Il
forestiero
di
Michael Santhers
Dopo
l'ultima curva arrivò nella piazzetta
con
la sua fontanella con tosse eterna,
i
vecchi saldati alle panchine lo fotografarono
e
si scambiarono le diapositive
subito
stampate sui loro volti arcigni
ove
le rughe trincee d'anni senza resa
e
qualche dente appiglio di verricello a saliva
Un
cane serpeggiò la coda
a
simulare inafferrabilità del tempo,
il
forestiero si tolse il cappello
parò
una mosca,guardò il cielo
frustò
l'afa,omaggiò un sorriso al nulla
che
racchiudeva tutto e troppo
A
effetto domino le tende a fessurarsi
e
gli occhi a nascondino dietro nasi
e
qualcuno schiacciato sul vetro
a
deformare a scudo la figura
Solo
Lei lo riconobbe
alò
le ciglia al volo d'una lacrima
e
un ricciolo innevato fece da binocolo
ingrandì
il volto marmoreo
levigato
dal dolore
La
storia non va oltre
a
Lui bastò il luogo e andarsene
a
Lei averlo rivisto senza farsi notare
Due
sogni mai spenti s'attizzarono
per
riscaldare due malinconie
nel
limbo freddo dell'anima
Da
Quando Gli Alberi Si Rifiutano Di Ospitare
Le Foglie
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