Alla corte del nonno masticando liquirizia
di Mela Mondì
Sanò
Prefazione di Salvatore G. Vicario
Edizioni Agemina
www.edizioniagemina.it
Narrativa romanzo
Pagg. 328
ISBN: 978-88-95555-10-2
Prezzo: € 19,00
Varrebbe la pena di
leggere questo romanzo almeno per la descrizione del paesaggio nebroideo, una serie di affreschi di pregevolissima fattura
che ci introducono in un mondo di rara bellezza, con questa valle che degrada
verso il mare, colorata dai frutti degli aranci, assopita nelle giornate
torride d'estate, sconvolta ogni tanto da furiosi temporali.
Viene voglia di andarci subito per vedere con i nostri occhi, per toccare con
mano, per lasciarsi inebriare dal profumo intenso delle zagare.
Ma il vero tema
dell'opera non è il paesaggio, pur se importante nella struttura,
rappresentando di fatto la tela su cui l'autore ha
trascritto la vicenda.
Questo libro, in effetti,
vuole parlare dei profondi sconvolgimenti avvenuti in poco tempo in una società
immobile da secoli, di stampo quasi feudale, in cui i nobili erano tutto,
mentre gli altri, i cafoni, erano allineati sul gradino più basso di una scala
che impediva loro di risalire.
Il tutto avviene, nel
racconto della protagonista Isabella, in un arco di pochi anni, all'incirca fra
il 1930 e il 1960, con in mezzo una guerra che non
poco ha pesato in questo stravolgimento.
Per parlare degli altri
occorre prima guardare dentro di sé ed è quello che avviene per il personaggio
principale che rivede fatti, uomini, donne con il filtro della memoria, forse
un po' sbiadita, ma sempre volta a comprendere i perché di tante cose.
E' quasi una saga
familiare, con la figura carismatica del vecchio nonno, un patriarca di nobile
lignaggio che tiene apparentemente i fili del tutto, ma nella consapevolezza
che il mondo da cui viene inevitabilmente è destinato a finire. In questa
famiglia i vari componenti sembrano un blocco compatto, ma presi uno a uno
rivelano le piccolezze degli uomini, gli egoismi schermati da un formalismo di maniera.
Lei, Isabella, è l'ultima
generazione ed ha come riferimento una madre contessa, mentre il padre,
avvocato, ha come genitori dei cafoni. E' estremamente simbolico questo, perché
rivela una caratteristica che è propria di quel periodo di tempo, a cui la
guerra e il primo dopoguerra hanno contribuito in modo determinante.
Con Isabella avviene un
passaggio dal mondo feudale, già incrinato dal matrimonio fra un plebeo e una
nobile, a una modernità che dà vita a un ceto medio, relegando a un mondo di ricordi
la nobiltà.
Mela Mondì
racconta e si racconta, riflette, ci offre una figura di nonno di grande
rilievo, nella sua complessità, un uomo di grande cultura, tutto teso a
mantenere unita la famiglia con i suoi privilegi, ma anche attento a cogliere
il passaggio del tempo, a tendere la mano o a mostrare i pugni, a stare con un
piede nel passato e con l'altro nel presente.
Pagina dopo pagina è
anche una continua ricerca della verità, per sapere delle proprie origini, ma le verità, sulla
scia del pensiero di Luigi Pirandello, sono tante e alla fine si riveleranno
tutte false con la scoperta di un fatto di grande rilievo e di cui voglio
tacere, per non togliere il piacere della lettura.
Ne risulta un romanzo di
grande fascino, che, al di là della vicenda, è un'approfondita analisi
sociologica, con elementi anche filosofici, una fusione di strumenti in grado
di dare risposte alle inevitabili domande che l'autore e il lettore finiscono
con l'imporsi.
Mela Mondi Sanò è nata a Torrenova (ME).
Laureata in Pedagogia, abilitata in Scienze umane e
Storia, ha lavorato nella scuola: prima come insegnante e poi come capo
d'Istituto.
I suoi interessi culturali sono molteplici. Infatti ha scritto e pubblicato di
pedagogia, di matematica, di storia.
La stampa e la televisione si sono occupate di lei per
le iniziative socialmente significative che ha espresso fin da giovane, quando
nel 1957, unica donna siciliana, si presentò a “Lascia o Raddoppia” e vinse il
massimo premio.
Nel 1984
ha pubblicato “Da Pietra
di Roma a Torrenova” (ed. Pubblisicula ), un libro che aiuta a scoprire l'identità di un paese
istituito a Comune autonomo.
Ha ricevuto riconoscimenti nel campo della poesia. Nel 1994 ha ottenuto il premio
internazionale di poesia “L'Acàlypha” con il libro “Razza della mia
terra” ed. Agemina.
Impegnata nel sociale ha conseguito:
negli anni 1970/80 la specializzazione nell'educazione degli
alunni stranieri;
nel 1996 il diploma triennale in formazione politica al
Centro Arrupe di Palermo. È stata
consigliere nazionale e poi presidente provinciale del M.I.E.A.C. (movimento di impegno
educativo dell'A.C.).
“Alla corte del
nonno masticando liquirizia” è il suo primo romanzo. Ambientato sui Nebrodi, ci permette di conoscere ed
apprezzare le bellezze storiche e naturalistiche di questo territorio oggi
conosciuto come il Parco Regionale dei Nebrodi.