I
fuochi sulle colline
di
Tiziana Monari
Non
ha più un capitano di ventura questa terra
violentata
dagli uomini
calpestata
da acrobati , nani e pagliacci
ha
un tempo sospeso tra tregua e respiro
le
stelle che le pesano sopra
ed
orizzonti infiniti di sangue
figlia
del vento e del caos
il
cielo terso e gonfio come una vela di randa
si
arrende all’estate, ad una fuga di viole
il
fiato legato ai sussurri degli alberi
il
cuore che trattiene un lungo inverno di neve
ha
occhi scabri di madre
fragranze
di vento e d’avena
l’acqua
che sommerge le valli
il
mare che batte gli scogli
ed
api che figliano nel veleno che genera.
Sa
l’autunno questa terra
quando
minuscole illusioni le invadono il respiro
e
l’incoscienza, la follia di un’altra Hiroshima
si
cela nell’angolo
in
agguato tra ombre ed ortiche
e
c’è dolore tra gli occhi, le dita e la risata del sole
la
piccola felicità degli uccelli in volo
fuochi
sulle colline
su
questa terra invasa dalle mosche
dove
strisciano i serpenti
avvinghiandosi
ai fiori.
Lungo
è il bisogno d’amore per questa terra che amo
questa
terra senza più primavera.
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