Le
dimostrazioni, senza presentazione di alternative valide, non hanno
senso pratico
di
Lorenzo Russo
Brava
la gioventù di oggi che, in conformità con i principi
democratici conquistati dai loro nonni e bisnonni con sacrifici
enormi e fino al sacrificio della propria vita, comunica in piazza di
volere un ambiente sano, vivibile.
L'effetto
di tale protesta è enorme, accentuato com'era dalla presenza
dei media, sempre pronti a sfruttare ogni occasione di presenza per
validare la loro utilità indiscussa.
Sono
anche loro che le organizzano magistralmente, con slogan che danno
all'occhio nelle menti non addestrate ad analizzarli prima di
condividerli.
Al
bravo aggiungo, però, la mancanza di un atteggiamento consono
al senso della dimostrazione da parte dei dimostranti.
Intendo
che essa avrebbe accolto il mio consenso, qualora i giovani avessero
rinunciato, almeno in quel giorno, all'uso dei moderni mezzi di
comunicazione, dai quali non riescono a separarsi neanche per qualche
ora, pur dovendo sapere che inquinano assai l'ambiente che vorrebbero
salvare.
Peccano,
così, di ingenuità giovanile, per mancanza di
esperienza che li aiuterebbe a comprendere che tra il dire e il fare
c'è sempre di mezzo il mare.
Non
l'hanno fatto perché non hanno compreso il senso vero del loro
dimostrare, riducendo la manifestazione alla ennesima voglia di
scaricare le loro energie esuberanti contro le generazioni adulte, a
detta loro troppo peccaminose e ipocrite.
Una
dimostrazione ha senso solo quando viene presentata con proposte
valide sul tema trattato.
E
invece non èstata presentata nemmeno una riga su come, a loro
parere, salvare il mondo.
Nonostante
tutto, l'eco rilasciato è enorme e mi auguro che abbia buoni
ricevitori negli ambienti decisivi dell'economia e politica.
Questo
perchè si tratta proprio di economia e politica, come, per
esempio, rendere il sistema economico pronto agli impegni del futuro,
in un mondo sovrappopolato, in un ambiente per questo a rischio senza
creare ripercussioni gravi nel campo del lavoro e della sussistenza
minima per i popoli.
Tutti
sanno che il cambiamento deve essere fatto, ma nessuno sa come
coinvolgere tutti gli stati di questo mondo a collaborare senza
correre il rischio di sopraffazioni e tradimenti.
L'uomo
non è ancora maturo per un tale cambiamento e non credo che lo
possa essere nei prossimi decenni, salvo che dovesse sorgere una
catastrofe di tale portata da mettere a repentaglio la sua
sopravvivenza.
Lo
si nota oggigiorno, quando si nota che le potenze mondiali
incentivano gli armamenti sia per essere preparati al prossimo e
forse non più evitabile conflitto mondiale, sia per motivi di
profitto e occupazione lavorativa degli addetti a questa ormai
industria primaria di ogni grande stato e infine sia per smaltire gli
armamenti prodotti onde far posto ai nuovi.
Le
paci sono sempre sorte dopo le guerre e carestie, questa è la
sorte dell'uomo, ma questo non viene forse insegnato adeguatamente
nelle scuole, così che i giovani dimostrano, pur giustamente,
il loro disappunto senza conoscere come da sempre funziona questo
mondo.
Il
buonismo ideologico, del quale si sentono gli echi in tutto il mondo
occidentale economicamente più sviluppato, non farà che
aggravare la situazione sociale ed economica già più
che sofferente.
Chi
non capisce che il progresso va a passi lentissimi e solo con il
superamento di disgrazie ed errori, non può che creare danni
più grandi.
Il
buonismo del mondo occidentale ha già superato il limite
dell'accettabile e realizzabile, per l’ancor più oltre
metterebbe a rischio la qualità della vita dei ceti minori che
diventerebbero i veri perdenti.
Ulteriori
iniziative non potrebbero che essere volute da chi tende a
destabilizzare il sistema politico per scopi propri, di partito, per
ignoranza visionaria.
L'ago
della bilancia, tra il bene e il male, ha già lasciato
l'epicentro e tende a spostarsi verso conseguenze maligne per tutti i
popoli coinvolti, dando così ragione al ripetersi della storia
umana.
Chi
non sa che il ripetersi della storia non segue altro che il principio
delle cause e degli effetti è un ignorante biologico e
intellettuale.
Quando
in un paese, definito democratico, le sue fazioni non altro fanno che
politica di partito, invece che per il bene unico del paese, è
tempo di risveglio delle sue forze migliori, sane ed equilibrate.
Da
qui, alla protesta dei giovani non posso dare un gran peso per i
motivi sopra elencati.
È
stata non più di un richiamo forte ma non applicabile come
sarebbe necessario.
Tutti
sanno come salvare il pianeta, ma nessuno vuole rinunciare alle
proprie agiatezze, uniche nella storia umana, che non sto qui ad
elencare in quanto già note a tutti.
Un
esame adeguato di coscienza sarebbe qui consigliabile, da parte dei
genitori che, presi dal ritmo veloce di vita migliore ma stressante
perchè costretti a consumare più del necessario,
lasciano i giovani senza educazione ed istruzione adeguate, degli
insegnanti che, privati della facoltà di educare e in
necessità punire per timore di un ritorno ai metodi di un
passato nefasto, si limitano al puro insegnamento della loro materia.
La
mancanza di rispetto verso l'autorità degli adulti è
dimostrazione di mancanza di fiducia generata dalla loro
superficialità e noncuranza dei veri problemi esistenti.
Il
suo perdurare non crea altro che il ritorno di quella ideologia del
passato, inculcata nelle menti deboli e bisognose con manifestazioni
propagandistiche magistrali da suscitare fiducia in un capo elevato a
divinità, quando questi sarà diventato una realtà
immodificabile.
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