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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Dall'alto di quel punto di vista, di Luigi Panzardi 14/06/2007
 

DALL'ALTO DI QUEL PUNTO DI VISTA.

 

Dall'apice dell'edificio sporto

Osservo un meccanico dimenarsi.

Questo punto di vista è il preferito,

diverso dal vedere frugolare

una schiera di formiche sul prato.

 

Sembrano tutti esaltati i pedoni,

s'urtano svanendo in più direzioni,

simili così schiacciati più a foglie

che sciamano confuse e disperate

vermicolando stretti marciapiedi.

 

Scavalca il mormorio della sera

il frastagliato rombo dei motori,

che giunge a me sfrondato dallo spazio,

ma spezzato dai frizzi dei rondoni

che anche quest'anno tutti hanno stupiti

col ritorno ai terrazzi sgretolati.

 

Agli antipodi dell'arcigno viale,

poggiati al fusto tondo dei lampioni,

che ormai incastrano l'incipiente buio,

vedo a destra lo smunto mendicante

coi cenci buttati sull' ossa bianche,

a sinistra le natiche brillare

del travestito colorato e allegro.

 

S'erge fredda uguale la luna cieca,

versa plastica bianca sul pallore

della città, dall'ittero intagliata

dei balconi accesi nel vuoto spazio.

Mi chiami! Rientro nella stanza buia,

tra il mio e il tuo silenzio ti scruto attento.

 

Percepisco il tuo sorriso,

pencolante sulla noia.

 

 
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