L'ultima
scelta per l'uomo, tra salvezza e dannazione
di
Lorenzo Russo
Come
sarà noto ai lettori di questo circolo virtuale di lettura, i
miei temi riguardano principalmente il rapporto tra Dio e l'uomo.
Sorto
sin dal suo apparire in terra, ha subito fasi di sviluppo e
disfacimento, quasi in moto alternante tra di loro, come se fossero
sottostanti alle leggi di gravitazione e ai moti continui orbitali
intorno al sole, che tutto tiene in scacco e in vita.
Il
riferimento a un Dio ha sempre corrisposto ai bisogni dell'uomo di
crearsi una istanza superiore alle sue limitate capacità, sia
d'intendimento sia di decisione, di modo da poter controllare e
organizzare meglio la sua esistenza.
Si
tratta, quindi, di un bisogno di sentirsi protetto da una forza
superiore alle sue, in un realtà da lui non gestibile.
Proprio
per questo, un tempo, gli uomini credevano che il sole fosse la
divinità più importante del loro mondo e la veneravano
con devozione e rispetto.
Solo
dopo e attraverso le scoperte scientifiche l'uomo ha
appreso come
il vero Dio sia molto più complesso nel suo essere, certamente
più onnipotente e irraggiungibile in un universo molto più
vasto e sconosciuto, da non poterselo immaginare se non nel suo animo
bisognoso.
Oggi
l'uomo razionale tende a immaginarselo simile a un propulsore di
energie, senza anima, quindi, o comunque non percettibile con le sue
capacità, al quale possa avvicinarsi e scoprire alcuni dei
suoi segreti che lo aiutino a sopravvivere nel suo mondo, diventato
piccolo e povero e quindi non più in grado di soddisfare le
sue sempre crescenti esigenze di vita.
Il
Dio del lontano passato è quindi diventato obsoleto,
incompatibile con le sue conquiste intellettuali e scientifiche,
quello odierno, che io chiamo di transizione, non gli è più
sufficiente a farlo sopravvivere, per cui non altro può fare
che crearsene uno nuovo che lo aiuti e solleciti a perlustrare
nell'Universo eventuali possibilità di sopravvivenza.
In
più penso che in un non più lontano futuro le religioni
perderanno le funzioni avute finora, che una nuova subentrerà
loro con compiti più adattabili alle nuove conquiste ed
esigenze dell'uomo.
Da
qui si delinea una continua corrispondenza tra il sorgere delle
religioni e lo stato di sviluppo cognitivo e sociale raggiunto
dall'uomo, tanto
da
poter affermare che religioni sono
forze di sopravvivenza innescate nell'uomo ma anche forze
distruttrici quando non riesce
a regolarsi per il suo meglio con loro.
In
poche parole, dove c'è il bene c'è anche il male, quale
incapacità dell'uomo a liberarsi del suo destino dimensionale.
E
qui mi preme citare la assoluta validità delle annunciazioni
cristiane.
Pur
apparendo futuristiche per le enormi difficoltà che l'uomo
incontra nel sostenerle, proprio per questo segnano l'unico percorso
da seguire per arrivare allo stato di liberazione e redenzione, cioè
di maturità e veggenza.
Chi
non ha mai provato felicità nel sentirsi protetto dal suo
angelo custode?
Purtroppo
è un sentimento proprio dei bambini, che svanisce poi nel
dover affrontare la impegnativa realtà della vita da adulto.
Mai
dovrebbe accadere che i popoli vengano tenuti ignoranti
per essere meglio sfruttati da una casta di istruiti all'arte del
potere.
La
responsabilità individuale deve essere il fondamento di una
società volta al benessere dei suoi membri.
Solo
così l'uomo potrà meritarsi il sostegno del suo nuovo e
forse ultimo Dio, che altro non
potrà
essere
se
non
quello annunciato da Gesù Cristo.
Di
fatto l'annunciazione cristiana non ha limiti e scadenza.
Il
suo inizio segna l'avvento di una nuova epoca nella storia dell'uomo,
un'epoca contrastata ferocemente dalle classi del potere, ma sempre
sopravvissuta
fino a oggi.
Avidità,
presuntuosità ed egoismo sono i nemici del progresso umano;
con loro l'uomo non riconoscerà che il Dio della sua sconfitta
e dannazione.
Nel
nuovo mondo i teologi non risiederanno più nei luoghi di
culto, ma negli istituti educativi, amministrativi e sociali, con il
compito di istruire e condurre la nuova società sul percorso
della sua emancipazione, uguale a salvezza.
Dio
non sarà più considerato una autorità giudicante
e sanzionante
dall'Alto,
ma una energia diventata verbo e custode dell'umanità per le
maturità acquisita dall'uomo.
Sarà
l'ultimo atto della vita dell'uomo in terra, nel quale spero che egli
possa redimersi e ricongiurgersi con la sua origine divina.
E
che funzione ha avuto finora il male, chiamato anche diavolo, se non
quella di propulsione energetica per fargli comprendere che per
sopravvivere deve impegnarsi a superarlo?
Non
è così che l'uomo anela alla pace dopo aver subito i
disastri della guerra, un corpo diventa più sano con il
superamento delle malattie, che gli insegnano a sostenere le virtù
e rinunce superflue per il suo bene?
Da
qui è chiaro che l'uomo va educato, e non lasciato in assoluta
libertà nella
convinzione che sia capace di gestirsi per il meglio da solo.
L'uomo
non è un prodotto di consumo, come viene trattato oggi per far
fiorire l'economia del reddito al servizio degli approfittatori di
ogni genere.
La
nuova religione deve tenere tutto ciò in considerazione, se
vuole che sia compresa e seguita.
Detto
tutto ciò, mi chiedo, se esisterebbe un Dio che non fosse
quello creato di volta in volta dall'uomo.
Mi
chiedo, inoltre, il perché
della creazione dell'Universo e della presenza dell'uomo nello
stesso.
Domande,
che rimarranno ancora per lungo tempo senza risposta e che nel
frattempo lasciano l'uomo navigare nel buio,
alla ricerca della luce che non sia un bagliore ingannevole, ma
l'inizio del percorso verso la sua realizzazione.
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