Il mio nome è Che
Guevara
di Alejandro Torreguitart Ruiz
Traduzione
e introduzione
di Gordiano Lupi
Coedizione
Il Foglio/A.Car.
Distribuito
da ALI
www.alibri.it
Narrativa
Collana
Letteratura Cubana Contemporanea
Pagg.
220
ISBN:
978 - 88 - 7606 - 205 – 6
Prezzo:
€ 15,00
Quando Ernesto
Guevara de la Serna (Rosario, 14 giugno 1928 – La Higuera,
9 ottobre 1967) nel gennaio del 1959 coronava la prima tappa del suo sogno di
liberazione degli oppressi, contribuendo a Cuba alla caduta del regime di Fulgencio Batista,
io ero poco più che un bambino e gli echi di questa vittoria e di questo
personaggio mi giunsero alle orecchie lasciandomi indifferente.
Tuttavia, qualche anno dopo, ormai
maturo per potermi costruire qualche ideale, la figura del Che (questo
nomignolo deriva
dalla lingua mapuche
e significa "uomo", "persona", e venne ripresa nello
spagnolo parlato in Argentina ed Uruguay,
per richiamare l'attenzione di un interlocutore) cominciò a diventarmi
familiare e le sue gesta finirono con il diventare l'esempio del classico eroe
disposto a sacrificare tutto, anche se stesso, per concretizzare le sue
aspirazioni. Non è che sapessi molto dell'uomo Guevara, ma per lui parlavano la
sua fierezza, il suo carattere indomito, il desiderio di liberare i popoli del
mondo da qualsiasi oppressione capitalistica, secondo un concetto comunista più
vicino a Lenin che a Marx. Benché non fossi della
stessa ideologia politica, e non lo sono anche oggi, quello che mi colpiva era
la figura, intesa come puro spirito, separato dal corpo, che aveva il
sopravvento su tutto e così per me, come per molti altri, divenne un mito.
Quando nel 1967 Guevara cadde in
un'imboscata in Bolivia e fu ucciso a sangue freddo, lo stupore iniziale lasciò
presto il posto alla convinzione che così era di fatto
divenuto immortale, non lasciando questa vita vecchio, magari in un letto d'ospedale,
ma combattendo per ciò in cui tanto credeva.
Poi, con il 1968 e le piccole
rivoluzioni di quel periodo, il Che assurse al simbolo del liberatore e
dell'innovatore, ma il tempo smorza, distrugge anche, e oggi, almeno da noi,
Ernesto Guevara è poco conosciuto. I giovani hanno altri miti in cui
immedesimarsi, personaggi di scarse qualità che sono arrivati, spesso
immeritatamente, al successo personale, quello a cui il Che non aveva mai
mirato, a differenza del suo compagno di rivoluzione Fidel Castro, comunista
solo per convenienza e non per convinzione.
Alejandro Torreguitart
Ruiz, giovane scrittore cubano, all'epoca della morte
del Che non era ancora nato e tutto ciò che ha appreso dopo è frutto di una
massiccia propaganda del governo castrista e che Guevara non avrebbe
sicuramente approvato.
Ma Torreguitart
ama ragionare con la sua testa, e non a caso è in dissidio con il regime
cubano, e allora ha voluto documentarsi, con dati e testi raccolti fuori dalla
sua isola, e quindi non indottrinati.
E' nato così questo libro che,
secondo me, è una realistica e splendida biografia del Che.
C'è proprio tutta la sua vita, dalla
nascita alla morte, ma, soprattutto, c'è una descrizione corretta dell'uomo
Guevara, con i suoi limiti, ma anche con le sue qualità. Ne esce un personaggio
complesso, ma di indubbio ascendente, tanto che anche Torreguitart
ne onora la memoria.
Scritto in modo accattivante, è la
storia avvincente di un uomo che antepose il suo ideale a tutto, anche a se
stesso, e la figura di eroe, per certi versi romantico, non ne esce scalfita,
anzi quella sua umanizzazione, avvicinandolo a noi, ci permette di comprendere meglio e anche di
giustificare i suoi difetti, mentre assumono ancor più rilevo le indubbie
qualità.
Il mito così si perpetua e se il
corpo è ormai polvere ciò che ha rappresentato il suo spirito resta imperituro,
un esempio, al di là di ogni ideologia politica, per tutte le generazioni, un
sogno che non può che perpetuarsi perché, anche se non è più tempo di eroi, il
Che rientra nell'olimpo degli uomini diventati dei.
E' sicuramente un libro da leggere,
sia da chi già conosce la storia di Ernesto Guevara, sia da chi la ignora,
perché è un ritratto degno di questo grande rivoluzionario.
Alejandro Torreguitart Ruiz (L'Avana, 1979) scrive poesie e
racconti per la rivista El Barrio, è poeta repentista e
cantautore. Suona in un gruppo rock chiamato Esperanza.
Ha esordito in Italia con il romanzo breve Machi di carta - confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa,
2003) che ha avuto un buon successo di critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il
romanzo breve La
Marina del
mio passato (Edizioni Nonsoloparole - Napoli), a maggio 2005 il romanzo di ampio
respiro Vita da jinetera (Il Foglio -
Piombino) sul mondo della prostituzione, nel 2007 Cuba particular (Stampa Alternativa) e
nel 2008 Adios Fidel (Il Foglio – Piombino). Alcuni
suoi racconti di impronta politico-esistenziale sono stati pubblicati da
quotidiani e riviste. Tra questi: Il Tirreno, Il Messaggero, La Comune, Container,
Progetto Babele, Il Filo, L'Ostile, Happy Boys. Gordiano Lupi è il traduttore e il titolare per
lo sfruttamento dei diritti sulle sue opere in Italia e per l'Europa.