Il
segno di Attila
di
Guido Cervo
Edizioni
Piemme
Narrativa
Pagg.
571
ISBN
978-8856602951
Prezzo
Euro 12,00
L´invasione
della Gallia
Ho
letto ormai pressoché tutto della non trascurabile produzione di
Guido Cervo, autore di romanzi ambientati in epoche diverse, opere di
cui sempre ho potuto apprezzare la fondatezza storica e l´assenza
di eccessi nella creatività, sia per quanto concerne i personaggi
realmente vissuti, sia per quanto riguarda quelli frutto
esclusivamente di fantasia. In questo libro, Il segno di
Attila, si occupa della guerra fra unni e romani, in piena
decadenza dell´impero che ha già subito parecchie invasioni
barbariche e che addirittura nel 455 ha patito il sacco di Roma da
parte dei vandali di Genserico, allorché la città non era più da
tempo capitale dell´impero, essendo divenuta tale nel 402 Ravenna,
dove Onorio trasferì la sua corte per le maggiori capacità di
difesa offerte dal nuovo insediamento. In effetti, l´occidente
romano sembrava diventato facile terreno di conquista, consentendo a
barbari provenienti dal Nord e dall´Est di erodere piano piano i
territori che erano stati parte dell´impero. Una minaccia
particolarmente pericolosa veniva dagli Unni, il cui re Attila si era
messo in testa di occupare la Gallia, desideroso di impalmare Onoria,
sorella dell´imperatore Valentiniano III, in ciò spronato da un
desiderio espresso dalla stessa di essere liberata dall´ambiente
oppressivo di corte. Attila di certo equivocò, perché a Onoria non
era mai passata per la mente l´idea di unirsi in matrimonio con il
potente re degli Unni. Agli inizi della guerra i feroci Unni
dilagarono in Gallia, ma poi si trovarono di fronte il magister
militum Flavio Ezio, che riuscì ad avere come alleati i visigoti e
altre tribù germaniche. Lo scontro avvenne il 20 giugno del 451 ai
campi Catalaunici e la vittoria arrise ai romani, ma Flavio Ezio
evitò di ottenere un risultato schiacciante, nel timore che
l´annientamento degli Unni potesse di fatto rafforzare notevolmente
i Visigoti. Fu un errore gravissimo, perché l´anno dopo Attila
rivolse le sue mire sull´Italia.
Come
al solito, grazie al suo stile, mai ampolloso, conciso, senza essere
eccessivamente breve, Cervo ha confezionato un romanzo che si legge
con vero piacere, un puro e appagante svago che mi ha tenuto
compagnia nelle ore torride di un´estate più tropicale che
italiana. Quel che stupisce nel romanzo è la capacità di
coinvolgimento del lettore, che si sente attratto, oltre che dalla
trama, dalla personalità dei protagonisti, veramente indovinati, e
per non farci mancare niente Cervo è riuscito anche a inserire una
passione amorosa, che è ulteriore motivo di conflitto fra l´unno
Balamber e il romano Sebastiano.
Per
quanto ovvio Il segno di Attila è più che meritevole
di lettura.
Guido
Cervo (Bergamo,
19 febbraio 1952) vive e lavora a Bergamo,
dove ha svolto la professione di docente di Diritto ed Economia
presso l'istituto superiore "Maironi da Ponte". I suoi
romanzi, tutti pubblicati da Piemme, sono il frutto di ricerche
storiche approfondite, che contribuiscono alla ricostruzione di
affascinanti ambientazioni e scenari, teatro di eventi riguardanti
importanti personaggi storici, cui si intrecciano trame nate dalla
fantasia dell'autore. Attualmente risultano pubblicate le seguenti
opere: Il legato romano (2002), La legione invincibile (2003),
L´onore di Roma (2004), Il centurione di Augusto (2005), Il segno
di Attila (2005), Le mura di Adrianopoli (2006), L´aquila sul Nilo
(2007), I ponti della Delizia (2009), La croce perduta (2010), La
battaglia sul lago ghiacciato ( 2011), La setta dei mantelli neri
(2013), Bandiere rosse, aquile nere (2016), Il generale di
Diocleziano (2020).
Renzo
Montagnoli