L'oscura immensità
della morte di Massimo Carlotto – Edizioni e/o
L'oscura immensità della morte è forse uno dei
migliori romanzi di Massimo Carlotto; è un'opera di
notevole livello, che, al vantaggio di leggersi con facilità, unisce anche lo
stimolo a profonde riflessioni sui rapporti fra gli uomini, sulle loro reazioni
agli avvenimenti che li toccano direttamente, lasciando un segno incancellabile
sulla loro psiche.
In breve il tutto nasce da una rapina dove vengono uccisi da uno dei due banditi due innocenti, madre e
figlio. Uno dei malviventi viene arrestato e
condannato all'ergastolo, l'altro invece fugge e resta in libertà. Quindici
anni dopo l'omicida, affetto da un cancro inguaribile, chiede la grazia e
quindi il perdono del marito e padre delle vittime, un uomo ormai prigioniero
della solitudine e della memoria, con sempre impresse nella mente le ultime
parole di sua moglie “E' tutto buio, Silvano. Non vedo più nulla. Ho paura, ho
paura, è buio.”
Non vado oltre per non togliere il piacere al lettore
di scoprire come si evolverà la vicenda, dove, pur negli stilemi di un “noir”,
si è indotti a profonde riflessioni sulla vita e sul concetto di giustizia, con
una narrazione essenziale, incalzante e incisiva, ma non per questo meno
coinvolgente. Carlotto come scrittore ha il dono
dell'immediatezza, cioè riesce a trascinare il lettore nelle spire della trama,
rendendolo di fatto partecipe fino a immedesimarsi prima con l'uno e poi con
l'altro dei due personaggi principali, che non sono altro che le rispettive
immagini speculari.
Alla vicenda fa da sfondo una città del Nordest, in
cui tutto è regolato dall'ipocrisia, in particolare da quella dai mass-media, ossessivi e
implacabili nell'imporre il loro concetto di giustizia, ma anche propinatori di
illusioni alle quali i due protagonisti non si sottraggono.
L'oscura immensità della morte è un romanzo di
grande respiro, una sorta di compendio dei molti difetti e dei pochi pregi
della società in cui viviamo.
L'autore
Massimo Carlotto nasce a Padova nel
1956; è autore di romanzi noir e di racconti per ragazzi, nonché di testi
teatrali. Ha esordito nel 1995 con Il fuggiasco, autobiografia del suo periodo
di latitanza (accusato di omicidio nel 1976 e graziato nel 1995 da Oscar Luigi Scalfaro); successivamente ha scritto La verità
dell'Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all'uscita, Il corriere
colombiano, Arrivederci amore, ciao, Niente, più niente al mondo, L'oscura
immensità della morte e, con Marco Videtta, Nordest.