Una fiera da sogno, o un sogno di fiera?
Il colpo d'occhio è stupendo: il corso Vittorio Emanuele, che attraversa tutto il centro, è
affollato dai gazebo di ben 314 espositori, costituiti quasi esclusivamente da
piccole case editrici, alcune delle quali di recentissima costituzione al punto
che, non avendo ancora pubblicato, espongono sui banchetti la promessa di
farlo.
Sono le 9,30 del mattino di domenica
20 maggio, ma il pubblico è già folto, tanto che la stima effettuata a
mezzogiorno parla di circa 70.000 visitatori.
E' questa la splendida realtà de La
primavera del libro allestita a Villafranca di Verona
con l'intenzione, nemmeno tanto nascosta, di fare un'agguerrita concorrenza al
Festival Letteratura di Mantova e addirittura alla Fiera Internazionale del
Libro di Torino.
Al riguardo, basti vedere gli ospiti
presenti in questa magnifica giornata di sole, autori in carne e ossa che è
possibile incontrare e con cui si riesce anche a conversare.
Ai tavolini del Bar Centrale, intenti
a gustarsi un caffè con le famose sfogliatine, altro vanto famoso di questo paesone del veronese, ci sono Roberto Saviano, Alessandro
Piperno e Tullio Avoledo. In piedi, un po' più in là,
accalorati in una discussione, si notano Niccolò Ammaniti
e Leonardo Colombati. L'atmosfera è allegra e quindi
niente diatribe, ma colloqui di pura letteratura a cui
i normali lettori possono assistere in prima fila godendo di concetti
didascalici, di opinioni difese con vigore, ma senza astio.
Il gazebo del Foglio Letterario vede
la presenza dell'inossidabile e onnipresente Gordiano Lupi. Non so, guardi Rai1
e lui c'è, passi su Rai2 e lo trovi ancora; mi ricorda tanto Saddam che aveva diversi sosia.
Comunque, scambio due chiacchiere e
non mi riconosce, anzi mi scambia per uno dei tanti autori che ha sbeffeggiato
nel suo libello “Nemici miei” e allora sta sulla difensiva. Riesco a farmi
riconoscere, ma sembra che abbia ancora qualche dubbio e
infatti mi dice: - E' stato contento, signor Bilancia, del ritratto che
le ho fatto in Serial Killer italiani? Se ha qualche cosa da dire, posso sempre
riscriverlo o magari metterla fra gli Orrori tropicali.
All'improvviso un rumore assordante e
sullo spiazzo antistante il castello scaligero atterra Luca Masali
con uno dei biplani di D'Annunzio. Si porta dietro una bella ragazza che ha
trovato in soffitta, un'inglesina. Si sa già che si
fermerà poco, perché ripartirà prima del mezzogiorno alla ricerca di una perla
alla fine del mondo.
La vera, autentica sorpresa però
giunge alle 10 e in un tripudio generale si affacciano sul corso loro, sì
proprio loro! Andrea Camilleri e Luca Zingaretti presenziano insieme a questa kermesse
letteraria, stranamente snobbata dalla nota
trasmissione di Rai 3 Fahrenheit perché
pare che Marino Sinibaldi pretendesse che fra le star
figurasse anche un altro nome e dopo vedremo quale.
Sono preceduti da Catarella,
o meglio da chi interpreta Catarella, e che in
mancanza di una porta in cui andare a sbattere centra il primo lampione che
trova. Risultato? Interruzione della corrente elettrica per circa 30 minuti.
Mi perdo un po' in questa massa
fluttuante, in questo fiume di gente che scorre impetuoso, ma non posso fare a
meno di notare che, davanti alla chiesa, c'è lo stand delle Edizioni Paoline, con l'ultimo libro di Benedetto XVI, guardato a
vista da quattro aitanti guardie svizzere che, ogni tanto, si fanno gli occhi
dolci fra di loro.
Purtroppo, unico difetto della
perfetta organizzazione, dall'altra parte della strada c'è lo stand islamico, con diversi edizioni di un unico volume: il Corano. Ci sono poi manuali vari, di uso pratico: Come fabbricarsi una
cintura esplosiva; Il kamikaze perfetto; Il paradiso di Allah (vietato ai
minori di 18 anni).
Indubbiamente le edizioni Paoline mostrano una maggiore varietà e, oltre al citato
testo di Ratzinger, ci sono titoli che non possono
che costituire richiamo: L'astinenza sessuale nei cardinali ultraottantenni;
Atti impuri.
E alle 11 accade il fattaccio, con un
islamico un po' alticcio che scaglia un Corano contro il Gazebo delle Paoline. La risposta è immediata e il volume di Benedetto
XVI, con il perfetto lancio parabolico di una guardia svizzera, centra la testa
di un iman. Scoppia così la battaglia, a colpi di libri,
che si esaurisce nel giro di una decina di minuti, quando dalla chiesa esce
candido proprio lui, con la barba fluente e le braccia aperte. E così Marco
Salvador si mette a urlare:
- Fratelli, il quarto comandamento, la casa del quarto
comandamento!
Da nemici diventano amici e ora
Corani e libri cattolici fioccano sulla testa del povero Salvador, che rientra
precipitosamente in chiesa.
- Scommettiamo che non ne esce fino a
questa sera?
Mi volto e mi trovo di fronte Remo Bassini, con la camicia tutta coperta da schedine del
Totocalcio, del Totip e del Superenalotto.
Prosegue: - Dicono di Marco che abbia
per amante Clelia.
Gli faccio: - E tu come lo sai?
- Voci, voci rubate.
Il tempo corre, c'è tanto da vedere
che gli occhi si affaticano, ma ciò non mi impedisce di notare, appoggiato a un
muro, un tipo arcigno, fra lo schifato e l'incazzato.
Sto per chiedermi chi sia, quando nella calca s'alza
una voce forte, squillante: - Eraclito, dove sei?
La vedo subito, in mezzo a tante
teste, ed è lei, non c'è dubbio: Cinzia Pierangelini
fende la folla alla ricerca della sua creatura, accompagnandosi con il violino,
un suono melodioso che dovrebbe costituire un richiamo irresistibile per il suo
Eraclito.
E lui, invece, che fa?
S'infila nel muro, imprecando:
- Eraclito, qui, Eraclito lì, mai un
attimo di tregua. Rompi ancora un po' che ti scrivo io una recensione delle
mie!
Mi accorgo che è quasi mezzogiorno e
la gente, a messa finita, comincia a uscire dalla chiesa. Truccato, con barba e
capelli verde Irlanda, in modo da non farsi riconoscere, c'è anche Marco
Salvador, ma le sorprese non sono finite, perché sulla porta del tempio, a
salutare le sue pecorelle, c'è Don Luisito Bianchi. Ha entrambe le mani impegnate:
nella destra non tiene un breviario, ma La messa dell'uomo disarmato; nella
sinistra tiene una pistola… ad acqua.
La radiolina gracchia qualche cosa,
una voce non sconosciuta: è Marino Sinibaldi che
lancia un monito agli organizzatori.
- Che sia la prima e l'ultima volta.
Alla prossima, se volete che ci sia, dovete invitare anche Milvia Comastri, che così mi intervista. E che cazzo,
un uomo ha il diritto, dopo tante interviste che fa,
di essere pure lui intervistato. Pretendo che sia Milvia Comastri,
eccellente scrittrice, quella per intenderci di “Donne, ricette, ritorni e
abbandoni”, un volume che consiglio a tutti, con esclusione delle ricette. Ho
provato a farne una e da due giorni giro con l'orinale in mano...
Mentre mi accomiato, con dispiacere,
da questa festa, giunge l'ultima notizia: a Dossobuono,
fermato e trattenuto dalla polizia, il regista Ermanno Olmi. Nel baule
dell'auto aveva martelli e chiodi e si sa per certo che si dirigeva verso Villafranca…