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  Editoriali  »  Le dimostrazioni, senza presentazione di alternative valide, non hanno senso pratico, di Lorenzo Russo 27/03/2019
 
Le dimostrazioni, senza presentazione di alternative valide, non hanno senso pratico

di Lorenzo Russo





Brava la gioventù di oggi che, in conformità con i principi democratici conquistati dai loro nonni e bisnonni con sacrifici enormi e fino al sacrificio della propria vita, comunica in piazza di volere un ambiente sano, vivibile.

L'effetto di tale protesta è enorme, accentuato com'era dalla presenza dei media, sempre pronti a sfruttare ogni occasione di presenza per validare la loro utilità indiscussa.

Sono anche loro che le organizzano magistralmente, con slogan che danno all'occhio nelle menti non addestrate ad analizzarli prima di condividerli.

Al bravo aggiungo, però, la mancanza di un atteggiamento consono al senso della dimostrazione da parte dei dimostranti.

Intendo che essa avrebbe accolto il mio consenso, qualora i giovani avessero rinunciato, almeno in quel giorno, all'uso dei moderni mezzi di comunicazione, dai quali non riescono a separarsi neanche per qualche ora, pur dovendo sapere che inquinano assai l'ambiente che vorrebbero salvare.

Peccano, così, di ingenuità giovanile, per mancanza di esperienza che li aiuterebbe a comprendere che tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare.

Non l'hanno fatto perché non hanno compreso il senso vero del loro dimostrare, riducendo la manifestazione alla ennesima voglia di scaricare le loro energie esuberanti contro le generazioni adulte, a detta loro troppo peccaminose e ipocrite.

Una dimostrazione ha senso solo quando viene presentata con proposte valide sul tema trattato.

E invece non èstata presentata nemmeno una riga su come, a loro parere, salvare il mondo.

Nonostante tutto, l'eco rilasciato è enorme e mi auguro che abbia buoni ricevitori negli ambienti decisivi dell'economia e politica.

Questo perchè si tratta proprio di economia e politica, come, per esempio, rendere il sistema economico pronto agli impegni del futuro, in un mondo sovrappopolato, in un ambiente per questo a rischio senza creare ripercussioni gravi nel campo del lavoro e della sussistenza minima per i popoli.

Tutti sanno che il cambiamento deve essere fatto, ma nessuno sa come coinvolgere tutti gli stati di questo mondo a collaborare senza correre il rischio di sopraffazioni e tradimenti.

L'uomo non è ancora maturo per un tale cambiamento e non credo che lo possa essere nei prossimi decenni, salvo che dovesse sorgere una catastrofe di tale portata da mettere a repentaglio la sua sopravvivenza.

Lo si nota oggigiorno, quando si nota che le potenze mondiali incentivano gli armamenti sia per essere preparati al prossimo e forse non più evitabile conflitto mondiale, sia per motivi di profitto e occupazione lavorativa degli addetti a questa ormai industria primaria di ogni grande stato e infine sia per smaltire gli armamenti prodotti onde far posto ai nuovi.

Le paci sono sempre sorte dopo le guerre e carestie, questa è la sorte dell'uomo, ma questo non viene forse insegnato adeguatamente nelle scuole, così che i giovani dimostrano, pur giustamente, il loro disappunto senza conoscere come da sempre funziona questo mondo.

Il buonismo ideologico, del quale si sentono gli echi in tutto il mondo occidentale economicamente più sviluppato, non farà che aggravare la situazione sociale ed economica già più che sofferente.

Chi non capisce che il progresso va a passi lentissimi e solo con il superamento di disgrazie ed errori, non può che creare danni più grandi.

Il buonismo del mondo occidentale ha già superato il limite dell'accettabile e realizzabile, per l’ancor più oltre metterebbe a rischio la qualità della vita dei ceti minori che diventerebbero i veri perdenti.

Ulteriori iniziative non potrebbero che essere volute da chi tende a destabilizzare il sistema politico per scopi propri, di partito, per ignoranza visionaria.

L'ago della bilancia, tra il bene e il male, ha già lasciato l'epicentro e tende a spostarsi verso conseguenze maligne per tutti i popoli coinvolti, dando così ragione al ripetersi della storia umana.

Chi non sa che il ripetersi della storia non segue altro che il principio delle cause e degli effetti è un ignorante biologico e intellettuale.

Quando in un paese, definito democratico, le sue fazioni non altro fanno che politica di partito, invece che per il bene unico del paese, è tempo di risveglio delle sue forze migliori, sane ed equilibrate.

Da qui, alla protesta dei giovani non posso dare un gran peso per i motivi sopra elencati.

È stata non più di un richiamo forte ma non applicabile come sarebbe necessario.

Tutti sanno come salvare il pianeta, ma nessuno vuole rinunciare alle proprie agiatezze, uniche nella storia umana, che non sto qui ad elencare in quanto già note a tutti.

Un esame adeguato di coscienza sarebbe qui consigliabile, da parte dei genitori che, presi dal ritmo veloce di vita migliore ma stressante perchè costretti a consumare più del necessario, lasciano i giovani senza educazione ed istruzione adeguate, degli insegnanti che, privati della facoltà di educare e in necessità punire per timore di un ritorno ai metodi di un passato nefasto, si limitano al puro insegnamento della loro materia.

La mancanza di rispetto verso l'autorità degli adulti è dimostrazione di mancanza di fiducia generata dalla loro superficialità e noncuranza dei veri problemi esistenti.

Il suo perdurare non crea altro che il ritorno di quella ideologia del passato, inculcata nelle menti deboli e bisognose con manifestazioni propagandistiche magistrali da suscitare fiducia in un capo elevato a divinità, quando questi sarà diventato una realtà immodificabile.




 
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