Polizia che tortura e altre vergogne
di Ferdinando Camon
Quotidiani locali del
Gruppo "Espresso-Repubblica" 9 aprile 2015
Sì, ha ragione Gianfranco Bettin: c'è un'altra
vergogna per noi italiani, abbiamo una polizia che tortura. Lo ha stabilito la
Corte dei Diritti Europea. Che a scoprire e condannare un crimine così
mostruoso non sia la Giustizia italiana, evidentemente cieca o impotente, ma la
Giustizia europea, è una vergogna nella vergogna. La nostra Giustizia non vede?
Il nostro Parlamento è incapace? Le nostre leggi sono insufficienti? Già
dovevamo vergognarci per tante cause: lo strapotere della mafia e della
camorra, che invece di sparire proliferano, l'estensione e la capillarità della
corruzione, le proporzioni mastodontiche dell'evasione fiscale, le numerose
stragi impunite, i servizi segreti deviati, le carceri strapiene, le pensioni
squilibrate (da fame o d'oro), le elezioni truccate, che seguono leggi pensate
per favorire l'interesse dei partiti e non degli elettori. Ed ecco che salta
fuori anche la polizia che tortura. Noi popolo non meritiamo tutte queste
vergogne. Se ci sono e sono tante e durano così a lungo, e invece di calare
aumentano, vuol dire che non sono una cattiva applicazione del sistema che fa
funzionare il nostro Stato, ma sono il sistema stesso. Guardiamo l'ultimo caso:
la polizia che irrompe di notte in una scuola dove stan
dormendo tanti ragazzi e uomini che durante il giorno avevan
condotto una manifestazione anti-statale (anche uscendo norme, diciamolo con
chiarezza), e in quel dormitorio spacca teste, braccia, gambe, costole. Mi
metto tra coloro che credevano nella polizia: per me, la polizia era una forza
di controllo agli ordini dello Stato, e siccome lo Stato è democratico, la
polizia era democratica. Se picchiava, era perché doveva difendersi. Anche qui,
a Genova, alla manifestazione s'eran presentati
quegli infami del black-bloc, professionisti
internazionali della provocazione e della guerriglia anti-statale. Andrebbero
arrestati appena visti, preventivamente. Ma nella scuola addormentata è tutto
diverso. Se la polizia spacca le teste, è una polizia criminale. Una polizia
criminale uccide l'idea di Stato in chi ci credeva. La polizia criminale
offende tutti. Tutti gli stranieri che sono in giro per l'Italia, e oggi
leggono i nostri giornali, ci disprezzano più di ieri. Ci sono, nel mondo,
polizie che torturano, ma stanno in Stati che noi italiani disprezziamo. Ora il
nostro Stato rientra fra quelli. Che cos'è una polizia che tortura? È un
fenomeno vicinissimo alla corruzione. Perché c'è la corruzione? Perché i
burocrati corrotti si sentono fuori-controllo, e fanno quel che vogliono.
Perché la polizia spacca la testa a cittadini addormentati? Perché è convinta
di non rendere conto a nessuno. E infatti anche quelli che si son presi qualche
condanna, tornano a fare i poliziotti. Ma un poliziotto che spacca le teste è
un criminale, può un criminale fare il poliziotto?
Se questa è corruzione, e se tutto è corruzione, non è vero che la corruzione
sia imbattibile. La batti se la combatti. I poliziotti dovrebbero avere paura
di sgarrare, e invece contano sul tacito consenso e sull'ammirazione dei
colleghi. I corrotti dovrebbero avere il terrore di essere scoperti, invece per
il resto della vita si godono il frutto della corruzione, si fanno invidiare, e
sono invidiati. Chi ha esportato capitali all'estero, li reimporta
guadagnandoci comunque. I grandi evasori fiscali patteggiano e pagano meno di
quel che avrebbero pagato non evadendo. Se un ex-carcerato fa causa perché la
cella era per due e ci stavano in sei, gli danno un risarcimento, ma le carceri
restano strapiene. Vediamo che anche per l'Expo certi lavori pattuiti per tot
euro, alla fine costano tot più il 30-40 %. E non rispettano neanche i tempi:
s'avvicina l'apertura, e i lavori non sono finiti. C'è tanto orgoglio, nel
varare l'Expo, ma c'è anche una puntina di vergogna, che avvelena tutto. E la
colpa non è del destino.
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