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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Il bacio, di Luisito Bianchi 18/02/2021
 
Il bacio

di Luisito Bianchi



Mio nonno andava a messa per san Biagio

e l’arciprete con le due candele

gli incrociava la gola lieve e adagio

perché restasse frugale e fedele.


Il nonno trasaliva in buffe mosse

e rideva ai compagni d’osteria

devoti anch’essi al santo per le grosse

lische di tinca e d’altra pescheria.



Poi le candele alzate fino al tetto

dei folti baffi tremavano al bacio

e l’arciprete abbozzava un buffetto

su quelle setole senza mendacio,

mentre un amen gli usciva di rispetto.

La nonna in premio ordiva gnocchi al cacio.


Da Forse un'aia (Circolo Culturale “G. Gusberti”, 2007)




Il bacio – Ho una lisca in gola –, piagnucolai d’un tratto durante una cena di tinche fritte e polenta. – Manda subito giù un boccone senza masticarlo –, m’ordinò la nonna. Poi fu la volta del panbiscotto, più efficace nel raschiare la gola contro le lische. Ancora inutilmente. – Diciamo un gloria a san Biagio –, suggerì la zia. Anche il nonno e mio padre interruppero la cena ma non mossero le labbra. Erano cose di donne. San Biagio non fece la grazia. – Lo porto dal dottore –, disse allora mio padre. Mi caricò, avvolto nel tabarro, sul manubrio della bicicletta e pedalò per un chilometro, dato che il medico abitava all’inizio del paese verso lo stradone. Appena fui davanti al dottore (che stava cenando anche lui con polenta e tinche fritte) non sentii più la lisca in gola. – Stupido –, uscì detto a mio padre, – disturbare il dottore e poi non averne bisogno –. Il medico (che signorile bontà quel dottor Soldi!) rise. Di ritorno, la nonna disse: – Si vede che la lisca è andata giù con lo sballottamento della bicicletta –. Ma la zia difendeva san Biagio: – I santi si servono anche della bicicletta per fare la grazia –. Quella sera continuai la cena ma con un’altra pietanza, per non tentare i santi.

 
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