Un Gioco d'Azzardo
di Corrado Guzzon
Prefazione di Renzo Montagnoli
Edizioni Il Foglio Letterario
www.ilfoglioletterario.it
ilfoglio@infol.it
Poesia silloge
Collana Autori Contemporanei di Poesia
diretta da Fabrizio Manini
Pagg. 85
ISBN: 978 88 7606 213 1
Prezzo: € 10,00
Anziché le classiche
dediche all'inizio della silloge sono riportate tre riflessioni, o meglio tre
aforismi.
Uno è del poeta che sull'autore
ha esercitato il maggiore influsso, cioè Charles Bukowski, un altro è di Andrea
Pinketts, mentre il terzo è di Guzzon stesso, tratto
dalla sua silloge Un Deca sul Bancone.
Quest'ultimo è il più
interessante per definire la filosofia del poeta e testualmente recita “Gli anni se ne vanno prendendoti in giro”.
La frase sembra un po' criptica, ma, se si esamina la produzione di Guzzon e in particolare quella della presente silloge,
appare assai chiara, perché è il frutto di un'amara presa di coscienza sugli
sforzi dell'uomo per dominare il trascorrere del tempo: gli anni volano, quasi
sbeffeggiandolo, e allora l'importante è non prendere mai troppo sul serio le
cose e, soprattutto, se stessi.
Così, verso dopo verso,
troviamo a volte il percorso della memoria che riporta all'epoca spensierata
della fanciullezza, quando c'era il sottile incosciente piacere di rubare
l'uva, per mangiarla poi in riva al fiume in attesa del tramonto e far corte
alle ragazze, per ottenere un difficile bacio (Un'altra scuola).
Ma c'è anche l'età della
ragione, in cui i sogni sembrano svanire, salvo che un gesto del tutto inatteso
risvegli Il fanciullino per farlo
nuovamente volare (Con un salto).
Questa riscoperta della parte più genuina e naturale che è in noi, spesso
occultata, soffocata dalla quotidianità, se pur appena accennata, rientra in effetti nel mito platonico del Pascoli, quasi
un'antitesi alla rassegnata consapevolezza che la vita è fatta solo di gesti
ripetuti e meccanici che finiscono con l'isolare l'individuo in quella
moltitudine di cui al tempo stesso desidera e teme di far parte.
Il riaffiorare di ciò che
ancora è incondizionato lo ritroviamo anche in Un minuto è già un romanzo, con il rinnovarsi dello stupore per le
stelle cadenti.
Tuttavia resta l'eterno
contrasto fra la nostra spinta intima a volare e la realtà degradante,
asfissiante, che tende progressivamente a inaridire, splendidamente espressa in
Autunni diversi.
Che il tempo e il destino
si prendano gioco di noi, in pratica pedine di una commedia di cui non
conosciamo il testo, è inevitabile anche nell'amore, dove tutto sembra o è
frutto del caso, come nel gioco d'azzardo e Gioco
d'azzardo è una poesia che dà il titolo all'intera silloge.
E all'amore sono dedicati
molti versi, riproponendolo in occasioni diverse della giornata, sempre venato
da una malinconica visione di un rapporto che sembra seguire il suo corso
indipendentemente dalla volontà dei soggetti, semplici marionette che un
burattinaio invisibile muove secondo un copione solo a lui noto.
In questa raccolta è
marcata una visione disincantata della vita, da non prendere mai sul serio; infatti è indispensabile ironizzare su noi stessi, unica
possibilità perché il tempo passi senza che il nostro coinvolgimento sia di
attivi partecipi a un progetto a cui non crediamo, e in questo senso la
raccolta comprende una poesia il cui ultimo verso è costituito solo da un nome
e cognome: Charles Bukowski.
E' certamente un omaggio
al maestro e finisce con il ribadire che, per quanto nulla sia da prendere sul serio,
in noi resta sempre la traccia di quel Fanciullino
che ci porta anche ad entusiasmarci, magari solo per i versi di un altro autore
che più di noi ha saputo ascoltarlo e dargli voce.
E non è un caso se la
copertina è del tutto particolare. Dovete sapere che Guzzon,
che fin da giovane ha collezionato tutte le edizioni di volumi di Bukowski,
anche quelle americane, di cui alcune numerate e firmate dall'autore, riuscì a
ottenere, grazie a Fernanda Pivano, l'indirizzo di casa del poeta, a cui
scrisse una lettera includendo una delle sue cartoline che lo ritraevano alla
macchina da scrivere, con la preghiera di ritornargliela autografata, il che
avvenne. Questo accadeva nel gennaio del 1994, due mesi prima (9 marzo) che
Bukowski morisse. Dopo quasi quindici anni il retro è la base della copertina
di questa bella silloge di cui consiglio vivamente la lettura.
Corrado Guzzon è nato a Monza nel 1966.
Ha pubblicato due libri
di poesia:
DOVREI VIVERE IN UNA
VASCA
(Edizioni Clandestine, 2006)
UN DECA SUL BANCONE
(Cicorivolta Edizioni, 2007)
Scrive da molti anni. È
socio del Gruppo Scrittori Ferraresi e molte delle sue poesie sono state
pubblicate in diverse riviste, fra le quali UnPoDiVersi,
e, più recentemente, L'Ippogrifo, entrambe gestite dal G.S.F.
È stato vincitore del primo premio nel Concorso Nazionale di
Poesia anno 2008 “Premio Lasarat - Città di Broni (PV)” sezione Italiano.
“UN GIOCO D'AZZARDO” è la sua terza raccolta.