Fuoco
Non c'è segno di apocalisse, di
divino furore,
in questo
lago di fiamme che ha affogato la città.
La notte si è aperta alle menti dei
miei figli,
certi sonni
sono benedetti dalle preghiere
dei
genitori, si veglia sempre con l'anima,
ogni secondo,
e non è mai abbastanza.
Le strade sono serpenti di fuoco,
letali,
consumano case,
campi, materia vivente.
Ti risvegli che è già tutto perduto, tende
in fiamme,
il rumore delle deflagrazioni
nel cortile,
l'animale esce dalla sua tana,
ti urla
nelle orecchie, di scappare lontano.
La collina è immersa nella foresta,
vergine.
Le ceneri si posano dolcemente sugli
alberi.
Inciampi in una buca in giardino,
strisci
fino al
marciapiede, senti altre presenze
intorno, non
guardi nessuno, fuggi finché
l'animale
non si placa, ti lascia riflettere.
In nessun sogno, o incubo, in nessuna
preghiera, avresti
potuto raggiungere
una simile
sublimazione di distruzione,
tormento,
eccitazione, disperazione,
morte.
Attendi che l'urlo del fuoco taccia, solo,
al sicuro
sulla collina, gli occhi che guardano
verso casa,
quello che hai abbandonato.
Non ci sono lacrime da versare,
nessuna
redenzione, la
città è una tomba per i vivi.