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  Editoriali  »  Qualcosa di me 06/06/2007
 

Qualcosa di me

 

 

Ogni tanto mi chiedo perché scrivo.

Certo, lo faccio perché mi piace, altrimenti sarebbe irrazionale perdere delle ore per qualche cosa a cui non sono obbligato, se non ne ritraessi un'intima soddisfazione.

E' una risposta però che non mi soddisfa, in quanto subito subentra un'altra domanda: perché mi piace?

E qui entriamo nel difficile, perché si apre un ventaglio di possibilità di difficile scelta.

Mi piace perché mi sfogo, perché mi diverto a creare, perché spero che altri leggano, e così via.

Se mi soffermo un po' di più, astraendomi dal consueto, con una certa difficoltà ammetto che questo impegno è connesso, anche e non solo, all'idea di compiacermi. Sì, perché quando ho ultimato la stesura in veste definitiva di una poesia o di un racconto, nel rileggere avverto chiara una sensazione di appagamento, quasi come a voler dire “ci sono riuscito”.

E' forse una sorta di egoismo questo misurarmi solo con me stesso, però mi reca piacere, mi fa sentire vivo e dinamico.

Se scavo più a fondo, scopro poi una vena narcisistica che mi porta a essere ulteriormente appagato al pensare che altri mi leggano e mi giudichino, una specie di emozione che raggiunge l'apice quando qualcuno mi manifesta il suo apprezzamento.

Non oso immaginare le mie reazioni nel caso di un'eventuale pubblicazione in un volume, la massima aspirazione di qualsiasi essere che si dedichi alla scrittura. Eppure, a ben guardare, in tal caso scatterebbero immediatamente altre aspettative, quali il fatto di riuscire a vendere un bel po' di copie e di ottenere delle recensioni lusinghiere.

Insomma, tutto questo per dire che non ci sono limiti al bisogno di ogni uomo di essere valutato, comparato, addirittura osannato.

Per quanto non vi siano miei lavori pubblicati in un volume, fatta eccezione per qualche comparsa in antologie collettive, non posso dire di non essere stato recensito, perché c'è chi lo ha fatto per le uniche due opere che figurano su Internet in e-book: Il magico sussurro della natura, una silloge, e Storie di paese, una raccolta di racconti.

Ha provveduto a questo un'unica persona, Milvia Comastri, una signora bolognese, scrittrice di belle poesie e di altrettanto validi racconti, e, fra l'altro,  autore di un volume, edito da Pendragon, intitolato “Donne, ricette, ritorni e abbandoni”, di cui potete trovare qui la mia recensione.

Questi due commenti critici sono apparsi, in epoche diverse, sul suo blog, peraltro interessante per qualità, e io, con una punta di narcisismo, li riporto di seguito.

Il magico sussurro della natura

E' sorprendente la capacità di Renzo Montagnoli di riuscire, con le sue poesie, a risvegliare con veemente passione le nostre coscienze quando affronta i temi che gli sono più cari: il rifiuto di ogni guerra, la condanna delle sopraffazioni da parte dei potenti, la disgregazione dei valori morali. Ed è  ancora più sorprendente, quindi, scoprire la sua grande capacità di  regalare immagini di quiete, di assoluta serenità  quando descrive, con i suoi versi, i paesaggi della natura.
Come quelle che emergono dalle pagine di questo suo ultimo e-book,  dal armonioso titolo "Il magico sussurro della natura" che è uscito qualche giorno fa a cura del sito www.isogninelcassetto.it e  che è scaricabile gratuitamente.

Montagnoli ci regala, con questa sua raccolta di poesie, un vero e proprio balsamo per l'anima. Ci porta con lui a farci accarezzare il cuore dalla dolcezza delle colline, da suoni d'acqua e di brezze, da colori delicati.

Voglio riportare, come esempio, un frammento dalla lirica “Armonie", che fa parte della raccolta.

Scivola l'acqua sulla roccia,
saltella sui piccoli declivi,
rinnova il suono della vita
che ritorna a dissetare
gli esili fili d'erba
che svettano al sole….


C'è, qui, la rigenerante musica dell'acqua e tutta la purezza di un paesaggio montano. Il sussurro (magico) della natura, ci pervade e placa ogni nostro disagio.

Un'ultima cosa. Seppur indirettamente, anche in questa occasione, il Poeta ci induce a riflettere: sull'inestimabile ricchezza che la natura ancora ci offre e su come dovremmo veramente fare della sua salvaguardia una delle nostre mete.
 
Ed ecco dove scaricare la silloge:

www.isogninelcassetto.it/montagnoli_2.html

 

 

 

Un paese che diventa il nostro

Ecco, proprio questo può accadere leggendo "Storie di Paese" di Renzo Montagnoli, raccolta di racconti che qualche tempo fa è uscita in formato e-book a cura del sito www.isogninelcassetto.it

 Perché questi diciassette racconti sono belli.  Bella la scrittura, nitida, asciutta, senza sbavature. Ottima anche la tenuta dei dialoghi, quasi da sceneggiatura cinematografica (una peculiarità di Montagnoli, questa).
Ma la cosa veramente apprezzabile è che l'Autore, mano a mano che procediamo nella lettura del testo, sembra portarci dentro, con molta discrezione, in verità, dentro questo suo microcosmo,  e preceduti da lui entriamo nell'osteria, nelle case, nella chiesa, nel piccolo cimitero, nella piazza. E così, improvvisamente ci troviamo seduti vicino ad Annibale Chiocchetti,   e anche noi cominciamo a chiamarlo “il Guercio”, come se lo conoscessimo da quando questo soprannome gli è stato affibbiato e ci mettiamo ad ascoltare con attenzione quello che lui dice, certi che ben presto, senza supponenza, ci impartirà qualche lezione di vita. O ci troviamo ad ascoltare “Nessun dorma” cantata dallo sfortunato e disperato Giacomo Salami, e a emozionarci come gli altri avventori dell'osteria;  e  anche i più mangiapreti fra noi, si troveranno a stimare Don Zeffirino, e forse a desiderare di chiedergli qualche consiglio. O andremo a comprarci un'anguria da Claudio, per fargli un ultimo saluto, prima che il suo chiosco venga travolto dalle ruspe (struggente, questo racconto).
Ma tanti sono i personaggi che incontreremo, come tanti sono, appunto, gli abitanti del paese.
Ognuno ben caratterizzato dall'Autore,  anche con l'uso di pochissime parole. E li riconosceremo quindi subito, da un gesto, da un modo di dire. E cominceremo ad amarli e a ridere e piangere con loro.
Sì, perché ci si commuove, leggendo questi racconti, ma anche si ride, o si sorride. Le ingenuità, la malizia, le ipocrisie, i piccoli eroismi quotidiani, i drammi, la miseria, gli ideali, le speranze, le delusioni, la voglia di andare avanti, l'amicizia, l'amore,  la vita, la morte: tutti questi sentimenti, queste emozioni, questi eventi stanno racchiusi fra le vie, nelle case del paese di Renzo Montagnoli. In un'epoca che in quasi tutti i racconti è quella della guerra o del dopo guerra, ma che, se guardiamo bene, potrebbe essere  anche l'epoca attuale.  E alla fine, quando chiudiamo il libro, capiamo che quel paese è diventato anche il nostro.

Una lettura da consigliare, quindi, anzi da non perdere.

La raccolta di racconti, suddivisa in due volumi, è scaricabile gratuitamente qui;
www.isogninelcassetto.it/montagnoli_1.html

 

 

 
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