“Carissimo
editore,
è
con animo affranto che ti mando la mia opera che tutti gli altri hanno
rifiutato.
Non
so perché tu sei l'ultimo che la riceverai, cioè non ti so dire perché nella
classifica occupi l'ultima piazza, ma probabilmente è perché sei sfigato come
me. Ho visto il tuo catalogo: nessun problema di scelta, visto che hai solo un
romanzo di uno un po' meno sconosciuto di me. E allora
mi sono detto: quel titolo da solo si annoia poverino e chissà come starebbe in
compagnia con quello della mia fatica. Sì, fatica, non tanto a scrivere il
romanzo, ma a trovare anche un cane disposto a pubblicarlo. In quelle pagine ho
messo tutto me stesso, in quelle righe c'è ogni minuto della mia vita. La trama
forse non è interessante, la sintassi lascia un po' a desiderare, ma è tutta
roba mia, anche le pagine più scabrose, con la descrizione del primo rapporto,
ovviamente andato buco (te l'ho detto che sono sfortunato).
C'è
tutta la mia merda di vita, con il matrimonio fallito
già durante la luna di miele, la ricerca di un lavoro che mi aiutasse
a dimenticare la delusione amorosa e quando l'ho trovato alla fonderia la
ricerca di una donna che mi facesse dimenticare il tedio del lavoro. Vedi, io
ho sempre cercato qualche cosa nella vita e quando credevo d'averla trovata
dovevo cercarne subito un'altra. Le ho provate tutte per cambiare, ho pensato
perfino di farmi prete, ma quando credevo di aver trovato la vocazione per
nostro signore Gesù Cristo ho sentito un crescente interesse per il buddismo.
No, nessun timore di vedermi vestito di arancione, perché è un colore che
detesto. Nel mio libro scrivo tutto questo, parlo di questa sfiga che mi
perseguita in tutte le occasioni, anche le più semplici, come quando all'ultima
lotteria di capodanno il numero del biglietto vincitore del primo premio era
immediatamente precedente a quello del mio e quello che si è aggiudicato
il secondo premio era immediatamente successivo.
Visto
che con le donne andavo buco, ho provato anche con gli uomini, ma anche lì, o
ci si nasce, o non ci si diventa: insomma ho provato una sola volta e ancora la
parte mi duole.
Lo
so che non sarà facile vendere il mio libro, ma
qualche cosa nella vita la debbo fare per essere certo di esistere e allora ho
avuto l'idea geniale che ne farà un successo senza precedenti. Legga il titolo.
Letto? Il primo e l'ultimo, perché il suo autore in segno di protesta contro
una vita da sfigato si toglierà la vita. Mi immagino già i titoli: il best
seller dell'anno, un romanzo verità.
Ho
fatto tutte le cose per bene: ho messo il francobollo sulla busta, l'indirizzo
esatto e una volta terminata questa mia la piegherò ben bene, con il massimo
della precisione; poi la metterò nella busta e la incollerò. Indi mi sparerò un
solo colpo, una volta infilata la canna in bocca.
Mi
sto esaltando, anche perché penso proprio di esser riuscito a dare un calcio
alla sfiga.
Grazie
infinite.
Suo….”
-
Maresciallo, ma ha letto questa lettera?
-
No, me la faccia vedere.
-
Più sfigato di così…
-
Perché?
-
Si è sparato prima di imbucare la lettera.