Il
significato della Pasqua
di
Renzo Montagnoli
Ci
siamo talmente abituati alla festività della Pasqua al punto che
molti non conoscono il suo significato, ivi compresi parte di coloro
che sono presenti abitualmente alle funzioni religiose.
Innanzi
tutto è opportuno sapere da dove derivi la parola Pasqua. L´origine
è greca, pasha, che a sua volta deriva dall´aramaico
pasah, che vuol dire "passare oltre" e in senso più
generale "passaggio". Infatti gli Ebrei così ricordavano il
passaggio attraverso il Mar Rosso dalla schiavitù in Egitto alla
terra promessa. Considerato che il Cristianesimo ha utilizzato per le
sue festività religiose quasi sempre quelle precedenti di altri riti
e tenuto conto della particolarità della ricorrenza del passaggio
dalla morte alla vita di Gesù Cristo si può ben comprendere il
perché del nome Pasqua. I punti di contatto fra la nostra e quella
ebraica finiscono però lì, perché la prima ha una data diversa e
variabile (cade la domenica successiva al plenilunio dopo l´equinozio
di primavera, che per la nostra Chiesa è sempre fissato
convenzionalmente al 21 marzo), mentre la seconda viene celebrata il
quattordicesimo giorno del mese di nissàn, vale a dire in
corrispondenza della luna piena di marzo-aprile, oltre al fatto che
per la specifica natura la nostra è una Pasqua di resurrezione,
quella ebraica di liberazione.
Poiché
la nostra è preceduta dalla "passione" di Gesù Cristo, nei
giorni immediatamente antecedenti, che sono di lutto, vige una
particolare liturgia.
Al
di là delle tradizioni delle uova, che ha avuto origine nei primi
fedeli cristiani, e dell´agnello, che deriva dalla Pasqua ebraica,
in questa sede preme solo evidenziare il significato della Pasqua,
che si é visto prima celebra la resurrezione del Cristo. Si tratta
del passaggio dal buio della morte alla luce della vita eterna, così
come inteso dai ricordi della dottrina. C´è da considerare
l´aspetto che le liturgie cristiane sono sempre metaforiche, tanto
che se vi è la certezza dei patimenti e della morte di Gesù Cristo,
non c´è invece per la sua resurrezione, che normalmente i pittori
di soggetti religiosi mostrano come salita al cielo. A parte che
all´incertezza supplisce la fede, c´è da considerare che
l´estremo sacrificio di Gesù, volto alla salvezza dell´umanità,
ha un messaggio di speranza, è un insegnamento che attraverso un
esempio esalta quanto propagato prima con la sua parola, quella
fratellanza che ancor oggi purtroppo è di nome e non di fatto. Lui
ci ha indicato la strada della pace universale, noi lo celebriamo, lo
glorifichiamo, ma ancora siamo incapaci di fare nostro il suo
insegnamento. In circa duemila anni abbiamo dilapidato l´immenso
lascito di Gesù Cristo, tutti, nessuno escluso, compresa la Chiesa.
Se
vogliamo festeggiare la Pasqua come si deve non dobbiamo ricorrere a
tante cerimonie, basta aprire il Vangelo, leggere e regolarsi di
conseguenza, e il cielo scenderebbe sulla terra.
Buona
Pasqua.