Scrittori e lettori
di Renzo Montagnoli
Un vecchio detto recita che ogni
popolo ha il governo che si merita; analogamente si potrebbe dire che i lettori
hanno gli scrittori che si meritano. Ma non è proprio così. Generalmente chi scrive
ha di fronte a sé due vie: o impegnarsi in qualche cosa che rispecchi
totalmente se stesso, astraendosi dal facile successo, oppure andare incontro
ai gusti dei possibili lettori, sacrificando, in tutto o in parte, la propria
personalità creativa.
E' inevitabile che fra chi opta per la prima via possa emergere un genio, mentre nel
secondo caso avremo al massimo un diligente riempitore di fogli.
Purtroppo il denaro e il successo
sono due attrattive fatali e sono sempre di più quelli che si piegano alle
esigenze di mercato, senza contare poi altri autori che, grazie a politiche di
persuasione occulta perseguite dai grandi gruppi editoriali, fanno il mercato.
Così può capitare che anonimi
riempitori di fogli balzino in testa alle classifiche di vendita, che prendano
premi di concorsi prestigiosi, ormai purtroppo commercializzati, che critici
troppo magnanimi gridino al capolavoro, quando in tutta franchezza non lo è.
Viviamo in un mondo in cui
l'apparenza è tutto, dove la sostanza è quasi inesistente, dove i concetti di
onore e dignità sono ormai dimenticati; si è venuta a creare così una
situazione paradossale in cui il gregge di pecore viene portato per mano a
brucare l'erba inconsistente di una cultura che volutamente si vuole soffocare.
Però, qualche cosa si sta muovendo,
ci sono aperte ribellioni che lasciano sperare e le noto in un sito dove ci
sono moltissime recensioni: QLibri.
Provate a leggere quelle, numerose,
de L'eleganza del riccio e de La solitudine dei numeri primi.
Accanto a non molte positive ce ne
sono assai di più negative.
Forse non tutto è perduto, forse sta
tornando il desiderio di razionalizzare, di voler vedere solo con i propri
occhi e la propria testa, forse i lettori potranno essere
finalmente liberi.