Amarcord
Mantova
di
Renzo Dall´Ara
Tre
Lune Edizioni
Storia
locale
Pagg.
197 con ill.ni
ISBN
9788831904155
Prezzo
Euro 14,00
Un´autobiografia
condivisa
A
consigliarmi la lettura di questo libro è stata mia cugina che, nata
alcuni anni prima di me, ha ritrovato nelle pagine un po´ del suo
passato, perché Amarcord Mantova è una specie di
autobiografia dell´autore, densa di eventi, di personaggi
soprattutto locali, che per un mantovano è un piacere poter
rammentare. In questo posso dire che il libro ha la chiave del suo
successo, in questa memoria storica capace di raccontare con
semplicità un mondo che progressivamente sempre più in pochi
ricorderemo; tuttavia farei un torto a Renzo Dall´Ara se gli
riconoscessi solo questi meriti, perché in realtà, grazie ai suoi
molteplici interessi, anche molti non mantovani possono avere un
gradimento nello scorrere le pagine che fluiscono costanti come un
grande fiume, come appunto il Po che solca queste terre virgiliane.
Renzo
Dall´Ara era nato a Mantova il 2 maggio del 1930, in Via Tezze, una
strada che nasce in Corso Vittorio Emanuele II, parallela alle vie
Giosuè Carducci e Tito Speri. Il libro appunto comincia con questo
lieto evento, di cui parla l´interessato, con una vena
particolarmente umoristica nel descrivere l´abitazione che presenta
caratteristiche di dimora popolare tipica del tempo, con il gabinetto
all´esterno " Entrando dunque dal vicolo, subito sulla
sinistra una piccola costruzione in muratura nascondeva il cesso:
cioè un assito a far da pavimento, con al centro un´apertura
circolare che delineava la sottostante fossa, recipiente il lurido
latrinario. Su una parete, un chiodo piantato nel quale si infilavano
pagine di giornale sezionate o foglie recuperate da vegetali vari,
purché adattabili alla funzione, sommariamente igienica. " (da
pag. 20).
Sono
i primi anni di vita di Renzo Dall´Ara e lui come in un film ci
porta per mano in una cavalcata che arriva fino al primo scorcio
dell´attuale secolo (scomparirà a Milano il 3 gennaio 2020). Forse
nessuno avrebbe potuto ipotizzare in quel bambinello il futuro famoso
giornalista, per quanto classificarlo come tale sia riduttivo,
considerati appunto i suoi molteplici interessi, che spaziavano dalle
arti figurative alla musica, dalla cucina allo sport, e nel libro ci
sono tutti, per quanto predominante sia quello di artefice della
carta stampata, non solo locale, anche se quest´ultima ha occupato
una parte tutt´altro che trascurabile della sua esistenza.
Si
potrebbe dire che non ci sia stato avvenimento culturale cittadino
in cui Dall´Ara non solo sia stato presente, ma che anche vi abbia
figurato fra i promotori (per esempio le famose mostre allestite
nella seconda metà dello scorso secolo a Mantova dedicate ad Andrea
Mantegna e a Giulio Romano), ed era talmente famoso da risultare
spesso indispensabile anche per l´accoglienza in città di illustri
personaggi.
Come
autobiografia è indubbiamente completa, si riesce ad avere un quadro
nitido e anche abbastanza imparziale del personaggio, attraverso una
lettura che mi è sembrata più godibile nella prima parte, per
inciso quella del Dall´Ara giovane non ancora giornalista, con la
descrizione dell´esperienza scolastica, della guerra, dei tragici
bombardamenti aerei del 1944. Si tratta di un periodo che mancava
sostanzialmente alla mia conoscenza (sono nato nel 1947) e che perciò
mi ha interessato molto, ma è anche vero che la freschezza che vi ho
trovato, per quello stille snello, che ammicca al sorriso,
probabilmente risiede nel ricordo gioioso dell´autore per la sua
età più bella.
In
ogni caso Amarcord Mantova è uno di quei libri che
magari non entrano facilmente nella biblioteca di casa, ma che quando
sono lì, a portata di mano, è difficile, se non impossibile,
liberarsene, anzi finiscono con l´essere collocati in primo piano,
onde, nei momenti di malinconia della tarda età, servirsene come
soccorso, restituire al nostro cuore la memoria di ciò che è stato
anche per noi.
Da
ultimo, data la rilevanza dell´autore, il libro è accompagnato da
alcuni testi costituiti dal ringraziamento del Sindaco di Mantova,
Mattia Palazzi, dalla prefazione di Paolo Boldrini e dalle
testimonianze di Stefano Scansani (L´esperienza cronistica
metropolitana declinata con l´arguzia mantovana) e di Anna
Maria Tamassia (Il nostro amico Renzo Dall´Ara).
Renzo
Dall´Ara
era nato il 2 maggio del 1930 e
giovanissimo nel 1949 aveva
iniziato a fare il giornalista dopo
aver studiato al Liceo
Ginnasio Virgilio.
Lui
stesso amava raccontare quei tempi lontani di quel giornalismo così
diverso da quello attuale, fatto innanzitutto sulla strada, in mezzo
alla gente, e le difficoltà nel reperire notizie e conferme in anni
in cui i telefoni erano ancora pochissimi e bisognava andare sempre
di persona sul luogo anche solo per sapere se un fatto era o non era
davvero accaduto.
Dall´Ara
il mestiere lo impara alla Gazzetta
di Mantova, il
quotidiano di cui rimarrà un´icona e dove ancora oggi firmava la
rubrica del sabato "Amarcord".
Il
salto professionale lo fa però a il "Il
Giorno" a
Milano dove diviene caposervizio delle province e dove rimane per una
ventina d´anni; lavora anche a Palermo e,
tra le numerose collaborazioni, è corrispondente della Gazzetta
dello Sport.
Sempre
in campo sportivo diviene anche inviato per il quotidiano
milanese "Stasera" insieme
ad Aldo Biscardi. Collabora pure a Milano
Sera, versione
meneghina di Paese Sera
E
anche da scrittore dedica
delle pagine importanti allo sport, in particolare a quello mantovano
così come alla cucina mantovana di cui era grande conoscitore e
estimatore.
Dopo
gli anni milanesi rientra a Mantova e torna a scrivere per la
Gazzetta, tantissimi articoli in cui da giornalista di razza qual´era
descriveva molto spesso la Mantova di un tempo raccontandone in
maniera esemplare storie, curiosità ed aneddoti.
E
tra, le curiosità che lui amava invece raccontare di sè, vi erano
quelle che riportavano agli anni ´50 quando mentre muoveva i primi
passi da giornalista, fu anche tra i goliardi mantovani e per due
volte fu presidente dell´Ugm. Proprio alla storia della goliardia a
Mantova dedicò il libro "Dal Guf al sessantotto" scritto insieme
a Guido Mattioli.
(da
mantovaUNO del 3 gennaio 2020)
Renzo
Montagnoli