Otto maggio
di Renzo Montagnoli
Per un giorno particolare ho voluto
un aggiornamento diverso dal solito, mi sono imposto di non inserire né una mia
poesia o tantomeno un racconto.
No, mi sono detto: goditi quel che oggi apparirà, senza che necessariamente
ci debba essere il tuo apporto, fatta eccezione per una breve nota (questa) che
scriverai e per la recensione di quel romanzo che ti è così caro.
Per un giorno intendo essere solo
lettore e non anche autore, oggi voglio soffermarmi ad assaporare il contributo
di chi ha fatto sì che Arteinsieme sia diventato una
realtà di cui francamente vado orgoglioso.
Certo non pochi si chiederanno il
perché di questo comportamento del tutto eccezionale, ma chiedo di non aver
fretta, perché alla fine di questo mio discorso potranno capire il motivo.
Arteinsieme è nato
il 27 gennaio del 2006 e sta diventando una grande famiglia, dove autori, anche
al momento poco conosciuti, espongono le loro opere.
E' inutile che dica che mi piace
leggere tutto ciò che scrivete e mentre assaporo i versi di una poesia o le
righe di un racconto cerco sempre di immaginare chi ha potuto trasfondere il
suo animo in parole. Conosco alcuni di voi direttamente (pochi), altri li ho
visti in fotografia, ma i più sono delle ombre a cui inconsciamente attribuisco
un volto, magari in base alle sensazioni del momento.
Eppure, conosco tutti come se foste
qui con me, leggo dentro di voi leggendo quel che scrivete e per me siete tutti
stupendi.
Spero sempre che tutti possiate un
giorno diventare famosi, avere un riconoscimento più significativo della vostra
arte e nelle
fantasticherie che a volte mi colgono all'alba mi piace credere che uno mi
telefoni e mi dica felice che ha avuto il Nobel.
Chissà, potrebbe anche succedere, e
sarebbe meraviglioso.
Per me ormai siete, lo ripeto, una grande famiglia
e come tale ogni tanto penso che quando non ci sarò più (il più tardi
possibile, ovviamente) questo sito non dovrà finire. E' come se di colpo
venissero cancellate le poesie, i racconti e tutto il resto, anni d'arte, di
creatività e di speranze, di amicizie che finiscono nell'oblio. Non dovrà
accadere, perché anche con la perdita fisica di uno dei suoi membri la famiglia
non cesserà; c'è qualche cosa che va oltre la pura materialità ed è questa passione
per la cultura che ci unisce anche se forse non ce ne
siamo mai accorti.
Il perché allora di tutto questo
discorso?
Sono le stramberie, innocenti, di un
vecchio che oggi è più vecchio di un anno, e vuole ringraziare tutti per gli
omaggi che gli avete fino ad ora fatto e che spero continuerete a farmi. Voi mi avete donato la cosa più bella
che ci sia: la vostra amicizia e i frutti del vostro animo.
Grazie.