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  Editoriali  »  Cos’č la vita, di Lorenzo Russo 05/10/2021
 
Cos'è la vita

di Lorenzo Russo





All'inizio non ci fu “Nulla“ di percepibile; solo dopo una infinità di tempo apparvero nell'Universo strane forme di esseri, capaci di muoversi, gesticolare e infine comunicarsi.

Una catastrofe climatica li fece scomparire, e moltissimo tempo dopo apparve l'UOMO.

Premetto che esso era già presente fin dall'inizio di questo percorso e che solo dopo assunse le a noi conosciute forme e caratteristiche, con le quali possiamo comunicarci, amarci e combatterci fino ad eliminarci.

Con questo voglio affermare che tutto ciò che esisteva, esiste oggi e sarà nel futuro, è il prodotto di una energia in continua fase di svolgimento.

L'Uomo è quindi un prodotto di un processo deciso altrove, in un altro Universo o nel nostro non ancora scoperto.

Si vive, e questa è l'unica percezione tangibile per noi.

Molto si è scritto dell'Uomo: delle sue marcate caratteristiche, tra le quali quelle che gli hanno causato infinite disgrazie come anche quelle subite, delle molte scusanti messe in atto da lui stesso per mantenersi in vita e integro, ma anche della sua genialità creativa in tanti campi del suo impegnarsi.

Molti Dei sono apparsi, da lui stesso creati per rendersi innocente o demoniaco, Dei buoni e cattivi, quindi, secondo il caso e la necessità.

L'Uomo: una creazione di una forza geniale, probabilmente ancora incomprensibile e imperfetta, creato possibilmente da chi vuole scagionarsi dalle sue colpe, derivanti dalle sue incapacità non riconosciute o accettate, quindi presuntuosità generante il vizio di giocare d'azzardo, o di una energia assolutistica punitrice?

L'Uomo, che sulla scia di questa forza geniale tende anche lui a scagionarsi dalle sue colpe incolpando un qualcuno o qualcosa che non è in grado di difendersi?

Non è così che, nella nebulosità della mente umana ogni epoca ha i suoi colpevoli e innocenti, da poter ammettere che siamo tutti colpevoli e innocenti e che la causa dei nostri errori risiede là dove è impossibile accedere e procedere alla sua modificazione?

La colpa di ogni misfatto è quindi la nostra perenne ignoranza, che genera il dualismo quale determinante della nostra condizione di vita.

Dualismo, uguale a incapacità di comprendere, distinguere, giudicare giustamente?

Non per niente ci creiamo un Dio buono per supplicarlo di aiutarci nella nostra incapacità di sopravvivere, o un Dio giustiziere per dare giustificazione ai nostri intenti tesi al dominio, alla vendetta, al ricatto, in poche parole a sopravvivere in una dimensione altrettanto retrograda.

Ed è così che ci si combatte, nella convinzione che, trasferendo la nostra colpa su un qualsiasi altro non in grado di difendersi, ci liberiamo di essa, mentre l'unico atto liberatorio sarebbe quello di cercare l'unione, pur nelle esistenti e necessarie diversità individuali in un mondo avverso.

Ed è qui che il cristianesimo ci offre un esempio sul come vivere in armonia in una realtà ripugnante.

Peccato che non siamo ancora progrediti in questo senso.

Ed è qui che chi ne fa la ragione della sua vita viene eliminato, giustiziato, come se sia la natura stessa, della quale siamo parte integrante per quanto riguarda la nostra fisicità, a volere e decidere della nostra sorte.

È allora vero che, diventando materia, siamo stati relegati in una prigionia senza scampo, ad eccezione del sacrificarsi per l'altra vita, ma della quale non si ha certezza della sua esistenza?

Chissà, se un giorno, perlustrando l'Universo, riusciremo a scoprire la nostra origine e meritarci la tanto agognata liberazione terrena?

Uno sguardo sulla essenzialità della natura terrena mi porta alla mente che essa è crudele al massimo grado, perchè si fonda sul distruggere per non essere distrutto, sbranare per non essere sbranato, dominare per non essere dominato.

Natura terrena è pertanto materia e quindi sottoposta al suo destino, mentre spirito è energia universale che tutto crea e ricrea secondo un principio a noi sconosciuto.

Lo spirito genera quindi la materia e traccia il suo destino, anche il nostro, pertanto.

L''essenza della natura terrena è il potere, una energia che ci serve a sopravvivere, uguale in quale forma e condizione.

Il potere si serve di persone forti e decisive, non è per i deboli, ai quali non rimane che un ruolo di dipendenza.

Ogni società ha bisogno di persone forti e visionarie, altrimenti non può reggersi, ma qui bisogna distinguere due aspetti del potere: quello assoluto che richiede ubbidienza senza replica e quello tollerante che si fonda sull'accondiscendenza dei suoi membri, che così sono chiamati ad istruirsi, ad ingaggiarsi per la comune causa affinchè il sistema così creato funzioni.

Fallimentare è quindi la società, quando i suoi membri pretendono senza dare un contributo sia in forma di cooperazione sia in forma pecuniaria sia in forma di responsabilità.

Positivamente parlando, ritengo la vita un banco di prova con molteplici direzioni, contenuti ed esiti.

Quanti pensatori, filosofi, scrittori, scienziati, credenti hanno cercato di dare una risposta utile al senso della nostra esistenza?

Ognuno di loro è riuscito a sbirciare un poco nel futuro, così che, di secolo in secolo, l'uomo è riuscito ad approfondire il suo sapere, con il quale ha modellato la sua esistenza ad un livello sempre più elevato e non immaginabile nel lontano passato.

In quanto il tutto ha un limite, mi chiedo quando esso sarà raggiunto e cosa ci porterà: l'elevazione finale o la distruzione totale.

Per il momento la vita rimane ancora un enigma, una Dea capace di invogliare l'uomo all'avventura, costi quel che costi.

Vale la pena di tentare a scoprirla, se non altro perchè senza questo compito l'uomo si sentirebbe solo, debole, senza voglia di vivere.

Ad ogni modo e considerando che ogni senso datole ha creato più incertezze che risposte utili, consiglio il darci a quell'impegno che crei in noi una condizione psichica positiva e serena.




 
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