Passeggiata
di
Gianluca Ferrari
a
mio nonno Aldo
Una
giornata bianca non so più
dire
tempo e stagione; è persa nella
nebbia
impenetrabile d’infanzia.
Passammo
il ponte Milvio e d’improvviso
con
una mano sulla spalla
dicesti:
“Vedi? Anche un nipote
che
porta il mio cognome. Ho avuto proprio
tutto,
ecco, posso morir contento”.
Non
so cosa risposi. Nulla
probabilmente;
sarò rimasto
sbigottito,
come quei capi barbari
sotto
le ombre orribili del marmo
storditi
dalle grida dal battere
del
bronzo scintillante lungo il viale
del
trionfo e dal ternario giubilo dei Salii.
Che
immane pudico rito celebrasti
con
me al fianco! Sarebbe assai piaciuto
a
un Seneca, a un Catone. Dentro me ne porto
ancora
- come antico fregio sepolto
vivido
frammento.
Da Acquerelli
gotici (edito in proprio, 2020)
|