Invincibili
di Jolanda Catalano
Nota introduttiva di
Francesco Idotta
Edizioni Città del Sole
www.cittadelsoledizioni.it
Poesia
Pagg. 46
ISBN: 9788873510918
Prezzo: € 7,00
Quando vidi “2001 Odissea nello spazio”,
il celebre film di Stanley Kubrik, rimasi fortemente
impressionato dalla capacità del regista inglese di narrarci la genesi
dell'umanità fino al suo compimento finale.
Analogo stupore ho ritratto dalla lettura di Invincibili, di Jolanda
Catalano, un vero e proprio poemetto sull'evoluzione della specie, attuata con
continue dilatazioni temporali che colgono gli aspetti essenziali dello
sviluppo dell'essere umano, con stacchi sul passato e proiezioni sul futuro, in
una continua e costante tensione armonica che riesce ad avvincere e a
coinvolgere il lettore.
Dalla nascita della vita alla conoscenza prima animalesca
dell'amore, poi alla sua sublimazione, è un percorrere poeticamente e con
estrema capacità di sintesi la storia dell'uomo, di questo essere dapprima
inconsapevole di esistere e che poi prende possesso della sua realtà oggettiva
in una visione soggettiva che gli fa credere di essere l'unico, imponente,
importante, sovrano assoluto del mondo.
La scoperta, o meglio le scoperte, in un essere che crede di
essere invincibile della sua estrema vulnerabilità, non solo ai fattori
esterni, ma alla sua dimensione intima, a quella sfera psichica che tende a
esaltarlo, ma anche a deprimerlo, sono versi di accorata impotenza, la constatazione
della nullità del suo smisurato orgoglio ( Non
ti dirò di tutte le vergogne / che videro i miei occhi nel passare, / sappi
soltanto che l'animale è buono / e l'uomo invece è perfido e crudele. /…).
Questa immagine riduttiva della propria capacità conduce l'uomo
alla ricerca di chimere, a sprofondare nei sogni che esulano la realtà, in un
viaggio, novello Ulisse, che non porta da nessuna parte se non a un malinconico
ritorno a se stessi, con il rimpianto di quanto si è perso del poco che si aveva
e che pur invece è tanto ( E piansi,
finalmente piansi, / a lungo prostrato su me stesso / e mai un pentimento fu
così grave / mai più ci fu una nave per il ritorno. /…).
Ciò che si è perso nel tempo non ci verrà restituito dal tempo,
ciò che credevamo superbamente di essere sarà il motivo della nostra rassegnata
sconfitta. Invincibili non eravamo, né mai lo saremo, e anche se il volo
poetico è pura illusione, un separarsi dalla realtà per trascorrere
inconsapevolmente dei giorni forse perduti, è l'unico che può dare un senso
compiuto alla vita.
Non aggiungo altro, se non l'invito a leggere questi versi
stupendi, accostati in un'armonia di grande effetto, e che alla fine, nella
consapevolezza della nostra imperfezione, ci pervaderanno di un profondo senso
di serenità.
Jolanda
Catalano è
nata a Villa San Giuseppe e vive da parecchi anni a Gallico (Reggio Calabria).
Sin da giovanissima ha sviluppato il suo amore per la poesia.
E' autrice di raccolte poetiche, di racconti e di testi teatrali (
in lingua e in vernacolo), che hanno ottenuto premi e riconoscimenti.
Con successo è stata messa in scena una sua commedia in Vernacolo Uvi, uvi, a pizziau, dal Gruppo teatrale “I Rusticani”, regia
di Giulia Catanese.
Ha collaborato per diversi anni alla Rivista “La Procellaria” con
poesie, recensioni e articoli.
La sua prima silloge poetica Alternanze è stata pubblicata nel 1886, da Calabria Letteraria Editrice e
presentata al pubblico a cura del Rhegium Julii, Circolo Culturale all'interno del quale l'Autrice
continua a vivere la sua esperienza umana e poetica.
Nel 2000, con La tela di Penelope ha vinto il
premio Gilda Trisolini,
silloge pubblicata a cura del Circolo Rhegium Julii.
Del 2004 e
del 2005 sono rispettivamente le sillogi Lettera a due madri e Invincibili, entrambe pubblicate da
Edizioni Città del Sole.
Renzo
Montagnoli