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  Editoriali  »  Fake news, ovvero la disinformazione dilagante su Facebook, di Renzo Montagnoli 09/10/2017
 

Fake news, ovvero la disinformazione dilagante su Facebook

di Renzo Montagnoli



Non è una mia caratteristica ricorrere di frequente ad altre lingue per scrivere quello che, con termini appropriato, è ben comprensibile nella nostra, ma il fenomeno della notizia falsa è talmente diffuso a livello planetario che tutti, in ogni parte del mondo, chiamano queste note informative fasulle fake news.

Ciò premesso, ritengo opportuno evidenziare che ci sono due tipi di notizie fasulle e la diversità è dovuta al fine per cui sono create. Le più innocenti, ma comunque fastidiose, sono quelle che portano dei richiami per certi aspetti irresistibili, del tipo “Orrenda disgrazia accaduta” e di seguito c’è il nome di un personaggio famoso, oppure “Incredibile, chi l’avrebbe mai detto” e a seguire c’è anche in questa occasione il nome di un personaggio piuttosto noto. Il più delle volte, cliccando sul relativo link, non c’è niente, se non tanta pubblicità; altre invece portano una chiacchierata senza costrutto, unitamente a pubblicità. Si può ben comprendere che queste note fasulle vengono create per invogliare ad accostarsi alla pubblicità e così l’intestatario materiale dell’account avrà un ricavo proporzionato agli accessi. Ben più pericolose sono altre, ad opera di mestatori che o si inventano la notizia di sana pianta, oppure, partendo da qualcosa di vero, vi costruiscono sopra un castello gigantesco. Nel primo caso, teoricamente, il frequentatore di Facebook non dovrebbe cadere nel tranello e invece di allocchi che abboccano ce ne sono tanti, perché chi inventa la notizia è abile nello sfruttare la tensione accumulatisi in tanti giorni a proposito di un argomento di grande rilievo. Ho potuto constatare che a proposito dell’immigrazione a un certo punto sono cominciate a fioccare notizie che puzzavano di falso lontano un miglio, ma io le ho fiutate perché, a differenza di molti, non ho mai l’animo esacerbato. Chi invece è in preda all’ira, e spesso e volentieri anche all’odio, qualsiasi notizia che alimenti questo suo stato è a accolta con incondizionato favore e guardate che non sono pochi, perché purtroppo il nostro paese ignora che cosa significhino esattamente i termini libertà e democrazia, così che tanti credono che vogliano dire che ognuno può fare quello che vuole e che tutti gli altri devono fare quello che ognuno di noi crede come fondamentalmente giusto. Poi c’è l’altro caso, che è un classico del passato, quando ancora non c’era facebook, ma che era diffuso in un periodo di tempo particolare nella Germania nazista, in quella fascista e nella Russia Sovietica; si parte da un dato di fatto, cioè da qualcosa che è facilmente verificabile e su queste fondamenta reali si costruisce un castello di menzogne e tanto sono numerose e tanto più sono ripetute, tanto maggiormente convincono chi legge che siano pura verità. Ho rilevato che in questo ultimo periodo è la tecnica usata da certi estremisti di destra, tendenti a magnificare ciò che fece Mussolini, gonfiando in modo smisurato i dati. In questo caso, se il destinatario è destrorso abbocca facilmente, se è agnostico, a forza di ripetere la notizia, comincia a pensare che sia vera, se è di sinistra non si pone nemmeno il problema e considera tutto falso, anche il vero; se invece è un essere che si basa nel suo operare sulla logica, si limita a verificare e rigetta subito la notizia falsata.

In verità, ciò che mi preoccupa non è tanto l’esistenza delle notizie fasulle, bensì il fatto che sempre di più meno gente si accorge di ciò, oppure, a fronte di un’invasione di fake news, non crede più a niente. In entrambi i casi lo scopo degli artefici della disinformazione è stato raggiunto e la comprensione per ciò che significano libertà e democrazia si allontana sempre di più.

Così, poco a poco, nulla sembrerà incredibile, al punto che arriveremo a credere a un’inesistente stato di felicità, alla soddisfazione di essere un popolo virtuoso, forte e temuto, avremo altri otto milioni di inutili baionette.

 
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