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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Soldatino di zinco, di Gianluca Ferrari 30/08/2023
 

Soldatino di zinco

di Gianluca Ferrari



Quante battaglie, soldatino di zinco,

nei pomeriggi che infuocavano listelli

del parquet di legno, intrichi di colubrine

scavavano crateri ad ogni passo; sotto

le vampe dei temporali propagati

da losanghe di finestra ai polpastrelli

del fanciullo: ti scuotevano nell´urlo

dell´assalto cui tu obbedivi

con tremore vago però spavaldo,

quasi tarantolato tra fumane

e pavimento. Di solito la morte

durava giusto il tempo

di risistemar le schiere vincere

lo sgomento per quella repentina

caduta. Quante colline di carta

fiumi di latta torri di vedetta

dove le penne le matite facevano

da sentinella, trincee di gomme

più o meno rotonde, dietro cui nemici

ancora più sgargianti t´attendevano,

pronti da sempre a spararti od infilzarti

(mai infatti cambiarono postura

- inginocchiati con la spingarda

all´orizzonte o ritti con la sciabola

che come perfido pennacchio

gli acuminava la fronte! - unicamente

nati per quell´irrimediabile cruento

atto in cui finisce l´avventura): a salvarti

c´era soltanto la voce materna, provvida

bandiera bianca contro la tirannia

delle dita. Dopo, forse, quando

verrà la luna tra radure di serranda

come una luminosa reggia dìruta

per troppi sogni, dissolverà lo sparo

rimasto a mezz´aria nelle campagne

che le gambe delle sedie infarcivano

di selve e scarpe abbandonate riverse

orlavano in crinali di montagne,

inespugnabili avamposti.

T´ho ritrovato nell´aldilà

della soffitta, impettito sì, ma logoro

stinto bendato di ragnatele

per ferite ancora aperte (ricordi?

Non feci in tempo a organizzare

il trasporto all´ospedale da campo;

un giorno imprecisato v´abbandonai

all´eterno armistizio, distratto da altro).

Ma nel mio sangue o prode compagno

per sempre è scesa la colata

del ricordo inerte.


Da Acquerelli gotici (edito in proprio, 2020)




 
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