Adesso
che il vento dorme
di
Bruna Cicala
Non
tace comunque quel senso gitano
profumato
d’agave e spigo;
sull’ali
spezzate del maestrale
risuona
di rombi di tacchi
e
nacchere
a
ritmare passione.
Cocciuta
la mente
insegue
quel sogno
nell’acre
sentore di cenere
che
imbavaglia le voglie e il camino,
ma
scalda le mani e le gote.
Spira
la danza,
attorciglia
nel ventre
l’orgasmo
spezzato dal tempo
inclemente
se visto allo specchio,
tra
nidi di primule e viole.
Adesso
che il vento dorme
s’acqueta
tempesta
ma
l’onda che sale
dilaga
e imperversa
come
lingua di lava infuocata.
M’adagio
cosciente al suo bacio.
Da Tintinnio
di Lapislazzuli (Fara, 2020)
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