Fruscii
di
Bruna Cicala
Non
odo tintinnio di lapislazzuli
nelle
mani vuote del mattino,
solo
echi di gabbiani e scie alla deriva
sommessi
risciacqui della mente.
Nell’eff
imero canto dell’estate
freme
e frena l’anima che bolle
riarsa
al sale delle piaghe
di
gusto sapida e vivace
confonde
il cielo con il mare
il
giusto nell’errore
il
grigio nell’amore come fosse temporale.
Nel
ritrovar me stessa e i miei fondali
ritrovo
la poesia più congeniale
per
ricontare i sassi nelle scarpe
e
di corniole cingere il mio capo.
Da Tintinnio
di Lapislazzuli (Fara, 2020)
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