Dare per ottenere di più
di Lorenzo Russo
Ecce Homo,
pronunciò il Creatore, nel momento in cui lo relegò in terra.
Pensava di poter
creare un suo degno rappresentante, in grado di amministrare benevolmente il
pianeta in suo nome e volontà.
Più volte cercò di
rimodellarlo, quando si accorse di aver compiuto alcuni errori, non grandi a
sua vista, ma enormi per chi dovette convivere con lui e sopportarlo.
Anche qui esiste
la concorrenza, che non tace e vuole dimostrare di essere migliore del Creatore,
ispirando alcuni esseri, del tutto simili all'ecce homo ma migliori perchè dotati di un carattere più forte e buono, a
contrapporsi allo stimolo violento e distruttore dell'ecce Homo.
In questo stato di
contraddizione sta ancora questo mondo, da non poter intravvedere un
miglioramento sostanziale ed efficace.
Il Creatore sembra
essersi ritirato, perché deluso e sconcertato. Di fatto sembra oggigiorno non
esistere nelle menti degli uomini. Lo si nota dal loro modo di vivere, del
tutto rivolto all'appagamento fisico personale con tutto ciò che la loro mente,
assai prolifica in questo ambito, riesce a inventare.
Visto dall'alto,
il pianeta sembra una stella luminosa e splendente, un'oasi nell'Universo, da
far credere all'osservatore di aver scoperto il tanto desiderato paradiso.
Visto poi da
vicino, cresce il rammarico e la delusione nel riscontrare i forti contrasti
riflettenti da un lato una ricchezza materiale esuberante e genialità
addirittura divina e dall'altro una povertà deprimente e offensiva per chi
riesce ancora a distinguere tra il bene e il male.
Da qui si nota,
come questo mondo non abbia imparato nulla all'annunciazione cristiana.
Peggio ancora, si
nutre di essa per giustificare il suo operato nell'affermare di fare di tutto
per eliminare la povertà.
Fa di tutto,
ritiene, quando invece la povertà aumenta e i ricchi si arricchiscono sempre di
più!
Quale ipocrisia,
mancanza di onestà! E qui sono tutti colpevoli.
Il paradiso è una
tutt'altra cosa. In esso non esistono discriminazioni tra gli uomini, se non
quelle delle differenti caratteristiche individuali, necessarie per creare il
senso di bisogno del prossimo e da qui unità operativa e comportamentale.
In paradiso ogni
individuo si sente parte essenziale e indissolubile della società.
Agisce anche
conformemente, perchè sa che senza di lei non
creerebbe armonia, felicità e non avrebbe futuro.
Individuo e
società sono due elementi complementari per creare pace e serenità.
Analizzando la
situazione attuale mi sento perplesso sul futuro della società.
Troppe
disuguaglianze esistono ancora, troppa ignoranza, ipocrisia e cinismo, presenti
in tutte le categorie coinvolte, rendono impossibile il raggiungimento del fine
comune, così che rimane tuttora un sogno e non un progetto da realizzare.
Non so fino a
quando il Creatore vorrà prolungare la situazione disastrata, e ancor meno non
so se esista e non sia che un'invenzione dell'uomo.
In questo caso
l'uomo lo creerebbe per disincolparsi della propria
permanente ignoranza cognitiva e di coscienza sfocianti in fama di potere,
avidità ed egoismo.
Mi chiedo, ora,
come si potrebbe creare il paradiso in terra senza far ricorso a una divinità,
che, anche se esistesse, non si riuscirebbe mai a definirla.
Fino a qualche
secolo fa i potenti la crearono per intimorire i sudditi e costringerli
all'ubbidienza assoluta.
Grazie
all'illuminismo si è fatto conto di istruire il popolo minuto e con
l'istruzione si è creata una coscienza popolare più evoluta.
Le rivoluzioni
sono partite da qui e da esse è sorta la democrazia.
Sebbene il
processo democratico sia ancora all'inizio del suo evolversi, spero che i
popoli riusciranno un giorno a imporre la loro volontà e che essa sia evoluta
ed efficace. Lo affermo perché tuttora non è così.
C'è per lo meno da
augurarselo, ad eccezione del Creatore che, per timore di essere contraddetto e
contrastato, non voglia più assolvere il suo figlio prediletto e decida di
riportarlo nell'oscurità dell'Universo inesplorato.
Mi piace sempre
fare un paragone tra Creatore e Uomo. Per esempio: due attori con compiti
speciali che si contendono il primato, oppure due fratelli, l'uno buono e
l'altro cattivo o viceversa, oppure un solo Creatore che riunisce in sè tutto ciò che è riscontrabile nell'Universo, quindi
anche l'uomo.
Di certo è un Creatore
capriccioso e intraprendente, che si diverte a mutare i ruoli della commedia
della vita, a scapito delle sue figure, dipendenti dalla sua volontà.
Lo si nota anche
nell'uomo quando, una volta giunto al potere, muta rapidamente le sue
caratteristiche e agisce come un Dio in terra. Si crede d'esserlo e si comporta
conseguentemente.
Eppure la natura é
padrona della vita e nulla le sfugge, per cui è sempre pronta a intervenire
quando il caso lo richiedesse.
Così è sempre
stato e sempre sarà. L'uomo farebbe bene a rispettarla e servirla, onde evitare
che si riversi su di lui e lo annienti.
Che cosa potrebbe
correggere la formazione genetica dell'uomo che non sia una catastrofe
umanitaria?
Pur dotato di
ragione, non ha imparato a usarla per salvare il mondo in cui vive.
Una volta era il
credo in una divinità a indurlo all'ubbidienza a un capo creduto prescelto da
lei, mentre oggi vive o meglio vivacchia senza ideali forti e sani, tali da
elevarlo a Creatore del suo mondo e di quello che riuscirà a conquistare.
Si discute molto
di Dio, ma più per rinnegarlo che lodarlo e ubbidirgli, perchè
con la ragione non si può dimostrarlo.
I tragici
avvenimenti dell'Umanità hanno giustamente reso l'uomo critico e incredulo.
Non fu mai la
volontà di Dio, ciò che i potenti divulgavano. No, era solamente la loro
volontà, dettata dalla fama di potere e ricchezze.
Il popolo aveva
sempre sofferto la fame, le ingiustizie e oppressioni.
È tempo che i
potenti capiscano che la loro ricchezza è un furto al popolo minuto e che ogni
individuo della società, a cominciare da loro stessi, debba essere educato a
una condotta di vita sana e onesta.
Qui aggiungo che
sano e onesto è tutto ciò che salva l'ambiente e la vita.
E poi, l'individuo
va prima istruito e formato e solo dopo richiamato alla propria responsabilità,
in modo da togliere alla classe dei più evoluti (furbi) le scusanti di essere
solo loro degni di dirigere il popolo, in quanto ancora ignorante e
incosciente.
Di che cosa ha
bisogno questo mondo per migliorare?
Prima di tutto
l'uomo dovrebbe liberarsi del fardello dell'economia del profitto.
Profitto per chi e
per che cosa, mi chiedo? Un credo cieco che distrugge la qualità della vita,
non appagando le necessità primarie dell'umanità.
Che nulla cresca a
dismisura in questo mondo lo dimostrano le tante crisi economiche, che quasi
periodicamente avvengono perché causate dal sistema economico in atto.
I primi ad essere
colpiti sono i lavoratori e ancor più gli affamati.
È tempo, quindi,
di liberarsi del concetto vizioso del possesso senza misura e di dedicarsi
primariamente alla produzione di mezzi di sussistenza per tutti, senza creare
superflui e sprechi.
Un'economia deve
elevare l'uomo a essere sociale ed evoluto.
È la natura che lo
impone. Essa è l'unica divinità esistente che abbia un vero contatto reale con
l'uomo.
È tempo che l'uomo
apra gli occhi, affinchè un giorno “Ecce Homo“ muti
in “Ecce Creatore divino”.