Idea,
ragione, e infine credo, ma quale?
di
Lorenzo Russo
Idea
e ragione sono requisiti variabili, come tutto in questo mondo è
variabile, nel senso che è sempre in movimento e dal quale
l'energia della vita sorge e si rinnova continuamente.
Con
riferimento all'uomo, molto dipende dalla sua condizione fisica e
sociale e dal suo grado di apprendimento ed educazione.
All'inizio
sta l'idea, uguale a energia della vita degli esseri capaci di
pensare, a lei segue la ragione, uguale al grado di apprendimento
logico e funzionale.
L'idea
viene così esaminata dalla ragione che, con l'aiuto della
logica, la rende più o meno praticabile, in una realtà
dimensionale che è di per sè limitata.
L'educazione,
l'istruzione, la condizione politica sociale ed economica
condizionano il loro livello, così che dall'insieme ne sorge
il periodo di pace, di guerra, la capacità di convivere
socialmente o no.
Esistono
molti esempi di come l'uomo abbia dato, e dia tuttora, dimostrazione
di essere inclino a compiere atti disastrosi quando è soggetto
a sintomi estremi di paranoia, religiosa, politica o sociale che sia,
sfocianti in azioni aggressive contro il differente, o mistici,
sfocianti in comportamenti estatici verso l'alto, quale sinonimo
della sua origine divina alla quale desidera fortemente accedere.
La
storia è colma di atti compiuti dall'uomo che, spinto dallo
stimolo di eccedere su tutto, ha portato all'estinzione di milioni di
persone, solo perchè di credo differente, di razza ritenuta
minore e quindi da eliminare, per realizzare il suo mondo ritenuto
superiore ed ineccepibile, cioè divino.
La
fede è il risultato dell'incontro tra l'idea e la ragione, ma
non sempre è un risultato logico per i vari motivi sopra
elencati o per una persistente situazione esistenziale disperata.
Ed
è così che il tutto risulta relativo e variabile,
lontano dalla realtà superiore divina, della quale l'uomo è
ebbene privo.
Fa
bene, quindi, considerare ogni conclusione raggiunta con riserva,
onde evitare di finire in un vicolo cieco senza possibilità di
uscita.
In
una eonomia dettata dalla logica del profitto, come è
l'attuale, è proprio difficile creare concordanza e
sostenimento: due requisiti fondamentali alla sopravvivenza sociale
dell'uomo.
La
logica del profitto personale non è concepibile con l'idea
dello sviluppo sociale, fatto che crea disordini e conflitti
continui, fino a sfociare in guerre distruggenti ogni speranza di
pace e sviluppo.
Dalla
difficoltà dell'uomo a discernere tra il bene e il male, due
concetti definitivamente soggettivi per lui, sorgono diverse
interpretazione della logica e ragione secondo le attitudini del
soggetto e le dipendenze da chi è al potere e decide sul
tutto.
Di
fatto, il potere, nelle mani di psicopati, sfruttatori e speculatori,
è espressione di violenza e oppressione sul popolo.
In
un sistema democratico il potere viene svolto indirettamente dal
popolo attraverso l'elezione dei suoi rappresentanti. Sono loro che
promuovono le leggi che regolano la vita imprenditoriale, lavorativa
e sociale dei cittadini.
Ma
in effetti, il potere popolare è limitato unicamente al
diritto di eleggere i suoi rappresentanti.
Da
qui, il destino del popolo rimane nelle loro mani, nella speranza che
essi siano onesti e diligenti.
In
caso contrario, non rimane altro al cittadino che organizzarsi e
pretendere di essere preso in considerazione attraverso il referendo
popolare.
L'esperienza
mette in evidenza che cattivi rappresentanti se ne fregano della
volontà popolare e pensano unicamente al loro interesse che,
per primo, è quello di mantenere il seggio in Parlamento.
Non
è da dimenticare che i partiti hanno una grande influenza sui
loro elettori, influenza che esercitano con favori, promesse e
raggiramenti di ogni sorta influenzanti la coscienza di chi è
ancora sprovveduto mentalmente.
Sta
poi al cittadino di non farsi abbindolare dalle offerte fasulle,
soprattutto da quelle preelettorali, per cui posso affermare che il
malcostume della classe politica riflette il grado di ignoranza
civile della popolazione.
Mea
culpa, mea maxima culpa, posso affermare liberamente.
Alla
base del benessere di un popolo sta la sua capacità di creare
concordanza tra le diverse opinioni per un fine comune e fondante
sulla solidarietà ed onestà.
Ed
è qui che il mondialismo in atto risulta inpraticabile, in
quanto la sopra citata convergenza di idee di più e più
milioni di persone senza una comune cultura, lingua e tradizione,
diventa impraticabile almeno nel lasso di tempo preteso dalla classe
del potere.
Il
nemico vero dell'uomo è l'economia del profitto, ma come
uscirne senza creare danni maggiori? Di fatto, se da un lato la
globalizzazione favorisce il sorgere dell'unione dei popoli,
dall'altro rende l'operaio preda del sistema, voluto appositamente
dalla elite, in quanto è costretto a concorrere con più
contendenti in un mercato tenuto volutamente carente di lavoro.
Il
risultato è la riduzione dei salari e conseguentemente
maggiore sfruttamento dei ceti minori.
Mi
sa che i buonisti di oggi formeranno la casta di privilegiati di
domani, quale ringraziamento per il lavoro svolto per la elite.
Attenzione,
quindi, a credere in un qualcosa senza averlo esaminato
accuratamente, in quanto è chiaro che sia il bene che il male
non altro dimostrano che la difficoltà dell'uomo a
svilupparsi.
Il
pensiero (idea), la ragione inquadrata dalla logica in uno schema
comprensibile ed attuabile, sono strumenti della capacità
ricognitiva dell'uomo.
Sono
essi che fanno dell'uomo un essere più evoluto degli altri
esistenti, ma non creano un sistema ottimale di convivenza perchè
sono influenzabili dai sopra elencati fattori che lo rendono
difettoso, fino a bloccarlo.
Di
più non è dato all'uomo che, come un invalido,
vagabonda nel suo regno sostenuto da un Dio di sua creazione.
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