Nonna
Caterina
di
Michael Santhers
Avevo
circa sei anni,pochi e tanti
per
quel mondo bello e selvaggio
con
grilli e farfalle nella testa
e
le scarpe a bocca aperta senza denti
per
i calci a ogni oggetto rotondo
Avevo
occhi furbi in sguardi a scatti
e
viso emblema di monello perso
e
tutti mi davano pizzicotti sulle guance
Quando
a mano si mieteva il grano
nei
campi lontani dal casolare
sotto
un sole che bastonava divaghi
raccoglievo
rare spighe disperse
nelle
stoppie,spade alle ginocchia
intarsiate
da ferite secche ravvivate con saliva
ma
coltivavo secondo fine
scorgere
qualche nido di quaglia
Consumavo
energie non tanto per movenze
ma
a combattere risse furibonde di tanti sogni
e
all’ora di pranzo come volpe in attesa
a
resa d'allerta a calura di galline
assopite
inermi all'ombra,guardavo da lontano
materializzarsi
il fantasma di nonna Caterina
col
cesto di viveri in testa e mani ai fianchi,
sembrava
equilibrista del circo su filo contorto
lungo
un viottolo,lenta s’avvicinava graziosa
ma
il tempo ad un certo punto si faceva granchio
e
partivo veloce per andarle incontro e aiutarla
a
liberarsi dal peso e dividerlo tra l’afferro
di
due maniche, certezze al sodo
Gran
smania nell’ultimo tragitto
domandavo
quali leccornie custodite
e
lei sorridente diceva..indovina…
Da
Ricordi Agresti
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