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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Due giudici, di Tiziana Monari 18/03/2023
 
Due giudici

di Tiziana Monari


A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino


Era il tuo sguardo che dava movimento all’orrore

senza peso, né carne, un soffio di brace dispersa

lo sfumare dei colori in un angolo di cielo

era la paura rimasta sotto le ciglia a scavarti un luogo

dove nascondere gli accordi dell’anima

il sorriso vestito di bianco confuso nel pallore della sera


era la pena che ti rabbuiava il viso

la voce crepata,le sonore liquide

le labiali che facevano l’amore con la morte

le ali strappate a filo di spada

il mondo che ruotava senza memoria

a renderti immortale nell’ombra di un maggio lontano


ed il corpo in una silenziosa mietitura

vedeva l’annunciazione capovolta

l’onda che si irradiava ovunque

il destino di strage già compiuta

e le grida, la terra macchiata di sangue

l’inferno che apriva le porte ai sogni

i passi che si muovevano senza mai arrivare.


Nel tuo sguardo fugace,Giovanni

l’ho vista la disperazione, l’occhio sadico di Dio

il paradiso che diventava prigione

e poi niente che avesse un divenire

la sera che ci sorprese ormai lontani


non riuscimmo a fermarlo il vento

entrò nel passato, restò ombra

e la pioggia sghemba tintinnando

fu piovasco sulle erbe chinate e sulle siepi

si insinuò nell’amore che ci portavamo addosso

recise i nostri nomi in una triste nenia dell’addio


l’alba tagliava il cortile, il punto di fuga

e noi cercavamo il lungo sonno dei mandorli in fiore

il tempo senza voce che implorava una sentenza.

Scomparsa con la polvere e le mosche

prima che si alzasse dal mare il vento.




 
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