Si
raccoglie ciò che si semina
di
Renzo Montagnoli
Il
primo tassello di uno stato è sempre la famiglia; questa è
la base per il futuro ed è anche per questo motivo che è
estremamente importante. Purtroppo, con l’allargamento del
concetto di famiglia non si è fatto altro che ufficializzare
una situazione che di fatto sancisce anche unioni di tipo nuovo, a
cui gli stessi interessati non sono ancora abituati. Ne consegue uno
sfilacciamento dell’istituto che non è più una
certezza come in passato, ma è una situazione e come tale
presenta caratteristiche di temporaneità che ne impediscono un
organico sviluppo. Comunque, un elemento che è ormai da molto
tempo che la contraddistingue è la cura parziale e spesso
anche errata della prole. Non è che al giorno d’oggi non
si desiderino più i figli, il problema è che diventano
per molti un gravame, non solo economico. Il bambino chiede
giustamente e non gli si risponde, o peggio ancora c’è
un atteggiamento di fastidio, e allora anziché dare amore e
con esso preparare alla vita il bimbo o la bimba si diventa prodighi
di doni e poi di denaro con cui permettere loro di acquistare nuovi
regali. In questo modo si gettano basi del tutto errate per il futuro
della prole, che si accorgerà di non avere attenzione e che
riterrà che tutto le debba essere dovuto in termini di beni
materiali. Con il crescere dell’età le esigenze
aumenteranno e sarà sempre più difficile accontentarli;
il creare dei dono dipendenti è voler rovinare loro la
vita da adulti; pretenderanno sempre di più e allora i
genitori non faranno altro che imputare di questo comportamento la
scuola, la quale deve integrare, e mai sostituire l’educazione
familiare. Purtroppo, invece, in larga parte c’è questa
pretesa, dimenticando che la funzione scolastica è
l’insegnamento delle materie e il processo di progressivo avvio
alla maturazione. C’è qualcuno che ha proposto, l fine
di far crescere i giovani, il ripristino del servizio militare
obbligatorio o comunque il servizio civile, ma, a parte che non ci
sarebbero i mezzi per un simile programma, non potrebbe assolutamente
rimediare alle deficienze dell’educazione familiare. Come al
solito e come sempre il rimedio deve venire soprattutto dagli adulti,
i quali devono prendere atto che il figlio non è un
soprammobile, ma un essere pulsante da avviare nel migliore dei modi
alla vita di adulto. Quindi, i genitori devono dimostrare alla prole
la loro interessata presenza, devono ascoltare, devono capire e
spiegare; indispensabile poi è l’esempio: uno stile di
vita laborioso, corretto, onesto e teso all’armonia è in
grado di offrire risultati notevolissimi. Non basta, però,
perché si tratta di indicare uno scopo per l’avvenire e
in tal senso è indispensabile cementare un popolo che è
veramente unito solo in occasione dei mondiali di calcio. Uniti si
vince, ma soprattutto devono vincere tutti; il domani deve essere
visto come un sole che nasce, non come un sole che tramonta. Di
questo problema si deve far carico ancora la famiglia, ma è lo
stato che deve capillarmente essere presente nelle aule scolastiche,
uno stato a cui è demandato il compito di sostenere l’unità
del popolo, al di là di ogni opinione, di ogni religione e del
luogo di nascita.
E’
ormai più di un secolo che è fatta l’Italia, ma
che ancora non sono stati fatti gli Italiani.
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