Notte
all'Hostaria La Guercia
di
Valentino Rocchi
Argalìa Editore
Narrativa – romanzo storico
Pagg. 305
Prezzo: € 14,00
Quando accade di ultimare la lettura
di un'opera di grande bellezza, e questo avviene poche volte, si resta come attoniti
e l'unica idea che viene alla mente si sintetizza nella parola capolavoro.
Anzi, questo termine si ripete, due e più volte, quasi a voler dar conferma in
tal modo a quella sensazione di profondo appagamento che ti pervade, che ti fa
sentire fra lo stupito e l'esultante e che non poche volte porta a lacrime di
autentica commozione.
Non capita solo a me, visto che anche
Gian Paolo Serino su Satisfiction non è riuscito a
scrivere altro a proposito di Ultimo
parallelo, lo stupendo romanzo di Filippo Tuena.
Ho provato questa sensazione proprio
al termine della lettura di Notte
all'Hostaria La Guercia,
titolo forse non particolarmente invitante, ma, come in certe confezioni non
roboanti che dentro presentano tanta sostanza, questo romanzo è un'autentica sorpresa.
Pur se l'autore mi ha abituato a
opere di eccellenza, mai e poi mai avrei potuto sospettare che un suo romanzo,
peraltro storico, potesse avere così tante qualità, amalgamate con maestria al
punto tale da far esclamare “E' un capolavoro!”.
Certo il giudizio dipende anche dal
gusto, ma ci sono elementi che non sono così soggettivi che mi confortano
nell'entusiasmo con cui scrivo di quest'opera.
Sì, perché penso sia naturale dopo la
sintesi di valutazione cercare di comprendere come sono pervenuto a un giudizio
raro e così elevato.
Ora, senza provvedere a un elenco dei
meriti che finirebbe con lo stancare il lettore nella freddezza
dell'enunciazione, sono dell'idea che si potranno meglio comprendere parlando
del romanzo, ovviamente con le opportune puntualizzazioni.
Il titolo ha una sua precisa ragione,
perché Rocchi, invece di narrarci la storia di questo famoso personaggio del XV
secolo, partendo dalla nascita e sviluppandola fino alla morte, ha preferito
mostrarcelo in questa notte trascorsa, vegliando, in una vecchia osteria nei
pressi di Pesaro, la sua città a cui, non senza timori, si appresta a
ritornare.
Nelle ore del buio, trascorse senza
dormire, l'uomo, perché prima di tutto è un uomo con tutte le sue paure e le
sue incertezze, rievoca il suo passato con le considerazioni del presente.
E' un'idea che dà un tocco di
malinconia a tutta l'opera e che la rende viva, perché avvicina il protagonista
al lettore.
Qui chi racconta parla della sua
esperienza, fa rivivere a se stesso, e così anche agli altri, emozioni
trascorse, fa sentire continua la sua presenza sia in vicende passate che in
quelle ore della notte in cui gli sovvengono i ricordi, facendo emergere non
pochi rimpianti, soprattutto alla luce dell'estrema incertezza dell'avvenire.
Ritengo doveroso anche un cenno,
strettamente storico, sul personaggio principale. Si tratta di Pandolfo
Collenuccio, nato nel 1444 e che dopo aver compiuto
gli studi di diritto all'università di Padova riuscì a inserirsi nella corte
sforzesca di Pesaro. Avviò così una lunga carriera di diplomatico e di
cortigiano che lo mise anche al servizio di Lorenzo de' Medici e dei Gonzaga. Caduto in disgrazia per un presunto tradimento
e fatto rientrare a Pesaro con un inganno, lì vi fu giustiziato nel 1504.
Ora nel romanzo, il più possibile
fedele ai fatti storici, sono presenti anche personaggi famosi dell'epoca,
quali Poliziano, Pico della Mirandola e perfino i
Borgia, all'origine della rovina di Pandolfo.
Rocchi riesce a farli emergere non
come sporadiche comparse, ma in un disegno narrativo ove ognuno trova il suo
giusto risalto, soprattutto in relazione ai rapporti instaurati con il
protagonista.
Insomma, pur avendo ben presente che
l'opera deve parlare di Pandolfo Collenuccio,
gli altri personaggi lasciano traccia e assumono quella vitale autenticità che
riesce a fornirci un'immagine veritiera di un'epoca.
Altri invece sono probabilmente
frutto della creatività, come Maria, il primo amore, definita susina acerba per le sue qualità
estetiche, un soprannome che non manca di tenerezza come solo può averla chi ne
ha ancora il rimpianto. Al riguardo, la notte d'amore con lei è un autentico
gioiello con un Pandolfo inesperto, che combatte fra
desiderio e timore, ma alla fine si lascerà andare e in balia dei sensi
raggiungerà un'estasi mai dimenticata.
Per quanto immaginati, questi personaggi, compreso il capo lancia che
bracca Pandolfo, emergono dalle pagine con
naturalezza e sono uomini di quel tempo, perfettamente inseriti in una
struttura narrativa che non presenta il minimo squilibrio.
In una notte si fa il bilancio di una
vita e come sempre non quadra, ma egualmente l'uomo si appiglia a questi
ricordi, perché sono le uniche certezze. Il personaggio storico, che i libri ci
raccontano nelle sue gesta, riacquisisce così quelle caratteristiche umane,
quei pregi, ma anche quelle debolezze, che lo vivificano, un rientro nella
normalità che però lo fa sentire più vicino. In questo accostamento, o se
vogliamo in questo ridimensionamento, il nome diventa persona, le sue gesta non
vengono sminuite, ma facendolo sentire simile a noi è inevitabile una naturale simpatia, un
desiderio di soccorrerlo, di partecipare alle sue pene, a tal punto che resta
indelebile il suo ricordo e così gli si dona l'immortalità.
Scritto in modo estremamente
scorrevole, senza la minima sbavatura, questo romanzo presenta alcune parti che
sono veramente eccezionali.
Ho già citato la notte d'amore con susina acerba, ma non posso tralasciare
il suo commiato da lei e, soprattutto, la morte di Pandolfo,
quattro righe in cui la cessazione della vita passa in secondo piano rispetto
all'ultimo rimpianto dell'uomo consapevole della sua fine.
Sì, per questo e anche per altro, Notte all'Hostaria La Guercia è per me un
capolavoro, ma, come sempre capita in questi casi, sono sicuro che, leggendo e
rileggendo, troverò ancora altri motivi a supporto del mio giudizio.
Valentino Rocchi, nato a Savignano sul
Rubicone, risiede sin dall'infanzia a Pesaro. È socio corrispondente della Rubiconia Accademia dei Filopatridi
di Savignano sul Rubicone. Si è avvicinato alla narrativa, con libri di ampio
respiro e trame avvincenti, dopo una vita di intenso lavoro. Ha pubblicato: “Una Storia a Castelvecchio” (Ed. Il
Ponte Vecchio); “L'Eredità di Venanzio”
vincitore del Premio letterario “Il Pungitopo” 2002 (Ed. Guaraldi);
“Gli uomini di Bluma”
II classificato Premio Letterario “Palazzo al Bosco”, 2002
(Ed. Giraldi); “La
saggezza di Toni” (Ed. Giraldi); “Notte all'Hostaria La Guercia - Pandolfo Collenuccio, uomo di
corte del XV secolo, (Ed. Argalia),
pubblicato nell'anno del V centenario della morte di questo personaggio dalla
vita straordinariamente avventurosa. Il romanzo è ambientato nel XV
secolo, di cui è l'autore è studioso e conoscitore. L'ultima pubblicazione in
ordine di tempo è “La Magìa del fuoco”.
(Agemina).