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  Editoriali  »  Si raccoglie ciņ che si semina, di Renzo Montagnoli 25/08/2018
 

Si raccoglie ciò che si semina

di Renzo Montagnoli



Il primo tassello di uno stato è sempre la famiglia; questa è la base per il futuro ed è anche per questo motivo che è estremamente importante. Purtroppo, con l’allargamento del concetto di famiglia non si è fatto altro che ufficializzare una situazione che di fatto sancisce anche unioni di tipo nuovo, a cui gli stessi interessati non sono ancora abituati. Ne consegue uno sfilacciamento dell’istituto che non è più una certezza come in passato, ma è una situazione e come tale presenta caratteristiche di temporaneità che ne impediscono un organico sviluppo. Comunque, un elemento che è ormai da molto tempo che la contraddistingue è la cura parziale e spesso anche errata della prole. Non è che al giorno d’oggi non si desiderino più i figli, il problema è che diventano per molti un gravame, non solo economico. Il bambino chiede giustamente e non gli si risponde, o peggio ancora c’è un atteggiamento di fastidio, e allora anziché dare amore e con esso preparare alla vita il bimbo o la bimba si diventa prodighi di doni e poi di denaro con cui permettere loro di acquistare nuovi regali. In questo modo si gettano basi del tutto errate per il futuro della prole, che si accorgerà di non avere attenzione e che riterrà che tutto le debba essere dovuto in termini di beni materiali. Con il crescere dell’età le esigenze aumenteranno e sarà sempre più difficile accontentarli; il creare dei dono dipendenti è voler rovinare loro la vita da adulti; pretenderanno sempre di più e allora i genitori non faranno altro che imputare di questo comportamento la scuola, la quale deve integrare, e mai sostituire l’educazione familiare. Purtroppo, invece, in larga parte c’è questa pretesa, dimenticando che la funzione scolastica è l’insegnamento delle materie e il processo di progressivo avvio alla maturazione. C’è qualcuno che ha proposto, l fine di far crescere i giovani, il ripristino del servizio militare obbligatorio o comunque il servizio civile, ma, a parte che non ci sarebbero i mezzi per un simile programma, non potrebbe assolutamente rimediare alle deficienze dell’educazione familiare. Come al solito e come sempre il rimedio deve venire soprattutto dagli adulti, i quali devono prendere atto che il figlio non è un soprammobile, ma un essere pulsante da avviare nel migliore dei modi alla vita di adulto. Quindi, i genitori devono dimostrare alla prole la loro interessata presenza, devono ascoltare, devono capire e spiegare; indispensabile poi è l’esempio: uno stile di vita laborioso, corretto, onesto e teso all’armonia è in grado di offrire risultati notevolissimi. Non basta, però, perché si tratta di indicare uno scopo per l’avvenire e in tal senso è indispensabile cementare un popolo che è veramente unito solo in occasione dei mondiali di calcio. Uniti si vince, ma soprattutto devono vincere tutti; il domani deve essere visto come un sole che nasce, non come un sole che tramonta. Di questo problema si deve far carico ancora la famiglia, ma è lo stato che deve capillarmente essere presente nelle aule scolastiche, uno stato a cui è demandato il compito di sostenere l’unità del popolo, al di là di ogni opinione, di ogni religione e del luogo di nascita.

E’ ormai più di un secolo che è fatta l’Italia, ma che ancora non sono stati fatti gli Italiani.


 
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