Potessi
appartenerti
di
Marina Minet
Potessi
appartenerti, terra
meriterei
un ricordo, la tregua in fondo agli occhi
e
un treno per tornare senza voltarmi indietro.
Terra
che non piangi, sul banco del macello
non
diffidare mai di queste braccia
per
le proteste mute che avvolgono dŽinverno.
Ho
visto le stagioni offrire la pietà ai rami in decadenza
e
il grigio delle nubi cadere sopra i palmi dei bambini
come
una preghiera
e
ho visto facce scansare la ragione
attese
fermate nella gola come spine
e
il fango della lingua coprire anche le idee.
Potessi
appartenerti
come
la polvere che vigila le strade
riposerei
in disparte - ai margini del vento -
sicura
dŽinvecchiare.
Tu
sei la terra che aspetta le radici.
La
gola che divora lŽagonia
e
il volto dei calanchi incarna ogni perdono
quando
le nostre labbra si schiudono nel Sinni
disteso
come
il seno di una vecchia.
Da Scritti
dŽinverno (Print Me, 2017)