Non
esiste solitudine senza eco
di
Giuseppe Carlo Airaghi
Non
esiste solitudine senza eco.
Ovunque
ci accompagna il rimorso
del
passato oppure il rimpianto
che
non dà meno dolore, il rombo
di
un temporale lontano, un vento
che
non sgombra il cielo in allarme.
Le
sere d’inverno duravano anni,
troppo
vaste per poterle varcare
senza
pagarne il prezzo per intero.
Di
molte sono stato spettatore.
Il
tramonto era un sipario calato
sopra
una recita senza finale.
Come
spesso accade qualcuno balla
e
qualcuno addossato alla parete
fissa
un punto cieco nella stanza.
Con
il bicchiere vuoto tra le mani.
La
conversazione langue. Le cose
da
dire hanno scarsa importanza.
Abbandonare
la stanza è un’opzione
non
contemplata dalle buone maniere.
A
me parve non restasse altra scelta.
Da Monologo
dell’angelo caduto (Fara, 2022)
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