Il
respiro della notte
di
Giuseppe Carlo Airaghi
Rimanere
così
senza
distanza apparente
tra
il respiro del silenzio suburbano,
che
silenzio vero non è,
e
l’attesa di un mattino di acque smosse,
di
rif lessi di sole nel fango delle pozzanghere,
sopiti,
muti eppure graditi.
Tanto
il respiro di sottofondo
quanto
la notte insonne,
tanto
il mattino operaio,
quanto
l’odore di terra fradicia di pioggia
rimarranno
a dire della nostra presenza,
rimarranno
a testimoniare di noi
tutte
le feroci
varianti
della
grazia.
Da Quello
che ancora restava da dire (Fara,
2020)
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