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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Festina Lente (O de Vulgari eloquentia), di Danila Oppio 16/07/2015
 

Festina Lente (O de Vulgari eloquentia)

di Danila Oppio

 

 

Il Divino Vate, non sol di Commedia scrisse

Ma Vita nova, Convivio, Egloghe, Le rime nuove

Epistole, e tante altre. E tra queste opere

Sulla cui bellezza ed eleganza non ci piove

Un trattato filosofico-linguistico con cui

Si propose di rintracciare un unitario volgare

Illustre, cardinale, aulito e curiale.

 

Guidato da esperienza e intuito personale

Pose basi e anticipò argomenti

Di quello che sarà il problema centrale

Dell'Unità d'Italia, la ricerca dell'insieme

Linguistico e culturale in una terra

Alquanto frammentata e discordante.

 

Nel primo libro rivela doti di geo-linguista

Ante litteram, esponendo il concetto relativo

Alla variabilità delle lingue nello spazio

E nel tempo, e aree linguistiche individua

Dell'Europa, dell'Asia e dell'Italia stessa.

 

Partendo dall'origine della lingua, Dante

Avvia un trattato, il cui primo parlante

Fu Adamo, così l'adamitica lingua

Fu con l'ebraico unitaria o attigua.

 

Dopo la Torre di Babele, che il divino volere

Intese punire nelle lingue, creando confusioni

La superbia umana, fine si pose

All'unità linguistica, così le genti

Si dispersero e si diffusero idiomi differenti

nell'Asia e nell'Europa di tutte le nazioni

 

La terra del SI, la sua identità si va a trovare

Alle terre dell'Oil e dell'Oc nel contrapporsi

Ma il Vate va oltre, nella sua disamina

Così che la prima cartina linguistica disegna

Almeno dell'Italia, e del suo parlare.

 

Le lingue variano col mutar del tempo

Così come mutano i costumi degli uomini.

Egli passò in rassegna tutte le parlate in volgare:

Decentiorem atque illustrem”. Più bella

E illustre, nessuna più assurgere

A lingua letteraria, in quanto il suo profumo

Avverte in tutti i volgari, ma in nessun dei tali

Par si trovi.

 

 Egli affermò: “Il volgare italiano risuona

In mille diverse varietà, dobbiamo perciò cercare

il più elegante linguaggio d'Italia, quello illustre

E per aver sgombro il cammino

In questa nostra caccia, eliminiamo

Prima dalla selva, i cespugli

E gli intricati rovi.

 

 

 
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