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  Editoriali  »  Il conflitto che nessuno voleva, di Renzo Montagnoli 05/04/2015
 

Il conflitto che nessuno voleva

di Renzo Montagnoli

 

 

Il 28 luglio 2014  è la data in cui l'impero austro-ungarico dichiara guerra al Regno di Serbia a seguito e con pretesto dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Aburgo-Este avvenuto a Sarajevo il 29 giugno 2014. A ruota, sulla base delle alleanze stipulate nella seconda metà del secolo precedente il conflitto si amplia con gli interventi della Germania, dell'Impero Ottomano, della Bulgaria, tutti e tre questi stati a fianco dell'Austria, e degli Alleati, avversi a questa coalizione, rappresentati dalla Francia, dal Regno Unito e dall'Impero Russo. L'Italia, dopo un penoso tentennamento e non senza aver tradito la sua alleanza con Austria e Germania, farà il suo ingresso nella guerra il 24 maggio dell'anno successivo.  Come se non bastasse a poco a poco intervennero altri stati, in un lasso di tempo dilazionato, quali la Grecia, la Romania, il Portogallo e soprattutto gli Stati Uniti, il cui apporto è stato decisivo. Può sembrare strano, nessuno voleva questo conflitto, ma tutti non fecero il benché minimo tentativo per evitarlo. Il problema è che, quando non si risolvono consensualmente questioni spinose, il fuoco continua a covare sotto la cenere; alla Francia scottava ancora l'ingloriosa sconfitta patita nel 1870 per opera dei tedeschi; Il Regno Unito, dopo un periodo di isolamento, voleva tornare a far sentire il suo peso nello scacchiere europeo; la Germania, ancora fresco stato, era convinta della sua invincibilità, dopo appunto le vittorie del 1870, e della necessità di ritagliarsi un ruolo egemone; l'Italia non considerava ancora ultimato il periodo introdotto dalle guerre di indipendenza e rivendicava Trento e Trieste, e magari anche qualcosa di più; poi c'erano tre stati, che erano dei veri e propri colossi, ma dai piedi d'argilla. Enormi macchine burocratiche che cercavano di fermare il tempo e, contestualmente, di garantire immutabili i privilegi della classe dominante.  L'Impero Russo, bastonato alcuni anni prima nella guerra con il Giappone, era percorso da fremiti rivoluzionari che si cercò invano di soffocare con l'occasione di una guerra, con uno scopo quindi comune, da consentire di rinsaldare la sua popolazione con quel monarca assoluto che era lo zar; l'impero ottomano, che continuava a perdere pezzi, e al cui interno c'erano spiriti ribelli che volevano porre fine alla lenta agonia di uno stato ormai in sfacelo, aderì per gli stessi motivi della Russia e la stessa cosa si può dire per l'Impero Austro-Ungarico, retto da troppo tempo da un longevo come Francesco Giuseppe, incline ad accentrare su di sé ogni potere e non disposto a concedere la benché minima autonomia alla tante nazionalità che costituivano i suoi sudditi.

Nessuno voleva questa guerra, ma per un motivo o per l'altro nessuno vi si oppose e così prese il via il più grande conflitto della storia prima della seconda guerra mondiale e che durò fino alla fine del 1918 con tante sofferenze e tanti morti (complessivamente oltre 24 milioni). E il bello fu che, a parte l'Italia, gli altri ottennero ben poco, anzi i vincitori, con il loro atteggiamento intransigente, profusero a piene mani le sementi per un nuovo scontro, che germogliarono rapidamente e che generarono la seconda guerra mondiale.

Fu la guerra delle trincee, degli insensati attacchi frontali, secondo una visione tattica e strategica che risaliva ai tempi di Napoleone, ma allora non c'erano le mitragliatrici, i gas asfissianti, gli aerei e i sommergibili. Fu la guerra dell'angoscia continua, da quel senso di impotenza che doveva provare il povero fante, divenuto ben presto consapevole di essere considerato niente di più che carne da macello. Tanto orrore quotidiano, tanti lutti, tante indicibili sofferenze, come si è visto, non portarono a una pace duratura. Né bastarono ad aborrire una volta per tutte quell'immensa tragedia che è la guerra, quello scontro in cui, a ben guardare, non ci sono vinti e vincitori assoluti.     

 

 

 
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