del suo passato, perché Amarcord Mantova è una specie di autobiografia dell´autore, densa di eventi, di personaggi soprattutto locali, che per un mantovano è un piacere poter rammentare. In questo posso dire che il libro ha la chiave del suo successo, in questa memoria storica capace di raccontare con semplicità un mondo che progressivamente sempre più in pochi ricorderemo; tuttavia farei un torto a Renzo Dall´Ara se gli riconoscessi solo questi meriti, perché in realtà, grazie ai suoi molteplici interessi, anche molti non mantovani possono avere un gradimento nello scorrere le pagine che fluiscono costanti come un grande fiume, come appunto il Po che solca queste terre virgiliane.

Renzo Dall´Ara era nato a Mantova il 2 maggio del 1930, in Via Tezze, una strada che nasce in Corso Vittorio Emanuele II, parallela alle vie Giosuè Carducci e Tito Speri. Il libro appunto comincia con questo lieto evento, di cui parla l´interessato, con una vena particolarmente umoristica nel descrivere l´abitazione che presenta caratteristiche di dimora popolare tipica del tempo, con il gabinetto all´esterno " Entrando dunque dal vicolo, subito sulla sinistra una piccola costruzione in muratura nascondeva il cesso: cioè un assito a far da pavimento, con al centro un´apertura circolare che delineava la sottostante fossa, recipiente il lurido latrinario. Su una parete, un chiodo piantato nel quale si infilavano pagine di giornale sezionate o foglie recuperate da vegetali vari, purché adattabili alla funzione, sommariamente igienica. " (da pag. 20).

Sono i primi anni di vita di Renzo Dall´Ara e lui come in un film ci porta per mano in una cavalcata che arriva fino al primo scorcio dell´attuale secolo (scomparirà a Milano il 3 gennaio 2020). Forse nessuno avrebbe potuto ipotizzare in quel bambinello il futuro famoso giornalista, per quanto classificarlo come tale sia riduttivo, considerati appunto i suoi molteplici interessi, che spaziavano dalle arti figurative alla musica, dalla cucina allo sport, e nel libro ci sono tutti, per quanto predominante sia quello di artefice della carta stampata, non solo locale, anche se quest´ultima ha occupato una parte tutt´altro che trascurabile della sua esistenza.

Si potrebbe dire che non ci sia stato avvenimento culturale cittadino in cui Dall´Ara non solo sia stato presente, ma che anche vi abbia figurato fra i promotori (per esempio le famose mostre allestite nella seconda metà dello scorso secolo a Mantova dedicate ad Andrea Mantegna e a Giulio Romano), ed era talmente famoso da risultare spesso indispensabile anche per l´accoglienza in città di illustri personaggi.

Come autobiografia è indubbiamente completa, si riesce ad avere un quadro nitido e anche abbastanza imparziale del personaggio, attraverso una lettura che mi è sembrata più godibile nella prima parte, per inciso quella del Dall´Ara giovane non ancora giornalista, con la descrizione dell´esperienza scolastica, della guerra, dei tragici bombardamenti aerei del 1944. Si tratta di un periodo che mancava sostanzialmente alla mia conoscenza (sono nato nel 1947) e che perciò mi ha interessato molto, ma è anche vero che la freschezza che vi ho trovato, per quello stille snello, che ammicca al sorriso, probabilmente risiede nel ricordo gioioso dell´autore per la sua età più bella.

In ogni caso Amarcord Mantova è uno di quei libri che magari non entrano facilmente nella biblioteca di casa, ma che quando sono lì, a portata di mano, è difficile, se non impossibile, liberarsene, anzi finiscono con l´essere collocati in primo piano, onde, nei momenti di malinconia della tarda età, servirsene come soccorso, restituire al nostro cuore la memoria di ciò che è stato anche per noi.

Da ultimo, data la rilevanza dell´autore, il libro è accompagnato da alcuni testi costituiti dal ringraziamento del Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, dalla prefazione di Paolo Boldrini e dalle testimonianze di Stefano Scansani (L´esperienza cronistica metropolitana declinata con l´arguzia mantovana) e di Anna Maria Tamassia (Il nostro amico Renzo Dall´Ara).




Renzo Dall´Ara era nato il 2 maggio del 1930 e giovanissimo nel 1949 aveva iniziato a fare il giornalista dopo aver studiato al Liceo Ginnasio Virgilio.
Lui stesso amava raccontare quei tempi lontani di quel giornalismo così diverso da quello attuale, fatto innanzitutto sulla strada, in mezzo alla gente, e le difficoltà nel reperire notizie e conferme in anni in cui i telefoni erano ancora pochissimi e bisognava andare sempre di persona sul luogo anche solo per sapere se un fatto era o non era davvero accaduto.
Dall´Ara il mestiere lo impara alla Gazzetta di Mantova, il quotidiano di cui rimarrà un´icona e dove ancora oggi firmava la rubrica del sabato "Amarcord".
Il salto professionale lo fa però a il "Il Giorno" a Milano dove diviene caposervizio delle province e dove rimane per una ventina d´anni; lavora anche a Palermo e, tra le numerose collaborazioni, è corrispondente della Gazzetta dello Sport.
Sempre in campo sportivo diviene anche inviato per il quotidiano milanese "Stasera" insieme ad Aldo Biscardi. Collabora pure a Milano Sera, versione meneghina di Paese Sera
E anche da scrittore dedica delle pagine importanti allo sport, in particolare a quello mantovano così come alla cucina mantovana di cui era grande conoscitore e estimatore.
Dopo gli anni milanesi rientra a Mantova e torna a scrivere per la Gazzetta, tantissimi articoli in cui da giornalista di razza qual´era descriveva molto spesso la Mantova di un tempo raccontandone in maniera esemplare storie, curiosità ed aneddoti.
E tra, le curiosità che lui amava invece raccontare di sè, vi erano quelle che riportavano agli anni ´50 quando mentre muoveva i primi passi da giornalista, fu anche tra i goliardi mantovani e per due volte fu presidente dell´Ugm. Proprio alla storia della goliardia a Mantova dedicò il libro "Dal Guf al sessantotto" scritto insieme a Guido Mattioli.


(da mantovaUNO del 3 gennaio 2020)


Renzo Montagnoli

 
©2006 ArteInsieme, « 014718270 »