ÉMILE ZOLA
SCRITTORE SPERIMENTALE
Per la ricostruzione di una poetica della modernità
di Giuseppe Panella
Edizioni Solfanelli
www.edizionisolfanelli.it
Saggistica letteraria
Pagg. 120
ISBN: 978-88-89756-51-5
Prezzo: € 9,00
Devo ammettere che
risulta assai difficile, o addirittura quasi impossibile, scrivere la
recensione di un saggio letterario capace di affrontare la figura di uno
scrittore come Emile Zola, fondatore del Naturalismo, corrente letteraria che
si ispira, come metodologia, a Claude Bernard, grande medico francese, autore
dell'Introduzione alla medicina sperimentale.
Precursori di questa
concezione, antitetica del romanticismo e che si basa sul fatto che la
psicologia dell'uomo debba essere considerata alla stessa stregua di ogni
fenomeno naturale e quindi con la stessa evoluzione di causa ed effetto, furono
senza dubbio Balzac e Flaubert, ma Zola fu colui che
la sviluppò ai massimi livelli.
Del resto nel Saggio su
Il romanzo sperimentale che comprende tutti gli scritti teorici pubblicati da
Zola nel 1880, lui stesso definisce il romanzo una conseguenza dell'evoluzione scientifica del secolo; esso è, in una
parola, la letteratura della nostra età scientifica, come la letteratura classica
e romantica corrispondeva a un'età scolastica e di teologia.
Da qui l'osservazione
diretta di esseri umani, dei loro comportamenti, delle loro reazioni, dei loro
ambienti, indispensabile per scrivere un romanzo.
E
infatti le descrizioni sono improntate al più rigoroso realismo, il che
se incontrò notevoli favori, però diede luogo anche a reazioni piuttosto accese
negli ambienti più conservatori dell'epoca.
Benché da noi più
conosciuto per Teresa Raquin,
per Nanà, Germinal e La bestia umana, il grosso della sua
produzione va ascritto al Ciclo de I Rougon-Macquart, di cui peraltro fanno parte gli ultimi tre
dei succitati romanzi.
Si tratta di una serie di
opere (una ventina) in cui l'intima connessione tra i protagonisti del gruppo
familiare e sociale ivi descritto rende la loro storia esemplare, anzi la vera
storia narrata del Secondo Impero Bonapartista.
E qui l'adesione al
modello di scienza sperimentale teorizzato da Bernard trova la più completa
delle applicazioni nelle azioni, nelle passioni, nei comportamenti dei
componenti di questa stirpe, all'origine dei quali vi è un'accertata lesione
organica, cioè secondo la moderna terminologia ci sono elementi del codice
genetico che finiscono con il condizionare i discendenti, segnandone in pratica
l'esistenza.
Con questi presupposti e
con lo spietato realismo che induce lo scrittore a osservare con la massima
attenzione il comportamento di soggetti reali analoghi ai personaggi della
vicenda, è evidente che lo spazio per la creatività si riduce alquanto, finendo
con il costituire solo l'ossatura del racconto, il fil rouge
intorno al quale gira tutta la storia.
Questo saggio, peraltro
facilmente accessibile come esposizione, presenta l'indubbio vantaggio di
parlare, in modo coordinato e razionale, di questa continua sperimentazione di
Zola, riportando anche brevi brani di alcuni romanzi, giusto per chiarire
ulteriormente i concetti.
Quindi sono dell'idea che
possa costituire uno strumento indispensabile per lo studioso dell'autore
francese e anche una fonte di conoscenza per chi voglia comprendere un periodo
storico e una corrente letteraria di rilievo quale fu il Naturalismo.
Giuseppe
Panella si è laureato in filosofia presso la Scuola Normale
Superiore di Pisa dove attualmente insegna. Si è occupato di storia
dell'estetica, ha curato la
Lettera sugli spettacoli di Jean Jacques Rousseau per Aesthetica (Edizioni di Palermo) e Il paradosso sull'attore
di Denis Diderot (La Vita Felice di Milano)
e in particolare del concetto di Sublime, Il Sublime e la prosa. Nove proposte
di analisi letteraria (Clinamen, Firenze 2005). Più
recentemente è passato ad occuparsi di teoria della letteratura e di filosofia
del romanzo moderno, ha curato l'edizione del romanzo Jcosameron
di Giacomo Casanova (La
Vita Felice, Milano 2002) e i volumi monografici: Alberto
Arbasino (Cadmo, Firenze 2004), Lo scrittore nel
tempo. Friedrich Dürrenmatt e la poetica della responsabilità umana (Solfanelli, Chieti 2005 e Il lascito Foucault (Clinamen, Firenze 2006) in collaborazione con Giovanni Spena. Come poeta, ha pubblicato otto volumi di poesia, tra
i quali Il terzo amante di Lucrezia
Buti (Polistampa,
Firenze 2000) ha vinto il Fiorino d'oro del Premio Firenze dell'anno successivo.
Renzo
Montagnoli