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  Editoriali  »  L'ultima scelta per l'uomo, tra salvezza e dannazione, di Lorenzo Russo 23/06/2017
 

L'ultima scelta per l'uomo, tra salvezza e dannazione

di Lorenzo Russo





Come sarà noto ai lettori di questo circolo virtuale di lettura, i miei temi riguardano principalmente il rapporto tra Dio e l'uomo.

Sorto sin dal suo apparire in terra, ha subito fasi di sviluppo e disfacimento, quasi in moto alternante tra di loro, come se fossero sottostanti alle leggi di gravitazione e ai moti continui orbitali intorno al sole, che tutto tiene in scacco e in vita.

Il riferimento a un Dio ha sempre corrisposto ai bisogni dell'uomo di crearsi una istanza superiore alle sue limitate capacità, sia d'intendimento sia di decisione, di modo da poter controllare e organizzare meglio la sua esistenza.

Si tratta, quindi, di un bisogno di sentirsi protetto da una forza superiore alle sue, in un realtà da lui non gestibile.

Proprio per questo, un tempo, gli uomini credevano che il sole fosse la divinità più importante del loro mondo e la veneravano con devozione e rispetto.

Solo dopo e attraverso le scoperte scientifiche l'uomo ha appreso come il vero Dio sia molto più complesso nel suo essere, certamente più onnipotente e irraggiungibile in un universo molto più vasto e sconosciuto, da non poterselo immaginare se non nel suo animo bisognoso.

Oggi l'uomo razionale tende a immaginarselo simile a un propulsore di energie, senza anima, quindi, o comunque non percettibile con le sue capacità, al quale possa avvicinarsi e scoprire alcuni dei suoi segreti che lo aiutino a sopravvivere nel suo mondo, diventato piccolo e povero e quindi non più in grado di soddisfare le sue sempre crescenti esigenze di vita.

Il Dio del lontano passato è quindi diventato obsoleto, incompatibile con le sue conquiste intellettuali e scientifiche, quello odierno, che io chiamo di transizione, non gli è più sufficiente a farlo sopravvivere, per cui non altro può fare che crearsene uno nuovo che lo aiuti e solleciti a perlustrare nell'Universo eventuali possibilità di sopravvivenza.

In più penso che in un non più lontano futuro le religioni perderanno le funzioni avute finora, che una nuova subentrerà loro con compiti più adattabili alle nuove conquiste ed esigenze dell'uomo.

Da qui si delinea una continua corrispondenza tra il sorgere delle religioni e lo stato di sviluppo cognitivo e sociale raggiunto dall'uomo, tanto da poter affermare che religioni sono forze di sopravvivenza innescate nell'uomo ma anche forze distruttrici quando non riesce a regolarsi per il suo meglio con loro.

In poche parole, dove c'è il bene c'è anche il male, quale incapacità dell'uomo a liberarsi del suo destino dimensionale.

E qui mi preme citare la assoluta validità delle annunciazioni cristiane.

Pur apparendo futuristiche per le enormi difficoltà che l'uomo incontra nel sostenerle, proprio per questo segnano l'unico percorso da seguire per arrivare allo stato di liberazione e redenzione, cioè di maturità e veggenza.

Chi non ha mai provato felicità nel sentirsi protetto dal suo angelo custode?

Purtroppo è un sentimento proprio dei bambini, che svanisce poi nel dover affrontare la impegnativa realtà della vita da adulto.

Mai dovrebbe accadere che i popoli vengano tenuti ignoranti per essere meglio sfruttati da una casta di istruiti all'arte del potere.

La responsabilità individuale deve essere il fondamento di una società volta al benessere dei suoi membri.

Solo così l'uomo potrà meritarsi il sostegno del suo nuovo e forse ultimo Dio, che altro non potrà essere se non quello annunciato da Gesù Cristo.

Di fatto l'annunciazione cristiana non ha limiti e scadenza.

Il suo inizio segna l'avvento di una nuova epoca nella storia dell'uomo, un'epoca contrastata ferocemente dalle classi del potere, ma sempre sopravvissuta fino a oggi.

Avidità, presuntuosità ed egoismo sono i nemici del progresso umano; con loro l'uomo non riconoscerà che il Dio della sua sconfitta e dannazione.

Nel nuovo mondo i teologi non risiederanno più nei luoghi di culto, ma negli istituti educativi, amministrativi e sociali, con il compito di istruire e condurre la nuova società sul percorso della sua emancipazione, uguale a salvezza.

Dio non sarà più considerato una autorità giudicante e sanzionante dall'Alto, ma una energia diventata verbo e custode dell'umanità per le maturità acquisita dall'uomo.

Sarà l'ultimo atto della vita dell'uomo in terra, nel quale spero che egli possa redimersi e ricongiurgersi con la sua origine divina.

E che funzione ha avuto finora il male, chiamato anche diavolo, se non quella di propulsione energetica per fargli comprendere che per sopravvivere deve impegnarsi a superarlo?

Non è così che l'uomo anela alla pace dopo aver subito i disastri della guerra, un corpo diventa più sano con il superamento delle malattie, che gli insegnano a sostenere le virtù e rinunce superflue per il suo bene?

Da qui è chiaro che l'uomo va educato, e non lasciato in assoluta libertà nella convinzione che sia capace di gestirsi per il meglio da solo.

L'uomo non è un prodotto di consumo, come viene trattato oggi per far fiorire l'economia del reddito al servizio degli approfittatori di ogni genere.

La nuova religione deve tenere tutto ciò in considerazione, se vuole che sia compresa e seguita.

Detto tutto ciò, mi chiedo, se esisterebbe un Dio che non fosse quello creato di volta in volta dall'uomo.

Mi chiedo, inoltre, il perché della creazione dell'Universo e della presenza dell'uomo nello stesso.

Domande, che rimarranno ancora per lungo tempo senza risposta e che nel frattempo lasciano l'uomo navigare nel buio, alla ricerca della luce che non sia un bagliore ingannevole, ma l'inizio del percorso verso la sua realizzazione.


 
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