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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Fuoco, di Francesco Jonus 14/06/2007
 

Fuoco

 

Non c'è segno di apocalisse, di divino furore,

in questo lago di fiamme che ha affogato la città.

 

La notte si è aperta alle menti dei miei figli,

certi sonni sono benedetti dalle preghiere

dei genitori, si veglia sempre con l'anima,

ogni secondo, e non è mai abbastanza.

 

Le strade sono serpenti di fuoco, letali,

consumano case, campi, materia vivente.

 

Ti risvegli che è già tutto perduto, tende

in fiamme, il rumore delle deflagrazioni

nel cortile, l'animale esce dalla sua tana,

ti urla nelle orecchie, di scappare lontano.

 

La collina è immersa nella foresta, vergine.

Le ceneri si posano dolcemente sugli alberi.

 

Inciampi in una buca in giardino, strisci

fino al marciapiede, senti altre presenze

intorno, non guardi nessuno, fuggi finché

l'animale non si placa, ti lascia riflettere.

 

In nessun sogno, o incubo, in nessuna

preghiera, avresti potuto raggiungere

una simile sublimazione di distruzione,

tormento, eccitazione, disperazione,

morte.

 

Attendi che l'urlo del fuoco taccia, solo,

al sicuro sulla collina, gli occhi che guardano

verso casa, quello che hai abbandonato.

 

Non ci sono lacrime da versare, nessuna

redenzione, la città è una tomba per i vivi.

 

 
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