Un nuovo inizio o la fine dell'uomo
di Lorenzo Russo
Non siamo fatti per essere solo
felici e fortunati.
Felicità e fortuna abbisognano del
loro contrapposto per essere vissuti.
La continua contraddizione che ne
sorge determina il nostro stato d'animo e crea energia per la vita quando si
voglia superarla.
Il che vuol dire che l'uno stato
porta inevitabilmente all'altro stato, essendo essi complementari, fatto che
determina lo stato di limitatezza dell'uomo.
La forza della sopravvivenza lo
spinge a superarli, cioè a vivere questa vita.
Non illudiamoci, quindi, di poter
creare un mondo perfetto, di poter diventare perfetti, perchè
se così fosse non vivremmo in questo pianeta.
Chiunque venga offeso, oppresso deve
tentare di liberarsi dall'oppressione, drve
riconquistare la sua libertà e i suoi diritti lesi.
Lo può fare opponendosi
all'usurpatore e alleandosi con altri per riuscire meglio nell'impresa.
Qui viene in gioco il suo stato di
coscienza, in quanto è influenzato dalla sua formazione religiosa,
intellettuale, sociale ed economica.
Oggi l'uomo è più inclinato a vivere
ad ogni costo, anche quando la situazione richiederebbe un'altra decisione,
come per esempio quella di impegnarsi con maggiore determinazione e coraggio neò migliorare la situazione sociale nel paese di nascita,
invece che emigrare in massa in paesi appartenenti a una cultura differente e,
di per sè, alle prese con crisi sociali ed economiche
gravi, quelle causate dal sistema economico vigente che genera egoismo,
disonestà e un modo di vivere superficiale, più volto alla giornata che al
futuro.
Di questo passo il cittadino rinuncia
ai propri diritti sociali e lascia ogni decisione a chi non ha alcun vero
interesse per lui, che così rimane sottostante e sfruttato.
Non è così, chi si impegnasse per una
causa nobile e giusta morirebbe una morte altrettanto nobile e giusta?
Non è così, che il padre celeste,
qualora esistesse, lo accoglierebbe nel suo cielo, essendosi dimostrato maturo
per l'ascesa verso la perfezione?
Non è così, che questa vita ha una
scadenza, per cui è meglio viverla nella speranza di rivivere altrove?
Tutto viene dall'Alto, si crede, per
cui è necessario stabilire una relazione con esso che crei un equilibrio con il
nostro mondo in quanto limitato.
Chi non ci crede non vive di certo
una vita più facile. Essa varia secondo che sia una persona razionale,
idealista, impulsiva, romantica, sentimentale, disabile.
E qui si delinea una Umanità varia in
ogni sua affermazione e reazione.
Il raccordare le variatissime correnti
d'interessi, che siano di natura umana, pratica, economica, politica,
intellettuale o di scarsa formazione, è di certo un'impresa difficilissima, se
non impossibile.
Il vero cristiano vuole solo il bene
del prossimo, per cui è destinato a rinunciare a tutti i piaceri terreni che lo
allontanino da lui.
In cambio crede di ottenere di più
anche in questa vita, come pace interiore con il superamento dei tipici vizi
terreni, quali egoismo, avidità, presunzione ecc.
Egli crede di poter raggiungere il
suo padre celeste dedicandosi al prossimo, ma non sempre si ripete la sorte del
Cristo, morto sulla Croce in un periodo di gravi carenze intellettuali,
religiose, politiche ed economiche.
Chissà se la forza della sua fede lo
sosterrebbe ancora, qualora vivesse più a lungo del sostenibile e avesse
moglie, figli e nipotini!
Il caso o destino- intesi come
incognita- determinano quindi la sorte dell'individuo e non la sua fede o
volontà.
Caso e destino in concomitanza con
l'accadere nel vasto Universo che tutto genera e influenza.
I tempi non mutano. Oggi, come
sempre, ci sono guerre, calamità e discriminazioni di ogni genere.
Il tutto si svolge come se seguisse
un piano voluto da energie superiori.
C'è chi muore in guerra, chi
sopravvive ad esse, chi emigra e lascia tutto dietro di sè:
parenti, amici, lingua, insomma tutta la cultura che l'ha formato.
Per tutta la sua vita sentirà
nostalgia e porterà il rimpianto nel suo cuore.
C'è chi vuole aiutare e chi lo fa
senza tener conto delle conseguenze di un'immigrazione senza limiti.
Un conto ultimo però ci sarà, e spero
che non causi attriti sociali ed esplosivi.
In Europa il cittadino gode ancora di
una pace duratura, settanta anni dopo la grande guerra.
È la guerra che l'ha portata, e
adesso temo che sarà la pace a riportarla, se non si riesce a vivere una vita
senza pretese e piaceri senza fine, che annientano tutto ciò che le generazioni
superstiti della grande guerra hanno creato.
Pace e guerra, come viverli per il
bene dell'Umanità?
Questo è il principale problema che
assilla l'Umanità sin dalla sua apparizione in terra.
Dio e Diavolo, che giocano con l'uomo
per divertirsi o perchè incapaci di affratellarsi e
liberare l'uomo dal suo destino.
Di che cosa ha bisogno l'Umanità per
redimersi dall'ignoranza che da sempre l'affligge?
Forse, di un grande pacifista capace
di mobilitare tutti i popoli contro chi gioca ancora con la violenza e
distruzione, con l'inganno e la cupidigia.
Un pacifista alla Ghandi
che, con coraggio e fiducia in se stesso e nelle qualità buone dell'uomo, ha
portato la pace e l'indipendenza nel suo paese.
Chi vive la vita in questo senso non
può perderla con la morte ma guadagnarsela ancora.
Quest'uomo e tutti coloro che sono
vissuti per una buona causa onorano la razza umana, in quanto sono dimostrazione
che l'uomo è capace di potere di più di tutto ciò che di malvagio e deludente
causa ogni giorno.
Da qui la mia domanda sul come creare
una nuova economia che affratelli l'Umanità in uno sforzo sublime di convivenza
rispettosa e responsabile, al posto dell'attuale dominata dallo spreco di mezzi
e danno all'ambiente, dal guadagno senza limite per pochi che si ritengono
indispensabili, dalla concorrenza brutale e sleale, dalla frode e inganni che
fanno dell'uomo una bestia alla ricerca delle sue brame.
Come distruggere la vasta rete stesa
da pochi per assicurarsi il dominio sulla massa usufruendo della collaborazione
di collaboratori e dipendenti opportunisti e servili attirati con prebende
lucrative?
Come creare l'equilibrio tra la
razionalità e l'idealismo, che sia capace di maturare una nuova volontà di vita
e una nuova concezione della morte, una nuova simbiosi che preservi l'Umanità
dalla sua decadenza e distruzione.