Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Narrativa generica  Noir  Storie di paese Prima Serie  I racconti del nonno  Fiabe  Horror  Storie di paese Seconda Serie  C'era una volta  Racconti di Natale 

  Racconti  »  Narrativa generica  »  Il racconto 16/12/2006
 

Il racconto

 

La donna si voltò di scatto, gli occhi pieni di lacrime, ma brillanti di una luce fiera, come il suo carattere che accomunava dolcezza e determinazione.

- Non dovevi farmi questo! Come hai potuto, dopo dieci anni di matrimonio?

Il marito, in un angolo della cucina, teneva gli occhi bassi e sembrava seguire svogliatamente i disegni delle mattonelle.

- Parlo con te, Roberto. Hai capito quel che ti ho chiesto?

E che gli faccio dire come risposta? Roberto è un tipo un po' chiuso, era sempre stato innamorato della moglie, ma poi, quasi per caso, si era imbattuto in quella collega assai più giovane e, inoltre, bella.

Vediamo, forse è meglio così.

- E' stato un momento di debolezza, Alma. Ho sbagliato, lo so, ma voglio rimediare e ti assicuro che non si ripeterà più.

Roberto si avvicinò lentamente alla ricerca di un bacio sugellatore della fine di una lite, ma Alma, proprio Alma che era stata sempre così mite, allungò un braccio e gli colpì la guancia sinistra con il dorso della mano.

- Sei ammattita? Guarda che mi hai fatto male, mi hai quasi rotto il labbro.

- E questo è niente, perché un traditore merita di peggio.

E adesso che scrivo? Voglio che i due si riappacifichino, siamo sotto Natale e le storie è quasi d'obbligo che abbiano un lieto fine. Mi è venuta un'idea.

- Alma, sono un uomo finito, se non mi ami più, a che pro continuare a vivere. Non mi resta altro che anticipare la mia fine. - e Roberto corse fuori, scendendo quasi a rotta di collo le scale del condominio.

Alma restò immobile, appoggiata al bordo del tavolo.

D'accordo, ma devo vedere come far rincontrare i due, farli tornare insieme insomma, in un finale di speranza. Forse ho trovato.

Alma si scosse e si precipitò verso la porta.

- No.

Come no! Io voglio che gli corra dietro, che magari lo offenda, ma che gli faccia capire che ha bisogno di lui.

- No, tu sarai l'autore, ma io non voglio fare una figura del genere.

Madonna mia, sto forse impazzendo? Il personaggio che ho creato mi si ribella, non è d'accordo con me. 

Robe da non credere, perché evidentemente la mente vacilla, dopo tutta questa solitudine nella ricerca di scrivere qualche cosa.

- Senti, bello. E' Alma che ti parla, quella donna che la tua fantasia ha creato, la stessa che ricorre spesso nei tuoi sogni: alta, bionda, slanciata, dolce, ma determinata. E così vorresti che io diventassi remissiva, vero?

“No, Alma, non è questo che voglio, ma ci sono esigenze letterarie che me lo impongono.

- Tu che faresti se fossi tradito da tua moglie?

“Penso che mi incazzerei, ma poi cercherei di riannodare il filo allentato di una vita in comune.

- Sei troppo buono e forse non sei nemmeno uno scrittore; devi immaginare una lite furibonda, dove si menano le mani, dove gli schiaffoni non si negano, dove il traditore dovrebbe essere svergognato di fronte a tutti. Sai che ti dico? Che Roberto mi ha risparmiato la fatica di buttarlo fuori.

Alma si sedette a cavalcioni di una sedia e si accese una sigaretta.  

- No, e poi no! Detesto fumare.

“Va bene, niente, resta lì in piedi. Mi dispiace però per Roberto che è consapevole del suo errore e ha cercato di rimediare, ma tu non hai avuto un briciolo di misericordia.

- Caro mio, non si tratta di misericordia, ma di amore e quando quello si spezza non lo riannodi più.

“ Io un'idea l'avrei: lasciar passare il tempo e poi la notte di Natale lui ritorna, bussa alla porta, si getta ai tuoi piedi, implora il tuo perdono e tu gli accarezzi il viso. Avrei un lieto fine e sarei in linea con il buonismo attuale.

-  Un bel melodramma, non c'è che dire. Potrà piacere ai lettori di bocca buona, a quelli che credono anche a un asino che vola, ma nella vita non è così. Volevi questo? Sì? Allora non avresti dovuto descrivermi come una donna determinata, ma come un povero essere rassegnato e succube.

“Forse hai ragione, ma questo racconto proprio mi fa schifo e adesso lo sposto dalla libreria nel celestino.”

- Fermo! Hai sprecato del tempo, hai creato due esseri con una storia, pretendi che loro reagiscono in modo diverso da quel che sono; cerca di ragionare, perché se elimini noi togli qualche cosa a te stesso.

“Va bene, d'accordo. Si è fatto tardi e vado a letto. Spero che la notte mi porti consiglio. “ 

E' tardi veramente e sono frastornato: una buona dormita non potrà che farmi bene.

 

Il giorno dopo…

 

Ho dormito bene, ma di idee per il racconto non ne ho più. Adesso accendo il computer e cancello il file.

Un attimo solo, perché voglio dare un'occhiata a quel che ho scritto.

Dunque ero arrivato a “Alma restò immobile, appoggiata al bordo del tavolo. Porca miseria, non lo trovo e non c'è nemmeno più l'uscita di casa di Roberto. Si vede che ho dimenticato di memorizzare, ma c'è dell'altro che non mi ricordo di aver scritto. 

- Sì, Alma, sono un traditore, un uomo che non merita più niente e che non chiede nemmeno misericordia. Ho sbagliato e merito di essere punito, ma io ti amo ancora, anzi di più.

La donna restò impassibile mentre lui si accasciava su una sedia, del tutto affranto.

- Giurami che non la vedrai più?

- Mai più, giuro che fra me e Lycia è tutto finito e che mai potrà ricominciare.

Alma sembrava soddisfatta, si morse il labbro inferiore, un tic quello che caratterizzava i momenti delle grandi decisioni.

- Così va bene, Roberto. Devi sapere, però, che quel tuo trascurarmi ha comportato una mia progressiva disaffezione. Quell'amore che tu non mi davi più ho dovuto cercarlo altrove.

Roberto sbarrò gli occhi e proruppe in un fragoroso: - Puttana!

- E tu puttaniere!

- No, Lycia è ben diversa da te: è una donna seria, che mai e poi mai mi tradirebbe.

- Davvero? Ne sei sicuro?

- Ci metterei le mani sul fuoco.

Alma prese in mano il telefono e compose il numero.

- Alma, ma quello è il numero di Lycia.

La donna non si scompose e quando l'altra rispose, quasi urlò nel dire: - Ciao, amore. Adesso quel becco di mio marito sa tutto. Come dici? Ah, come è rimasto?

Guardò l'uomo: una statua di marmo avrebbe avuto più vita.

- Allora, d'accordo. Ho già fatto la valigia e vengo a vivere con te. C'è chi voleva una conclusione natalizia e di moda e l'ha avuta, perché noi vivremo felici e contente. Roberto  no? E perché mai no? Mi hai detto che piace tanto a tuo marito e penso proprio che non resterà solo, perché in fin dei conti ha solo da abituarsi alla nuova realtà.

Ma non è questa la conclusione che volevo io?

Adesso elimino tutto.

Un attimo, c'è un post scriptum.

 

So che sei tentato di stracciare il tutto, ma tu volevi un lieto fine e consono ai tempi, e così io l'ho scritto.

Detto fra noi, ho inventato tutto, perché adesso siamo in viaggio io e Roberto nell'immenso mondo della fantasia e forse un giorno ci rincontreremo e ci farai protagonisti di un'altra storia. In fin dei conti noi non siamo che altre immagini di te.

Un bacio

Alma.

 

 

 
©2006 ArteInsieme, « 014122701 »