Fake
news, ovvero la disinformazione dilagante su Facebook
di
Renzo Montagnoli
Non
è una mia caratteristica ricorrere di frequente ad altre
lingue per scrivere quello che, con termini appropriato, è ben
comprensibile nella nostra, ma il fenomeno della notizia falsa è
talmente diffuso a livello planetario che tutti, in ogni parte del
mondo, chiamano queste note informative fasulle fake news.
Ciò
premesso, ritengo opportuno evidenziare che ci sono due tipi di
notizie fasulle e la diversità è dovuta al fine per cui
sono create. Le più innocenti, ma comunque fastidiose, sono
quelle che portano dei richiami per certi aspetti irresistibili, del
tipo “Orrenda disgrazia accaduta” e di seguito c’è
il nome di un personaggio famoso, oppure “Incredibile, chi
l’avrebbe mai detto” e a seguire c’è
anche in questa occasione il nome di un personaggio piuttosto noto.
Il più delle volte, cliccando sul relativo link, non c’è
niente, se non tanta pubblicità; altre invece portano una
chiacchierata senza costrutto, unitamente a pubblicità. Si può
ben comprendere che queste note fasulle vengono create per invogliare
ad accostarsi alla pubblicità e così l’intestatario
materiale dell’account avrà un ricavo proporzionato agli
accessi. Ben più pericolose sono altre, ad opera di mestatori
che o si inventano la notizia di sana pianta, oppure, partendo da
qualcosa di vero, vi costruiscono sopra un castello gigantesco. Nel
primo caso, teoricamente, il frequentatore di Facebook non dovrebbe
cadere nel tranello e invece di allocchi che abboccano ce ne sono
tanti, perché chi inventa la notizia è abile nello
sfruttare la tensione accumulatisi in tanti giorni a proposito di un
argomento di grande rilievo. Ho potuto constatare che a proposito
dell’immigrazione a un certo punto sono cominciate a fioccare
notizie che puzzavano di falso lontano un miglio, ma io le ho fiutate
perché, a differenza di molti, non ho mai l’animo
esacerbato. Chi invece è in preda all’ira, e spesso e
volentieri anche all’odio, qualsiasi notizia che alimenti
questo suo stato è a accolta con incondizionato favore e
guardate che non sono pochi, perché purtroppo il nostro paese
ignora che cosa significhino esattamente i termini libertà e
democrazia, così che tanti credono che vogliano dire che
ognuno può fare quello che vuole e che tutti gli altri devono
fare quello che ognuno di noi crede come fondamentalmente giusto. Poi
c’è l’altro caso, che è un classico del
passato, quando ancora non c’era facebook, ma che era diffuso
in un periodo di tempo particolare nella Germania nazista, in quella
fascista e nella Russia Sovietica; si parte da un dato di fatto, cioè
da qualcosa che è facilmente verificabile e su queste
fondamenta reali si costruisce un castello di menzogne e tanto sono
numerose e tanto più sono ripetute, tanto maggiormente
convincono chi legge che siano pura verità. Ho rilevato che in
questo ultimo periodo è la tecnica usata da certi estremisti
di destra, tendenti a magnificare ciò che fece Mussolini,
gonfiando in modo smisurato i dati. In questo caso, se il
destinatario è destrorso abbocca facilmente, se è
agnostico, a forza di ripetere la notizia, comincia a pensare che sia
vera, se è di sinistra non si pone nemmeno il problema e
considera tutto falso, anche il vero; se invece è un essere
che si basa nel suo operare sulla logica, si limita a verificare e
rigetta subito la notizia falsata.
In
verità, ciò che mi preoccupa non è tanto
l’esistenza delle notizie fasulle, bensì il fatto che
sempre di più meno gente si accorge di ciò, oppure, a
fronte di un’invasione di fake news, non crede più a
niente. In entrambi i casi lo scopo degli artefici della
disinformazione è stato raggiunto e la comprensione per ciò
che significano libertà e democrazia si allontana sempre di
più.
Così,
poco a poco, nulla sembrerà incredibile, al punto che
arriveremo a credere a un’inesistente stato di felicità,
alla soddisfazione di essere un popolo virtuoso, forte e temuto,
avremo altri otto milioni di inutili baionette.
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