Un
giorno ti racconterò
di
Aurelio Zucchi
Un
giorno, appena guaderò il passato,
ti
racconterò le storie che ho vissuto.
Inizierò
da un grembiule quadrettato
col
fiocco azzurro sempre a posto.
Seguiterò
narrando di capelli al vento,
di
corse sotto il sole, là verso il mare
dove
eccitato e stanco io m´infilavo
tra
onde e onde tutti i giorni amiche.
È
lì che ho conosciuto me,
in
schegge di mattino che volevo nuovo,
in
ripetute danze di guizzanti pesci
che
dipingevo con i colori della fantasia.
Ti
parlerò di certe sere d´altri tempi,
di
lune parcheggiate su chine di ginestre
e
non trascurerò di dirti, figlio mio,
cosa
sentivo stringendo quasi donne
che
all´istante battezzavo fate azzurre
per
poi imbrattarle col nero delle streghe,
rigarne
i volti con malcelate occhiate
e
farle diventare presto non ricordi.
Premura
mia sarà di metterti al corrente
di
ciò che accadeva al quasi uomo,
i
primi peli a far da distintivi
al
timido ostentar del mio coraggio.
Dal
più capiente dei miei mille cassetti
per
te deprederò camicie riciclate,
catene
finto oro e persistenti odor di cene
assieme
ai miei quattro fratelli,
la
mamma a destreggiare le porzioni,
papà
ancora col sudore addosso,
patate
a mille attorno a poca carne,
la
dignità al segno della Croce.
Memorie,
oggi, ma ieri buone leve
a
tirar su domani che fossero migliori,
che
dessero risposte a centinaia di cose,
alle
speranze, per esempio quelle vive,
da
coltivare in tempo e in ogni tempo
al
pari di un roseto di principesca villa
avendo
cura di mai irritar le spine
per
evitare graffi a esordi di chimere.
Un
giorno, appena guaderò il passato,
ti
racconterò le storie che ho vissuto,
il
mare per intero amato e le stelle,
sì
le stelle, che senza perdere altro tempo,
tu
puoi guardare, esattamente come me,
se
solo alle tue notti alzassi gli occhi,
felici
o tristi non deve poi importarti
perché
capaci di illuminarsi tutti!