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  Editoriali  »  Ars artis gratia: colloquio con Mara Faggioli, a cura di Renzo Montagnoli 08/05/2009
 

Ars artis gratia: colloquio con Mara Faggioli

 

di Renzo Montagnoli

 

                      

 

 

Se prendiamo un dizionario della lingua italiana e cerchiamo la parola “arte”, troviamo più di una definizione, ma una penso che  sia già un buon inizio per lo scopo che mi prefiggo: “L'opera dell'uomo contrapposta all'opera della natura.” Dal che si desume che alla base ci sia la creatività, cioè quella capacità di dare vita a qualche cosa di nuovo e allora si presenta nel caso specifico assai meglio quest'altra spiegazione: “ Attività umana diretta ad interpretare e a rappresentare, in varie forme e con vari mezzi, specialmente in opere con valore estetico, il mondo interiore ed esteriore, suscitando sensazioni e sentimenti”.

Infatti, non intendo discernere di un'invenzione, ma di poesia, narrativa, musica, pittura, scultura.

Le due definizioni però non si escludono, poiché la premessa necessaria perché esista la seconda è che si tratti di un'opera dell'intelletto umano.

Il fatto che susciti sensazioni e sentimenti non è però a mio avviso sufficiente, perché non tutte le poesie sono arte, non tutti i dipinti lo sono. E allora che cosa determina l'esistenza di un'opera d'arte, come può essere definita tale qualsiasi realizzazione umana?

Per rispondere, o cercare di rispondere a questa domanda, mi sono avvalso dell'aiuto di alcuni artisti che ho intervistato, con l'accortezza di scegliere quelli, alquanto rari, che si esprimono in diverse forme e modi. 

Non solo, però, perché onde evitare che le risposte fossero influenzate da fattori esterni, quali l'aspetto venale, ho cercato coloro per i quali l'arte è superiore a ogni cosa e quindi deve essere praticata solo per il piacere che essa apporta. Ecco quindi il titolo di questo editoriale “Ars artis gratia” che, tradotto, sarebbe appunto l'arte per l'arte.

Dico subito che ho trovato solo due artisti e di seguito riporto l'intervista al primo, a Mara Faggioli, preceduta, mi sembra logico, da una scheda.

 

Mara  Faggioli è nata a Firenze il 3 giugno 1950 e vive a Scandicci (FI).

Ha pubblicato “Dedicato a Lorenzo” (ovvero storia di un bambino dolce e tenero, molto amato, chiamato “Kom Ombo”) Ed. Helicon (2001) con prefazione di Neuro Bonifazi.

Nel 2004 ha pubblicato la raccolta poetica “Piuma Leggera”  - Ed. Masso delle Fate con saggio introduttivo di Vittorio Vettori, vincitrice del 1° premio  “FIORINO d'ORO”  al Premio Firenze-Europa ed al Premio “Città di Vienna”.

Dopo pochi mesi dalla pubblicazione è uscita la 1^ ristampa.  Parte dei proventi della vendita del libro sono stati devoluti ai Padri Missionari Comboniani per l'Ospedale St. Mary's Maternity di Khartoum (Sudan).

Fa parte della Giuria del Premio Letterario di Poesia “Eugenio Mazzinghi” e del Premio Letterario "Scrittori in erba".

Ha curato la prefazione alla commedia in vernacolo “Amleto i' vinaio” di M.Recchia.

Collabora con la rivista d'arte”Pegaso”.

Soltanto da pochi  anni ha iniziato a partecipare ai  premi  letterari classificandosi al 1° posto in numerosi concorsi.

Nel 2003 è stata premiata presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles per il “Grand Prix de Poésie”.

Il Comitato del Premio Titano della Repubblica di S.Marino con il patrocinio dell'Interreligious and  International Federation for World Peace le ha conferito il titolo di “Promotore di una cultura di pace”.

Ha partecipato al progetto, coordinato dal Prof.L.Locanto di “Educazione alla lettura ed alla poesia” per gli studenti della Scuola Media Garibaldi-Matteucci di Campi Bisenzio.

Membro permanente dell'Accademia Culturale Le Tre Castella della Repubblica di S.Marino.

La Commissione Nazionale Italiana dell'UNESCO  ha inserito le sue poesie nel sito web della “Babele poetica” in occasione delle giornate mondiali della poesia 2003 e 2004.

Alcune sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, polacco, russo, greco e rumeno e pubblicate in Romania nella rivista d'arte Lamura.

E' inserita nel “Dizionario degli Autori Italiani del Secondo Novecento”, “Donne in arte”, “Letteratura Italiana dal Secondo Novecento ad oggi”, “Arte e pensiero”, “Pegaso”, “Canzoniere d'amore”, “Atlante Letterario Italiano”, “Le donne:  la storia, le storie” realizzato da Auser-Coop, “Poesia e Musica”, “Poeti e Poesie della Toscana”, “Scrivere” ed in varie antologie e riviste letterarie e d'arte.

E' impegnata in attività “no-profit” in ambito culturale e sociale.

Come scultrice ha partecipato a varie mostre personale e collettive in Italia

ed all'estero. Ha ricevuto il “FIORINO d'ARGENTO”  per la   SCULTURA alla XXV Ed. del Premio Firenze-Europa; il 1° PREMIO  alla  1^ Ed.Concorso Naz.le di Pittura, Scultura e Poesia “Città di Montecatini”;   il 2° PREMIO  alla  2° Ed. del suddetto Concorso; segnalazione di merito alla 12^ Ed. Concorso Nazionale di Pittura, Grafica e Scultura “G.Gronchi” di Pontedera; segnalazione di merito al Concorso di Pittura e Scultura "Piccolo Formato" La Tavolozza di Pontedera.

Di particolare rilievo internazionale la Mostra itinerante del Comitato Promotore della Pietra Lavorata del Comune di Castel S.Niccolò “Omaggio a Francesco” allestita nella Chiesa delle Stimmate a Roma,  nella Cripta della Basilica di  S.Croce a Firenze, nella  Basilica di S.Francesco ad Arezzo, al Santuario della Verna, nel  Palazzo Chigi di S.Quirico d'Orcia, nella Basilica di S.Francesco a Pisa, nella Chiesa di S.Andrea a Montevarchi, nella Basilica Superiore di S.Francesco ad Assisi, nella Basilica di S.Francesco a Cracovia (Polonia).

E' stato pubblicato un catalogo con la presentazione del Prof. Antonio Paolucci.

Su invito del “Comité de Jumelage” di Pantin (Parigi) ha fatto parte della Delegazione del Centro d'Arte Modigliani di Scandicci partecipando all'VIII Mostra di Arte Contemporanea italo-franco-russa a Pantin (Parigi) sia come poetessa che come scultrice.

Sue opere di scultura sono  state scelte per la copertina del libro di poesie “Adiacenze e lontananze” di Ninnj Di Stefano Busà, Presidente per la Lombardia dell'Unione Italiana Scrittori e per l'Antologia del Concorso Letterario Internazionale Titano 2008 della Repubblica di San Marino.

Sue sculture si trovano in collezioni private in  Italia, Germania e Canada, in permanenza presso i Comuni di Firenze, Montelupo F.no, Greve in Chianti, Castel S.Niccolò, Colonna (Roma) e presso la Basilica Superiore di S.Francesco ad Assisi.

 

 

Intervista a Mara Faggioli

 

 

L'arte solo per l'arte stessa, senza preoccuparsi di eventuali ritorni economici, ma per il piacere di esprimersi e di realizzare se stessi.

Indubbiamente per te, che scrivi poesie, che crei sculture e dipinti, l'arte è importantissima, è vita, ma vorrei sapere che cos'è l'arte e cosa rappresenta, almeno nel tuo caso. Ce lo vuoi dire?

 

 Penso che nella domanda ci sia già la risposta: “è vita”. Per me è una necessità della vita stessa, un bisogno spesso irrefrenabile e prorompente, un'esigenza alla quale non riesco a rinunciare.

E' una gioia interiore profonda – sempre  -  ed è luce  nei momenti tristi dell'esistenza.

E' una passione che  travolge e sconvolge come  una passione d'amore e, come tale,  può donare immenso piacere  ma anche  inquietudine ed ansia, tormento ed estasi.

Qualche volta, infatti, mi accade di provare queste sensazioni specialmente nelle prime fasi della realizzazione di un'opera,  sia essa pittorica, scultorea o poetica,  perché  il  desiderio pressante e  urgente   di poter  vedere “l'idea” trasformarsi in “opera” mi crea una sensazione di  ansia dolorosa, un tormento, ma nello stesso tempo mi infonde una forza impetuosa capace di  aiutarmi a realizzare il mio progetto. 

Quest'ansia, poi,  lascia  uno spazio ancora maggiore per contenere la profonda   gioia e   l' incontenibile esultanza che provo  quando l'opera è terminata  e posso, finalmente,  guardarla o toccarla e carezzarla, se trattasi di scultura, o leggerla e ri-leggerla se trattasi di poesia. C'è una sorta di innamoramento con l'opera finita e  spesso mi torna alla mente il mito di Pigmalione così innamorato della sua  scultura Galatea fino al punto di  chiedere ad Afrodite  di trasformarla in creatura umana.

Tengo a precisare che spesso, comunque, non sono soddisfatta di ciò che ho  realizzato e in questi casi una sensazione di sofferenza s'impossessa di me ma nello stesso tempo è anche uno stimolo per  cercare di migliorarmi.

Non riesco più ad immaginare la mia vita senza queste espressioni artistiche, indispensabili per me come l'aria che respiro.

Qualche volta, per motivi familiari, ho dovuto interrompere per alcuni periodi  queste attività  e la sofferenza profonda che m'invadeva  si trasformava  anche in un malessere fisico oltre che psicologico.

Affondare le mani nell'argilla e vedere la terra trasformarsi  nell'idea che meditavo,  è  per me una sensazione di grande appagamento.

Voglio precisare che non ho mai scritto una poesia pensando che  avrei potuto  pubblicare un libro, ho sempre scritto, e scrivo,  unicamente  quando il mio cuore ha qualche emozione da suggerirmi. Così, pure,  non ho mai realizzato una scultura,  o un dipinto, pensando al facile approdo alle mode ma, bensì,  facendo  ciò che sentivo come una necessità, come un bisogno insopprimibile,  qualche volta andando anche controcorrente, spesso  come strumento per lanciare  dei messaggi  di solidarietà, di fratellanza, di pace.

L'arte  deve essere anche questo.

Picasso diceva che “l'arte è una menzogna che ci aiuta a  comprendere la verità”.

L'arte è come un'onda benefica che mi travolge e mi porta lontano in mondi sempre nuovi e  sconosciuti.

 

 

Secondo te, che caratteristiche deve avere un'opera per essere definita artistica? In pratica, ti chiedo che cosa contraddistingue un'opera d'arte da un qualsiasi lavoro creativo, magari anche gradevole.

 

Domanda  difficile alla quale  molti filosofi hanno dato risposte in merito anche se, certamente, il concetto di “arte” è variato nel corso dei secoli.

Penso che sia necessario premettere che le Accademie  di Belle Arti sono delle grandi fucine dalle quali escono persone che sanno fare opere di alto livello ma non tutti, comunque, diventeranno artisti e riusciranno  a creare opere d'arte, nonostante la  capacità  e la perfezione tecnica acquisita. Questo dimostra che un lavoro creativo, anche se  tecnicamente perfetto  e   capace di trasmettere dei significati profondi non sempre potrà  diventare  “opera d'arte”.

Comunque,  nonostante mi senta inadeguata a rispondere a questa domanda, a mio modesto parere,  ritengo che un'opera, per definirsi “d'arte”,  deve poter riuscire ad attraversare i tempi e la storia e vibrare sempre della stessa luce anche in epoche diverse. 

In conseguenza di ciò, penso  sia impossibile  per un contemporaneo stabilire la vera “opera d'arte”.

Insomma: “Ai posteri l'ardua sentenza!”.

 

 

Indubbiamente un'opera d'arte, in quanto tale, è senza tempo, nel senso che mantiene inalterato il suo fascino nei secoli. Ciò che normalmente si esprime in un soggetto che guarda un quadro, una scultura è un senso di bellezza. Quindi nell'arte risiede la bellezza, ma intesa non solo come perfezione, bensì come sensazione di appagamento, e non solo estetico, in chi la osserva.

Secondo te, quindi, l'arte significa anche bellezza? E se sì, cos'è per te, in assoluto, la bellezza?

 

L'arte  è  bellezza ma non sempre, necessariamente, deve essere “bellezza”,  basta pensare  al dipinto  “L'urlo” di Edvard Munch, un'opera che trasmette una profonda sensazione di angoscia ma, proprio per questo, ha un grande valore di comunicazione.

Altro esempio è  “Guernica” di Picasso, un dipinto di grande drammaticità dove emergono evidenti la sofferenza, il dolore, il dramma delle guerre.

Quindi,  possono esserci  infinite opere d'arte  di enorme forza evocativa e di grande comunicazione, pur non rappresentando e non rientrando  nel canone  di bellezza che può provocare nel fruitore la cosiddetta “sindrome di Stendhal”.

Tale sindrome può colpire di fronte a opere d'arte di straordinario incanto e sta a indicare quanto la bellezza, in  persone particolarmente sensibili,  possa  creare un coinvolgimento emotivo così intenso e profondo tale da procurare malori e allucinazioni.

Credo sia impossibile, comunque,  definire il concetto di  bellezza e condivido il pensiero di David Hume “la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva” e, quindi è sempre una sensazione  soggettiva oltre al fatto che i canoni della bellezza nell'arte sono  cambiati nel corso dei secoli.  Per me  può essere rappresentata dall'armonia ma può anche variare  in conseguenza  dei miei stati d'animo. Infatti, posso visitare una città o guardare un'opera d'arte e trovarle di una bellezza straordinaria  perché il mio animo in quel momento è ben disposto ad ammirarle con cuore, mente e  occhi innamorati.  Mentre, in altre circostanze, posso apprezzare la stessa città o la stessa opera d'arte ma non provare quel profondo coinvolgimento che si traduce in una completa estasi.

Ecco, forse, la bellezza è proprio “estasi”.

 

 

Nell'arte il talento, se pur premessa indispensabile, non basta, ma occorre applicazione, e questo in qualsiasi campo. Tu scrivi poesie, dipingi e scolpisci, il che non è proprio poco. Hai fatto degli studi particolari, anche da autodidatta, per arrivare a questo?

 

Purtroppo non ho frequentato scuole d'arte e la mancanza di studi specifici mi ha costantemente  afflitta, rendendomi anche cosciente della carenza nel mio bagaglio culturale e artistico.

Ho studiato da sola, forse anche in modo confuso, ma sempre con grande tenacia e passione sapendo che il mio percorso sarebbe stato più difficile e tortuoso.

Ho partecipato a dei brevi corsi artistici e ho avuto, e ho tuttora, la gioia e la fortuna di poter frequentare lo studio di Amalia Ciardi Duprè, scultrice di grande talento, tra i nomi più significativi nel panorama artistico contemporaneo, artista dotata, oltre che di un indiscutibile talento, di una forte, prorompente sensibilità e di una grande spiritualità.

Il suo sostegno ed i suoi generosi suggerimenti mi sono stati di grande aiuto nel difficile percorso della scultura.

Credo, comunque, che sia sempre necessaria una grande volontà e determinazione perché, in mancanza di esse, ogni sforzo può divenire vano.

 

 

Ogni artista ha sempre presente, come un sogno, un'opera che desidererebbe realizzare e che rappresenterebbe l'apice di tutte le sue capacità e possibilità. Potremmo definirla anche il suo capolavoro, l'esempio della sua più grande espressione artistica. Spesso, poi, per motivi vari resta solo un sogno. Il tuo qual è? E' ovvio che può riguardare sia la poesia che la pittura e la scultura.

 

Premetto che nella mia vita ho sempre avuto, e ho tuttora, molti sogni.  Alcuni si sono realizzati, altri no, ma non potrei vivere senza sogni.  Anche nelle poesie del mio libro “Piuma Leggera” ricorre spesso la parola “sogno”. In questo libro, che ho dedicato al mio nipotino, ho scritto proprio questa dedica:  “Al mio dolcissimo e tenero nipotino Marco perché abbia sempre sogni nuovi nel cuore”. Mi è sembrato l'augurio  più grande che potevo fargli  per la sua vita.

Ritengo, pertanto, che l'essere umano debba avere sempre dei sogni, sia in campo artistico e non, se vuole vivere e non lasciarsi vivere.

Don Mazzi ha detto che “…vivere una vita senza sogni è come viverla con le pile scariche”. In questa battuta ironica  è nascosta una grande verità.

Riguardo ai miei sogni in campo artistico, vorrei prima citare una poesia che amo molto di Nazim Hikmet e che spesso mi torna alla mente:

 

Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello

che vorrei dirti di più bello

non te l'ho ancora detto.

 

Ecco, il mio desiderio è proprio questo:  avere ancora da scrivere la  mia più bella poesia. Voglio sperare che la Musa Erato  non mi abbandoni e continui a  suggerirmi altri  versi,  voglio sperare di avere ancora giorni,  tempo e creatività per creare la mia opera più bella, sia essa poetica, scultorea o pittorica.

E guai al  momento  in cui  credessi di aver raggiunto l'apice:  avrei finito  di fare tutto.

Ma, frugando nel cassetto dei sogni,  ne ho trovato uno abbracciato alla mia  scultura dal titolo “Solidarietà”: mi piacerebbe donarla a un'amministrazione comunale  per la collocazione  in un luogo pubblico, una piazza o  anche in una rotonda all'ingresso di un paesino perché  ritengo  significativo il   messaggio che trasmette. 

Forse, chissà, un giorno…….

 

 

Grazie, Mara, e auguri per le tue passioni artistiche e per la mostra personale che terrai in Firenze in questo mese di Maggio (Palazzo del Podestà, Sala Consiliare, dal 9 al 24).

 

 

 

La fotografia che segue è della scultura “Solidarietà”.

 

 

 

 

 
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