La
famiglia americana tutta armata
di Ferdinando Camon
"Avvenire" 8
dicembre 2015
Esce sui giornali del mondo la foto a colori di una famiglia americana con
tutti i suoi componenti armati. Chi ha una pistola, chi un fucile, chi un
fucile a pompa. Ma alcuni giornali, anche in Italia, commettono un errore:
tagliano la parte bassa della fotografia, per mostrare soltanto le figure umane
dritte in piedi, in armi. E così il messaggio è: «Guardate com'è ridotta una famigliaando Camon-tipo
americana, si devono armare tutti, anche i ragazzini, stanno disarmati soltanto
i neonati, in braccio agli adulti». Ma la parte bassa della foto, postata dalla
madre di famiglia sulla sua pagina di Facebook, porta
una scritta interessante. Dice, in inglese: «Buon Natale / Dalla mia famiglia
alle vostre, Buon Natale e Felici Feste / Michele Fiore». Michele Fiore è la
donna, madre, deputata del Nevada, 45 anni, bionda, che sta al centro del
quadro, e ha pensato e realizzato tutto. Dunque, questa è una cartolina
natalizia, dice com'è diventato il Natale quest'anno, cosa bisogna fare perché
sia un Natale felice. E cosa bisogna fare? Armarsi. Sono tutti armati, i membri
di questa famiglia, e perciò sono felici. Le armi la rendono euforica.
Sorridono tutti, nessuno escluso. È una foto storica. Quando si parlerà di
terrorismo in America, di Al Qaeda, di Isis, questa
foto salterà fuori. Quando si parlerà di armi, se lasciarne il libero acquisto
o legalizzarlo e restringerlo, questa foto salterà fuori. «Se vuoi essere
sicuro - dice questa foto – àrmati e difenditi. Non
contare sulla polizia, non contare sullo Stato. Se in casa siete in dieci, di
cui solo tre sotto i sei anni, dovete avere sette armi».
Tutti i membri di questa famiglia, anche i piccolissimi, quelli senza armi,
sono in maglia o camicia rossa. È una divisa. Questa famiglia è un reparto
militare in uniforme. Essendo in dieci, formano una squadra. La madre
capo-famiglia è il sergente capo-squadra, è lei che comanda il gruppo, e
infatti ha un'arma che la distingue, il fucile a pompa. Alla sua sinistra
un'altra donna adulta, impugna un mitra corto, da paracadutisti. Le due donne
(come accade spesso alle donne che impugnano armi) commettono un errore:
tengono il dito sul grilletto. Non si fa mai, quando si è in posizione di
riposo, solo quando si è in prima linea. Col dito sul grilletto, basta una
minima contrazione nervosa e parte il colpo. Roba da Corte Marziale. Ma qui
vogliono dire: «Siamo prontissime a sparare, anche subito». Cioè: prima che ci
sparino gli altri. Come dicono i marines in Full Metal Jacket:
«Dobbiamo sparare per primi, e uccidere il nemico prima che lui uccida noi».
Proponendosi come modello, questa famiglia super-armata dice: «Ogni famiglia
faccia come noi», diventi una squadra. Tre-quattro
squadre fanno una compagnia, tre-quattro compagnie un
battaglione. È la pace, questa? La sicurezza? La salvezza delle vite? Al
contrario: la foto non è una risposta alla strage di San Bernardino, ma la
precede: fu postata prima. E non è servita: la strage c'è stata. Quattordici
morti. Continuando così, arriverà il momento che questa o un'altra famigliola
americana lancerà una nuova cartolina d'auguri, con tutti i famigliari armati
in parata e davanti a loro, steso a terra, il cadavere del nemico ucciso. Se
fosse un bisonte o un elefante, qualcuno ci metterebbe un piede sopra. Il
regista John Ford diceva: «Se all'inizio di un film si vede un fucile, alla
fine del film quel fucile deve sparare». Il film sull'Islam è cominciato, e il
fucile l'abbiamo visto. Anzi, tanti fucili.
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