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  Editoriali  »  Liberi pensieri nel labirinto della psiche umana, di Lorenzo Russo 28/02/2021
 
Liberi pensieri nel labirinto della psiche umana

di Lorenzo Russo





Gira e rigira, senza mai fermarsi, fa ciò che noi chiamiamo terra.

Lo fa per tenersi in equilibrio nella sua posizione nel Creato.

Un giorno verrà risucchiata e sparirà per sempre, e noi con essa.

È un pensiero che mi accompagna, forse perchè intravedo in esso l'origine dell'avvicendarsi periodicamente degli episodi senza che cambi veramente qualcosa nel tempo che vorremmo che cambiasse.

La terra, nostra dimora, gira e noi con essa, così che tutto si ripete: il bello come il brutto, gli amori come gli odi, le paci come le guerre, se non fosse che i secondi fanno più male perche distruggono la speranza di poter vivere una vita migliore e duratura.

Le religioni ci dicono che esiste un Dio che ci ama e vuole salvarci qualora vivessimo secondo la sua volontà.

Forse è anche ammisssibile, ma a me sembra più che sia la volontà di chi vuole dominare sugli altri, creando un sistema complesso di dipendenze dalle quali è difficile uscirne.

Comunque, potrebbe anche essere una raccomandazione che viene ripetuta giorno per giorno per tenere i più deboli e incoscienti in vita.

Certo è che chi crede in un qualcosa di superiore vive meglio, perchè lo aiuta a sopportare le molte sofferenze e sconfitte che la vita presenta.

E sarà proprio così, quando noto che anche i buoni tendono al dominio, a un altro tipo di dominio, ma sempre dominio, il che mi riporta mentalmente al camuffamento del bene, da me inteso come un bene non maturato.

Basta pensare alla pratica imposta ai credenti di confessarsi, con la quale il clero tiene il suo popolo legato a sè e quindi sotto controllo.

In essa, il confessore si mette sullo stesso livello di giudizio del suo Dio che intende di rappresentare.

Confessati i peccati, pronunciate tre Ave Maria, un Padrenostro e un Gloria, il confessato esce dalla Chiesa libero dai suoi peccati e sollevato nel suo animo.

E qui aggiungo la raccomandazione del confessore di ritornare presto, certo che i peccati confessati risaranno compiuti. Controllo e imposizione autoritaria, questo è il punto cardinale del sistema.

Non esistono, di fatto, nè il diavolo nè il paradiso, ma la perpetua arretratezza fisiologica che è propria della dimensione che ci ospita e fa di ogni individuo un essere con più aspetti: uno buono, uno meno buono, fino a cattivo.

Da questa constatazione mi viene da immaginare che l'uomo sia stato punito, per disubbidienza o qualcosa ancora di peggio, in un tempo vissuto in una dimensione migliore.

Che poi sia stata veramente migliore non si sa veramente, per cui si potrebbe anche pensare che sia stato un periodo ancora più primitivo di adesso e quindi dominato da un Dio autoritario e crudele.

Va bene, rimaniamo con i piedi per terra e cerchiamo di vivere questa vita nel migliore dei modi possibili, ciò senza voler dominare su tutti e tutto.

L'umiltà e la devozione rendono l'uomo mite e sociale, ma cos'è quando si accorge di venire sfruttato, usato per scopi altrui?

Infine, il tutto ha un limite, oltre il quale anche un essere buono tende a reagire, per diritto e dovere.

Così è con le religioni, con lo stato, con gli ordini vari, tutti creati e amministrati da una casta privilegiata con l'impegno di gestire il compito ricevuto per il bene comune.

Mi chiedo, ora, dov'è il limite della ingenuità, qualora esistesse veramente, quando basterebbe considerare che i propri rappresentanti sono parte della stessa società che li ha eletti.

Ne segue che un popolo, debole e incline alla frode, non può che eleggere rapppresentanti altrettanto deboli e fraudolenti.

Ed è qui che sorge il pensiero sulla necessità di crearsi un capo che imponga obbedienza, ordine, integrità e serietà.

Purtroppo la storia riporta che anche con questo sistema il popolo non stava meglio, anzi spesso stava peggio, come dimostrano le grandi disgrazie e atrocità avvenute.

L'epoca degli stati sovrani segnala l'esistenza di un rapporto di un sovrano con tutti i suoi sudditi e fondante sull'ubbidienza assoluta e dove casi di insubordinazione venivano puniti severamente.

Uno stato sovrano, per esistere come tale, ha bisogno di un esercito ben addestrato e fedele, fatto che fu inculcato nei soldati con la propagazione di principi basati sull'onore e gloria per il sovrano e la patria, e qui patria sta anche per famiglia.

Il tutto fu esternato con l'uso di uniformi spettacolari, smaglianti e ricche di decorazioni ineggianti al valore militare conseguito nelle molte battaglie cambattute.

Il Re capo assoluto, gli alti ufficiali presenti al suo fianco e i soldati addestrati all'uso delle armi con rigida disciplina e punizione di ogni trasgressione offrivano l'immagine di una struttura efficiente e solida.

Il loro compito consisteva non solo nella difesa dei confini della patria, maì anche nella conquista di altri territori per scopi politici ed economici.

Erano i tempi delle continue guerre che causarono tantissime vittime e instabilità nelle zone di confine.

Il quadro dell'entusiasmo per il sistema veniva completato con le parate annuali, nelle quali il meglio della gerarchia stava in mostra per essere applaudita.

Il popolo dimenticava in quel giorno la sua precaria situazione esistenziale per lasciarsi prendere dalla tipica forma infantile di entusiastica compartecipazione alla gloria del regno, che lo spingeva ad applaudire soprattutto i soldati, i veri eroi senza privilegi, che in smaglianti uniformi di parata marciavano accompagnati dalla banda militare, intonante una musica creata apposta per inneggiare alla forza e alla gloria del sistema, e ancor più per incoraggiarli a combattere e a morire per il sovrano e la patria.

Patria, sovrano, alta gerarchia, esercito, popolo erano sinonimo del credo di essere stati prescelti da un Dio del bene.

In questo quadro delle meraviglie in verità il popolo aveva ben poco da rallegrarsi.

Le continue guerre, la perdita dei cari, la povertà che tutto ciò procurava pesava esclusivamente sui ceti minori della società.

Questo durò fino al momento in cui la povertà e la continua soppressione subita raggiunse il suo culmine e il popolo si ribellò.

Mi viene da aggiungere che, sebbene il Re sia garanzia di unione e ordine, il Clero dei suoi credenti, la troppo tolleranza e mancanza di critica espressiva di un popolo verso i suoi capi risveglia in loro le meno buone caratteristiche che sono proprie di ogni essere umano.

Un capo può essere destituito, ma non sostituito da più capi, qualora fossero privi della necessaria preparazione e formazione caratteriale e intellettuale, il che causerebbe la caduta politica, economica, culturale di un paese.

Questo è ciò che si riscontra oggi nelle repubbliche democratiche.

Le cause risiedono nella complessità del sistema democratico, dove agiscono troppi capi dediti a proteggere gli interessi di gruppi o partiti troppo differenti e pretenziosi.

I popoli sono oggi certamente più emancipati, ma ancora troppo immaturi e impreparati per il sopravvivere del sistema democratico, il quale si dovrebbe fondare sulla uguale applicazione delle leggi per tutti i cittadini, una appropriata retribuzione che garantisca di vivere dignitosamente e la libertà di adunarsi ed eventualmente protestare pacificamente.

La sua realizzazione dipende esclusivamente dalla volontà dei cittadini a creare ricchezza, che è poi da ripartire secondo i meriti acquisiti.

Un problema cruciante, oggi, è il troppo elevato stadio degli armamenti che non promette niente di buono.

Armarsi per tenere poi il tutto in riserva non è mai stato conveniente per l'uomo.

Di fatto, anche se attualmente i capi di governo sono costretti a dialogare, prima o poi emergerà uno che, spinto dalla sua latente paranoia di potere o semplicemente perchè troppo marginalizzato, approfitterà di ogni occasione per vendicarsi e realizzare i suoi progetti nella convinzione che gli siano stati affidati da una volontà divina..

Paranoia psicotica e Dio sono qui equivalenti.

Dei seguaci non dovrà preoccuparsi. Ne troverà tanti, in quanto in ogni società esistono individui radicalizzati e pronti ad usare la forza al posto della ragione.

Mi sembra che a questo porti anche il progetto in corso di unire tutti i popoli.

Non tengono conto che non è nella natura dell'uomo, in quanto è ancora troppo immaturo nella sua composizione fisiologica.

Infine è sempre la condizione dimensionale a dettare la sua volontà.


 
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