Commemorazioni
di Renzo Montagnoli
Per uno strano scherzo del destino il
2 novembre si commemorano i defunti, una specie di rito pagano alimentato dal
consumismo, mentre due giorni dopo, il 4 novembre, si celebra l'anniversario della
nostra vittoria nella Grande Guerra.
Si potrebbe dire che i morti
richiamano i morti, giacché se ci fu un conflitto sanguinoso per i nostri
soldati fu proprio quello della prima guerra mondiale, in cui persero la vita
circa 650.000 nostri combattenti.
Il bello è che avremmo potuto
ottenere gli stessi territori senza una vittima, perché la Germania si impose
sull'Austria affinché ci consegnasse Trentino e Friuli a patto che noi non
entrassimo in guerra contro di loro.
Ma allora si disse che non si volevano
tradire Francia e Inghilterra, a cui da poco ci si era alleati, ben strano
ragionamento visto che avevamo appena tradito l'alleanza con la Germania e con l'Austria
e che la storia dei Savoia è sempre stata costellata di pugnalate alle spalle.
Il motivo era un altro e cioè che il
re nanerottolo voleva anche parte della Croazia, se non tutta, ma non la ebbe,
perché gli alleati fecero giustamente pesare la disfatta di Caporetto e i
massicci aiuti che prestarono nell'occasione.
Quindi, se il 4 novembre si commemora
una simile vittoria, si è doppiamente in malafede, perché:
1)
Visto i precedenti e il motivi
della guerra non fu una vittoria a beneficio dell'Italia, ma eventualmente di
Vittorio Emanuele;
2)
E' una vittoria mutilata, ma con un significato
diverso da quello usato dai fascisti, mutilata perché non la meritammo,
nonostante il così alto numero dei caduti, frutto di una miopia strategica
quale mai si era vista; ovviamente le colpe dei rovesci erano poi dei soldati e
basti pensare che a quelli prigionieri non furono mai
recapitati i pacchi inviati tramite la Croce Rossa e questo per ordine
del re e di Cadorna che li ritenevano dei vigliacchi.
Resta comunque un fatto e cioè che
non possono esistere guerre giuste o ingiuste, vittorie con onore o con
disonore, ma che c'é solo una scia di lutti che colpiscono per lo più degli
innocenti.
Quando l'uomo cerca di ottenere
qualche cosa con la forza, riscopre in sé quella bestialità che secoli di
evoluzione non sono riusciti a cancellare, ma quel che è peggio è che chi cerca
la guerra lo fa per scopi poco edificanti, nonostante la tronfia retorica,
coinvolgendo, loro malgrado, dei terzi ignari e non interessati.
Non ci possono essere motivi tali da
mandare degli individui a ucciderne altri, non ci deve essere spazio a gente
che antepone il proprio interesse alla convivenza pacifica.
Chi fomenta una guerra e l'avvia, che
si chiami Pinco o Pallino, che sia di destra o di sinistra, è un essere
ignobile, è un pericolo per l'umanità, è individuo non degno di vivere su
questa terra.
Non pensa all'angoscia delle sue
vittime, alla paura di intere popolazioni, alle distruzioni che mandano in fumo
il lavoro pacifico di secoli; ecco se forse esiste il diavolo, questo
sciagurato è il diavolo e non c'è bisogno di andare a scomodare Hitler per
trovare simili personaggi, perché esistono anche oggi, gente che spaccia per
missioni di pace delle vere e proprie aggressioni.
Forse la guerra è innata nell'uomo,
come scrive Massimo Fini, ma la reciproca conoscenza e l'emarginazione di
individui che sono al comando, non certo per l'interesse di tutti, renderebbe
assai più difficile la nascita di un conflitto.
E' ben strano che ci siano dei giorni
per commemorare vittorie, e quindi frutto di guerre, e non ce ne sia uno per
onorare la pace.
Invece si ricorda una data frutto
dell'inutile sacrificio di tanti uomini, ovviamente con tanto di parata
militare per bearsi dell'Italia guerriera, ma se proprio volessimo ogni anno
tenere viva la memoria del 4 novembre sarebbe più logico anticipare il tutto al
2 novembre, con una cerimonia semplice, senza armi e senza discorsi; la vedrei
senza bandiere sventolanti, anzi con queste a mezz'asta, e con solo un soldato,
un trombettiere, che suona il silenzio fuori ordinanza.