Ars artis gratia: colloquio con Mara Faggioli
di Renzo Montagnoli
Se prendiamo un
dizionario della lingua italiana e cerchiamo la parola “arte”, troviamo più di
una definizione, ma una penso che sia già un buon inizio per lo scopo
che mi prefiggo: “L'opera dell'uomo contrapposta all'opera della natura.” Dal
che si desume che alla base ci sia la creatività, cioè quella capacità di dare
vita a qualche cosa di nuovo e allora si presenta nel caso specifico assai
meglio quest'altra spiegazione: “ Attività umana diretta ad interpretare e a
rappresentare, in varie forme e con vari mezzi, specialmente in opere con
valore estetico, il mondo interiore ed esteriore, suscitando sensazioni e
sentimenti”.
Infatti, non intendo
discernere di un'invenzione, ma di poesia, narrativa, musica, pittura,
scultura.
Le due definizioni però
non si escludono, poiché la premessa necessaria perché esista la seconda è che
si tratti di un'opera dell'intelletto umano.
Il fatto che susciti
sensazioni e sentimenti non è però a mio avviso sufficiente, perché non tutte
le poesie sono arte, non tutti i dipinti lo sono. E allora che cosa determina
l'esistenza di un'opera d'arte, come può essere definita tale qualsiasi
realizzazione umana?
Per rispondere, o cercare
di rispondere a questa domanda, mi sono avvalso dell'aiuto di alcuni artisti
che ho intervistato, con l'accortezza di scegliere quelli, alquanto rari, che
si esprimono in diverse forme e modi.
Non solo, però, perché
onde evitare che le risposte fossero influenzate da fattori esterni, quali
l'aspetto venale, ho cercato coloro per i quali l'arte è superiore a ogni cosa
e quindi deve essere praticata solo per il piacere che essa apporta. Ecco
quindi il titolo di questo editoriale “Ars artis gratia” che, tradotto, sarebbe appunto l'arte per l'arte.
Dico subito che ho
trovato solo due artisti e di seguito riporto l'intervista al primo, a Mara Faggioli, preceduta, mi sembra logico, da una scheda.
Mara Faggioli è nata a Firenze il 3 giugno 1950 e vive a Scandicci (FI).
Ha
pubblicato “Dedicato
a Lorenzo” (ovvero storia di un bambino dolce e tenero, molto amato, chiamato “Kom Ombo”) Ed. Helicon (2001) con prefazione di Neuro Bonifazi.
Nel 2004 ha pubblicato la
raccolta poetica “Piuma Leggera” - Ed. Masso
delle Fate con saggio introduttivo di Vittorio Vettori, vincitrice del 1°
premio “FIORINO d'ORO” al Premio Firenze-Europa
ed al Premio “Città di Vienna”.
Dopo pochi
mesi dalla pubblicazione è uscita la 1^
ristampa. Parte dei proventi della vendita del libro sono stati devoluti
ai Padri Missionari Comboniani per l'Ospedale St. Mary's
Maternity di Khartoum (Sudan).
Fa parte
della Giuria del Premio Letterario di Poesia “Eugenio Mazzinghi”
e del Premio Letterario "Scrittori in erba".
Ha curato
la prefazione alla commedia in vernacolo “Amleto i' vinaio” di M.Recchia.
Collabora
con la rivista d'arte”Pegaso”.
Soltanto da
pochi anni ha iniziato a partecipare ai
premi letterari classificandosi al 1° posto in numerosi concorsi.
Nel 2003 è
stata premiata presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles per il “Grand Prix de Poésie”.
Il Comitato
del Premio Titano della Repubblica di S.Marino con il
patrocinio dell'Interreligious and
International Federation for
World Peace le ha conferito il titolo di “Promotore di una
cultura di pace”.
Ha
partecipato al progetto, coordinato dal Prof.L.Locanto
di “Educazione alla lettura ed alla poesia” per gli studenti della Scuola Media
Garibaldi-Matteucci di Campi Bisenzio.
Membro
permanente dell'Accademia Culturale Le Tre Castella della
Repubblica di S.Marino.
La
Commissione Nazionale Italiana dell'UNESCO ha
inserito le sue poesie nel sito web della “Babele poetica” in occasione delle
giornate mondiali della poesia 2003 e 2004.
Alcune sue
poesie sono state tradotte in francese, inglese, polacco, russo, greco e rumeno
e pubblicate in Romania nella rivista d'arte Lamura.
E' inserita
nel “Dizionario degli Autori Italiani del Secondo Novecento”, “Donne in arte”,
“Letteratura Italiana dal Secondo Novecento ad oggi”, “Arte e pensiero”,
“Pegaso”, “Canzoniere d'amore”, “Atlante Letterario Italiano”, “Le donne: la storia, le storie” realizzato da Auser-Coop, “Poesia e Musica”, “Poeti e Poesie della
Toscana”, “Scrivere” ed in varie antologie e riviste letterarie e d'arte.
E'
impegnata in attività “no-profit” in ambito culturale e sociale.
Come
scultrice ha partecipato a varie mostre personale e collettive in Italia
ed
all'estero. Ha ricevuto il “FIORINO d'ARGENTO” per
la SCULTURA alla XXV Ed. del Premio Firenze-Europa; il
1° PREMIO alla 1^ Ed.Concorso Naz.le di Pittura, Scultura e Poesia “Città di
Montecatini”; il 2° PREMIO
alla 2° Ed. del suddetto Concorso; segnalazione di merito alla 12^ Ed.
Concorso Nazionale di Pittura, Grafica e Scultura “G.Gronchi”
di Pontedera; segnalazione di merito al Concorso di Pittura e Scultura
"Piccolo Formato" La Tavolozza di Pontedera.
Di
particolare rilievo internazionale la Mostra itinerante del Comitato Promotore
della Pietra Lavorata del Comune di Castel S.Niccolò “Omaggio a Francesco” allestita nella Chiesa
delle Stimmate a Roma, nella Cripta della Basilica di S.Croce a Firenze, nella Basilica di S.Francesco ad Arezzo, al Santuario della Verna, nel Palazzo Chigi di S.Quirico
d'Orcia, nella Basilica di S.Francesco
a Pisa, nella Chiesa di S.Andrea a Montevarchi, nella
Basilica Superiore di S.Francesco ad Assisi, nella
Basilica di S.Francesco a Cracovia (Polonia).
E' stato
pubblicato un catalogo con la presentazione del Prof. Antonio Paolucci.
Su invito
del “Comité de Jumelage” di
Pantin (Parigi) ha fatto parte della Delegazione del
Centro d'Arte Modigliani di Scandicci partecipando all'VIII
Mostra di Arte Contemporanea italo-franco-russa
a Pantin (Parigi) sia come poetessa che come
scultrice.
Sue opere di
scultura sono state scelte per la copertina
del libro di poesie “Adiacenze e lontananze” di Ninnj
Di Stefano Busà, Presidente per la Lombardia
dell'Unione Italiana Scrittori e per l'Antologia del Concorso Letterario
Internazionale Titano 2008 della Repubblica di San Marino.
Sue
sculture si trovano in collezioni private in Italia,
Germania e Canada, in permanenza presso i Comuni di Firenze, Montelupo F.no, Greve in Chianti,
Castel S.Niccolò, Colonna
(Roma) e presso la Basilica Superiore di S.Francesco
ad Assisi.
Intervista a Mara Faggioli
L'arte solo per l'arte
stessa, senza preoccuparsi di eventuali ritorni economici, ma per il piacere di
esprimersi e di realizzare se stessi.
Indubbiamente per te, che
scrivi poesie, che crei sculture e dipinti, l'arte è importantissima, è vita,
ma vorrei sapere che cos'è l'arte e cosa rappresenta, almeno nel tuo caso. Ce
lo vuoi dire?
Penso che nella domanda ci sia già la risposta: “è vita”. Per me è una necessità della vita stessa, un
bisogno spesso irrefrenabile e prorompente, un'esigenza alla quale non riesco a
rinunciare.
E' una gioia interiore profonda – sempre -
ed è luce nei momenti tristi
dell'esistenza.
E' una passione che travolge e sconvolge come una passione d'amore e, come tale, può donare immenso piacere ma anche
inquietudine ed ansia, tormento ed estasi.
Qualche volta, infatti, mi accade di provare queste sensazioni
specialmente nelle prime fasi della realizzazione di un'opera, sia essa pittorica,
scultorea o poetica, perché il
desiderio pressante e
urgente di poter vedere “l'idea” trasformarsi in “opera” mi
crea una sensazione di ansia dolorosa,
un tormento, ma nello stesso tempo mi infonde una forza impetuosa capace
di aiutarmi a realizzare il mio
progetto.
Quest'ansia, poi, lascia
uno spazio ancora maggiore per contenere la profonda gioia e
l' incontenibile esultanza che provo
quando l'opera è terminata e
posso, finalmente, guardarla o toccarla
e carezzarla, se trattasi di scultura, o leggerla e ri-leggerla se trattasi di
poesia. C'è una sorta di innamoramento con l'opera finita e spesso mi torna alla mente il mito di Pigmalione così innamorato della sua scultura Galatea fino al punto di chiedere ad Afrodite di trasformarla in creatura umana.
Tengo a precisare che spesso, comunque, non sono soddisfatta di
ciò che ho realizzato
e in questi casi una sensazione di sofferenza s'impossessa di me ma nello
stesso tempo è anche uno stimolo per
cercare di migliorarmi.
Non riesco più ad immaginare la mia vita senza queste espressioni
artistiche, indispensabili per me come l'aria che respiro.
Qualche volta, per motivi familiari, ho dovuto interrompere per
alcuni periodi queste
attività e la sofferenza profonda che
m'invadeva si trasformava anche in un malessere fisico oltre che
psicologico.
Affondare le mani nell'argilla e vedere la terra trasformarsi nell'idea che
meditavo, è per me una sensazione di grande appagamento.
Voglio precisare che non ho mai scritto una poesia pensando che avrei potuto pubblicare un libro, ho sempre scritto, e
scrivo, unicamente quando il mio cuore ha qualche emozione da
suggerirmi. Così, pure,
non ho mai realizzato una scultura, o un dipinto, pensando al facile approdo alle
mode ma, bensì, facendo ciò che sentivo come una necessità, come un
bisogno insopprimibile, qualche volta
andando anche controcorrente, spesso
come strumento per lanciare dei
messaggi di solidarietà, di fratellanza,
di pace.
L'arte deve
essere anche questo.
Picasso diceva che “l'arte è una menzogna che ci aiuta a comprendere la
verità”.
L'arte è come un'onda benefica che mi travolge e mi porta lontano
in mondi sempre nuovi e
sconosciuti.
Secondo te, che
caratteristiche deve avere un'opera per essere definita artistica? In pratica,
ti chiedo che cosa contraddistingue un'opera d'arte da un qualsiasi lavoro
creativo, magari anche gradevole.
Domanda difficile
alla quale molti filosofi hanno dato
risposte in merito anche se, certamente, il concetto di “arte” è variato nel
corso dei secoli.
Penso che sia necessario premettere che le Accademie di Belle Arti sono
delle grandi fucine dalle quali escono persone che sanno fare opere di alto
livello ma non tutti, comunque, diventeranno artisti e riusciranno a creare opere d'arte, nonostante la capacità
e la perfezione tecnica acquisita. Questo dimostra che un lavoro
creativo, anche se tecnicamente
perfetto e capace di trasmettere dei significati
profondi non sempre potrà diventare “opera d'arte”.
Comunque,
nonostante mi senta inadeguata a rispondere a questa domanda, a
mio modesto parere, ritengo che
un'opera, per definirsi “d'arte”, deve
poter riuscire ad attraversare i tempi e la storia e vibrare sempre della
stessa luce anche in epoche diverse.
In conseguenza di ciò, penso sia impossibile per un contemporaneo stabilire la vera “opera
d'arte”.
Insomma: “Ai posteri l'ardua sentenza!”.
Indubbiamente un'opera
d'arte, in quanto tale, è senza tempo, nel senso che mantiene inalterato il suo
fascino nei secoli. Ciò che normalmente si esprime in un soggetto che guarda un
quadro, una scultura è un senso di bellezza. Quindi nell'arte risiede la bellezza, ma intesa non solo come perfezione, bensì come
sensazione di appagamento, e non solo estetico, in chi la osserva.
Secondo te, quindi,
l'arte significa anche bellezza? E se sì, cos'è per te, in assoluto, la
bellezza?
L'arte è bellezza ma non sempre, necessariamente, deve
essere “bellezza”, basta pensare al dipinto
“L'urlo” di Edvard Munch,
un'opera che trasmette una profonda sensazione di angoscia ma, proprio per
questo, ha un grande valore di comunicazione.
Altro esempio è
“Guernica” di Picasso, un dipinto di grande drammaticità dove
emergono evidenti la sofferenza, il dolore, il dramma delle guerre.
Quindi, possono
esserci infinite opere d'arte di enorme forza evocativa e di grande
comunicazione, pur non rappresentando e non rientrando nel canone
di bellezza che può provocare nel fruitore la cosiddetta “sindrome di
Stendhal”.
Tale sindrome può colpire di fronte a opere d'arte di
straordinario incanto e sta a indicare quanto la bellezza, in persone particolarmente
sensibili, possa creare un coinvolgimento emotivo così intenso
e profondo tale da procurare malori e allucinazioni.
Credo sia impossibile, comunque, definire il concetto di bellezza e condivido il pensiero di David
Hume “la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva” e, quindi è
sempre una sensazione soggettiva oltre
al fatto che i canoni della bellezza nell'arte sono cambiati nel corso dei secoli. Per me può essere rappresentata dall'armonia
ma può anche variare in conseguenza dei miei stati d'animo. Infatti, posso
visitare una città o guardare un'opera d'arte e trovarle di una bellezza
straordinaria perché
il mio animo in quel momento è ben disposto ad ammirarle con cuore, mente
e occhi innamorati. Mentre, in altre circostanze, posso
apprezzare la stessa città o la stessa opera d'arte ma non provare quel
profondo coinvolgimento che si traduce in una completa estasi.
Ecco, forse, la bellezza è proprio “estasi”.
Nell'arte il talento, se
pur premessa indispensabile, non basta, ma occorre applicazione, e questo in
qualsiasi campo. Tu scrivi poesie, dipingi e scolpisci, il che non è proprio
poco. Hai fatto degli studi particolari, anche da autodidatta, per arrivare a
questo?
Purtroppo non ho frequentato scuole d'arte e la mancanza di studi
specifici mi ha costantemente
afflitta, rendendomi anche cosciente della carenza nel mio
bagaglio culturale e artistico.
Ho studiato da sola, forse anche in modo confuso, ma sempre con
grande tenacia e passione sapendo che il mio percorso sarebbe stato più
difficile e tortuoso.
Ho partecipato a dei brevi corsi artistici e ho avuto, e ho
tuttora, la gioia e la fortuna di poter frequentare lo studio di Amalia Ciardi Duprè, scultrice di grande
talento, tra i nomi più significativi nel panorama artistico contemporaneo,
artista dotata, oltre che di un indiscutibile talento, di una forte,
prorompente sensibilità e di una grande spiritualità.
Il suo sostegno ed i suoi generosi suggerimenti mi sono stati di
grande aiuto nel difficile percorso della scultura.
Credo, comunque, che sia sempre necessaria una grande volontà e
determinazione perché, in mancanza di esse, ogni sforzo può divenire vano.
Ogni artista ha sempre
presente, come un sogno, un'opera che desidererebbe realizzare
e che rappresenterebbe l'apice di tutte le sue capacità e possibilità. Potremmo
definirla anche il suo capolavoro, l'esempio della sua più grande espressione
artistica. Spesso, poi, per motivi vari resta solo un sogno. Il tuo qual è? E'
ovvio che può riguardare sia la poesia che la pittura
e la scultura.
Premetto che nella mia vita ho sempre avuto, e ho tuttora, molti
sogni. Alcuni si sono realizzati, altri
no, ma non potrei vivere senza sogni.
Anche nelle poesie del mio libro “Piuma Leggera” ricorre spesso la
parola “sogno”. In questo libro, che ho dedicato al mio nipotino, ho scritto
proprio questa dedica:
“Al mio dolcissimo e tenero nipotino Marco perché abbia sempre
sogni nuovi nel cuore”. Mi è sembrato l'augurio più grande che potevo fargli per la sua vita.
Ritengo, pertanto, che l'essere umano debba avere sempre dei
sogni, sia in campo artistico e non, se vuole vivere e non lasciarsi vivere.
Don Mazzi ha detto che “…vivere una vita senza sogni è come
viverla con le pile scariche”. In questa battuta ironica è nascosta una grande verità.
Riguardo ai miei sogni in campo artistico, vorrei prima citare una
poesia che amo molto di Nazim Hikmet e che spesso mi
torna alla mente:
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Ecco, il mio desiderio è proprio questo: avere ancora da scrivere la mia più bella poesia. Voglio sperare che la
Musa Erato non mi abbandoni e continui a suggerirmi altri versi,
voglio sperare di avere ancora giorni,
tempo e creatività per creare la mia opera più bella, sia essa poetica,
scultorea o pittorica.
E guai al
momento in cui credessi di aver raggiunto l'apice: avrei finito
di fare tutto.
Ma, frugando nel cassetto dei sogni, ne ho trovato uno abbracciato alla
mia scultura dal titolo “Solidarietà”:
mi piacerebbe donarla a un'amministrazione comunale per la collocazione in un luogo pubblico, una piazza o anche in una rotonda all'ingresso di un
paesino perché ritengo significativo il messaggio che trasmette.
Forse, chissà, un giorno…….
Grazie, Mara, e auguri
per le tue passioni artistiche e per la mostra personale che terrai in Firenze
in questo mese di Maggio (Palazzo del Podestà, Sala Consiliare, dal 9 al 24).
La
fotografia che segue è della scultura “Solidarietà”.